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“Yara uccisa con 3 armi diversi”, le ultime ipotesi della difesa di Bossetti

A pubblicare le ultime indiscrezioni il settimanale “Oggi”, che ha analizzato alcuni degli interrogativi ancora senza risposta relativi all’omicidio di Yara Gambirasio riportando i dubbi degli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti.
A cura di Susanna Picone
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Sarebbe stata aggredita con tre tipi di armi diverse Yara Gambirasio, un cutter, un coltello a serramanico e uno con la punta a scalpello, e prima di morire potrebbe aver avuto le braccia legate col filo di ferro. Queste, stando a quanto riferisce il settimanale “Oggi”, le ultime ipotesi del collegio difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in carcere con l’accusa di essere l’assassino della giovane di Brembate Sopra. Gli avvocati dell’indagato, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, sarebbero convinti che a infliggere otto ferite da taglio e una da punta alla piccola Yara non sia stato un solo soggetto. Inoltre, che alla giovane di Brembate Sopra scomparsa da casa nel novembre del 2010 fossero state legate le mani – sostiene il settimanale – lo farebbero pensare le due ferite cutanee nella parte interna dei polsi, troppo regolari, troppo precise per profondità e lunghezza. Il settimanale analizza alcuni degli interrogativi ancora senza risposta del caso Gambirasio, dalla posizione del corpo (innaturale, secondo i difensori, se si pensa a una morte per ipotermia), alla conformazione dei tagli (che non hanno interessato reggiseno, giubbotto e leggings), e infine al Dna. Già alcune settimane fa il criminologo Ezio Denti, entrato a far parte del pool difensivo di Bossetti, aveva elencato i suoi dubbi sul caso.

Omicidio Yara, le nuove analisi sul dna trovato sugli indumenti

A proposito del Dna trovato sugli indumenti della ragazzina, gli avvocati di Bossetti hanno spiegato perché chiederanno che l’esame venga ripetuto durante un incidente probatorio: “L'Istituto di Medicina legale di Pavia è lo stesso che dal luglio 2012 aveva in consegna il profilo genetico di Esther Arzuffi, la madre di Bossetti. Come mai si è arrivati all'attuale indagato solo due anni dopo? E dopo aver prelevato 26mila profili genetici? Con quale Dna era stato raffrontato? Se l'Istituto di Pavia ha sbagliato con i capelli e i peli, può aver commesso un errore anche con il Dna?”, si chiedono i difensori del muratore.

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