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Yara, la moglie di Bossetti visita il marito. La procura indaga sfera privata

La donna oggi ha visitato il marito nel carcere di Bergamo. Ieri, sentita dagli inquirenti, ha smentito ogni voce relativa alle presunte relazioni extraconiugali. L’obiettivo è individuare un movente alla base dell’omicidio che potrebbe essere di natura sessuale.
A cura di Biagio Chiariello
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Anche oggi Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello, in carcere da 65 giorni con l’accusa di aver ucciso la tredicenne di Brembate Sopra, Yara Gambirasio ha visitato il marito nel carcere di Bergamo. La donna entrando nell'istituto non ha rilasciato dichiarazioni. Intanto egli atti dell’indagine sull’omicidio della ragazzina ci finiscono pure i presunti rapporti extraconiugali di Marita Comi. La Procura di Bergamo starebbe cercando di fare luce sulla vita privata della donna, anche alla luce dell’indiscrezioni lanciata dal Corriere della Sera secondo cui due uomini avrebbero confermato la loro liaison con Marita, precisamente uno nel 2009 mentre l'altro più recentemente.  Fatti prontamente negati dalla signora Bossetti, che, attraverso il suo legale, ha ribadito di "non aver mai avuto amanti".

La procura indaga sulla sfera privata

Gli investigatori hanno voluto ascoltare i due presunti amanti per cercare di verificare se effettivamente la relazione della coppia, come raccontano i coniugi, era davvero forte. Lo scorso 6 agosto, durante uno dei cinque interrogatori della magistratura a Bossetti, l’uomo ha ribadito la solidità del rapporto coniugale: “Sento il suo amore, ho piena fiducia e rispetto di lei”. E in effetti lo scorso 23 luglio, nel corso della perquisizione della villetta di Mapello, fra i 34 reperti sono stati sequestati anche un biglietto d’amore che Marita ha scritto al marito per San Valentino, una fotografia di famiglia e il dvd con le foto del loro matrimonio. “Non entriamo nella vita privata dei coniugi che deve rimanere tale nel momento in cui non ha rilevanza ai fini dell’inchiesta”, obiettano gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti. Va detto che per Procura di Bergamo il movente dell’omicidio di Yara è di natura sessuale e, quindi, la dimensione privata potrebbe essere decisiva per ricostruire il profilo psicologico di Bossetti.

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