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Yara Gambirasio: il garante della Privacy difende la volontà della famiglia

Sono amareggiati i genitori di Yara Gambirasio, Fulvio e Maura, che hanno deciso di divulgare un comunicato stampa nel quale esprimono il loro dissenso rispetto alla trasmissione di video inediti della figlia. Sul caso è intervenuto anche il Garante della privacy.
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A seguito di mesi di silenzio non è tardata ad arrivare la reazione dei genitori di Yara, Fulvio e Maura Gambirasio dopo che giovedì sera erano stati mostrati video inediti di Yara contro la loro volontà. Venerdì mattina i genitori di Yara, il cui corpo è stato ritrovato a Chignolo d'Isola il 26 febbraio scorso, si sono recati presso il comando dei carabinieri di Ponte San Pietro e, dopo aver ricevuto gli ultimi aggiornamenti sulle indagini, hanno espresso la volontà di sporgere denuncia. Un'intenzione non ancora formalizzata e che forse potrebbe risolversi nella divulgazione di un comunicato stampa per mezzo degli inquirenti o del sindaco di Brembate di Sopra, Diego Locatelli, che già in altre occasioni ha fatto le veci della famiglia Gambirasio.

Sono stati lui e il parroco, Don Corinno Scotti, che  tempo fa propose una raccolta di firme contro l'accanimento mediatico su Yara, i più fedeli angeli custodi dei Gambirasio in questi mesi. Li hanno protetti dall'assalto dei giornalisti in ogni modo e anche in quest'occasione Locatelli non ha fatto mancare  loro il suo accordo e la sua vicinanza e ha commentato così l'accaduto"Sono offeso, non trovo altre parole per esprimere il mio disgusto. La messa in onda del video è un grave oltraggio nei confronti della famiglia. I genitori di Yara non capiscono il senso di questo accanimento." Quello che è venuto fuori dalla trasmissione del filmato è un interesse morboso, su particolari spesso privati della vita della giovane atleta bergamasca, come la gara di ginnastica ritmica mandata in onda da Porta a Porta.  Ad ogni modo si tratta di un filmato che non è funzionale al servizio di informazione o di approfondimento perché riguarda il passato di Yara, un passato lontano dalla sua tragica fine e che con essa non ha alcuna connessione.

Oltre ai genitori, sui video inediti mostrati contro la volontà della famiglia è intervenuto anche il Garante della privacy, che ha pregato i media di tenere in altissima considerazione la richiesta dei Gambirasio di non diffondere foto e video raffiguranti l'atleta bergamasca. A detta del Garante, infatti, tale divulgazione avrebbe il sicuro effetto di rinnovare il dolore della famiglia mentre non appare affatto nell'interesse del minore.

Secondo quanto afferma il Garante, infatti, la divulgazione dei video e foto violerebbe il comma 3 dell'articolo 7 del "Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica", che dice:

Il diritto del minore alla riservatezza deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca; qualora, tuttavia, per motivi di rilevante interesse pubblico e fermo restando i limiti di legge, il giornalista decida di diffondere notizie o immagini riguardanti minori, dovrà farsi carico della responsabilità di valutare se la pubblicazione sia davvero nell'interesse oggettivo del minore, secondo i principi e i limiti stabiliti dalla «Carta di Treviso».

A sua volta tale Carta, anch'essa facente parte dei codici deontologici relativi alla professione del giornalista, sottolinea che:"Nei casi di minori malati, svantaggiati o in difficoltà, occorre porre particolare attenzione nella diffusione delle immagini e nella narrazione delle vicende, allo scopo di non scivolare nel sensazionalismo e/o nel pietismo, che potrebbero divenire sfruttamento della persona." Un atteggiamento che appare quanto mai inopportuno, ancora di più se si considera la tragicità della vicenda che ha investito la giovane esistenza di Yara Gambirasio.

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