Yemen, le donne protestano contro il regime. L’esercito e la polizia sparano sui manifestanti, 17 i morti
Il vento di cambiamento, che da mesi soffia sul mondo arabo, non ne vuol sapere di placarsi. Continuano le proteste nello Yemen dove almeno 17 persone sono morte ed un centinaio sono rimaste ferite stamattina dopo che la polizia e l'esercito hanno sparato, per il secondo giorno consecutivo, contro i manifestanti che cercavano di irrompere nel principale edificio governativo della città di Taiz.
Secondo fonti ospedaliere, la maggior parte delle persone sono rimaste ferite in seguito all'inalazione di gas, mentre almeno 30 sono state colpite da proiettile e risulterebbero in condizioni critiche. Anche nella città di Al Hudaida, nell'est dello Yemen, almeno 400 manifestanti sono rimasti feriti negli scontri violenti con la polizia mentre cercavano di raggiungere il palazzo presidenziale. Diversi testimoni hanno affermato che le forze di sicurezza hanno usato munizioni reali e gas lacrimogeni per disperdere la marcia, convocata per protestare dopo la repressione della manifestazione di ieri contro il presidente yemenita, Alì Abdalà Saleh.
Ma nè le manifestazioni, nè la disobbedienza civile che da sabato ha paralizzato diverse città del Paese, sono riuscite a fermare la repressione ordinata dal dittatore Saleh che, da parte sua, continua a chiedere la fine immediata delle proteste per arrivare ad un "passaggio pacifico del potere". "Chiediamo a l'opposizione di mettere fine alle proteste, ai blocchi stradali, agli omicidi, oltre che alla ribellione di alcune unità militari", ha dichiarato Saleh ad alcuni simpatizzanti.
Nel frattempo costoro lo acclamavano al grido "Niente più concessioni da oggi", mentre centinaia di donne, mostrando ancora una volta il loro ruolo sempre più importante nelle rivendicazioni di cambiamento sociale e civile dei paesi arabi, scendevano in piazza per chiedergli di lasciare il potere. L'intervento della polizia per fermare la protesta, ha fatto sì che alla manifestazione si unissero anche molti uomini. "Ci hanno circondato con veicoli blindati e carri armati e per tre ore hanno lanciato gas lacrimogeni e sparato sui manifestanti" ha denunciato un membro dell'opposizione.