Yara Gambirasio: difetto di procedura, no alla scarcerazione di Bossetti
Massimo Giuseppe Bossetti per ora resterà in carcere. Si allungano i tempi per la scarcerazione del muratore di Mapello accusato dell’omicidio della giovane Yara Gambirasio (ma che dal giorno dell’arresto ripete di essere innocente) e in cella dallo scorso 16 giugno. La richiesta di scarcerazione per Bossetti è stata presentata ieri dagli avvocati dell’indagato Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni ma oggi il giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora lo ha giudicato inammissibile perché non è stato notificato ai legali della parte offesa, come prevedono le modifiche introdotte lo scorso anno all’articolo 299 del codice di procedura penale. Adesso, dunque, gli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti dovranno ripresentare l’istanza al gip avendo cura di notificarla anche ai colleghi della parte offesa che a loro volta avranno due giorni di tempi per depositare eventuali osservazioni. Poi il gip, tenuto conto di tutto, prenderà la sua decisione. Quella di oggi, insomma, non rappresenta una risposta negativa nella sostanza dell’istanza (sulla quale il gip non si è soffermata) ma un mero rilievo di natura procedurale.
La difesa di Bossetti chiede nuovo prelievo del dna
I difensori di Massimo Giuseppe Bossetti avevano presentato ieri mattina, dopo quasi 90 giorni di reclusione per l’indagato, l'istanza per la scarcerazione del loro cliente. Nell'istanza hanno compiuto, da quanto è trapelato, “un'attenta rilettura” dei dati alla base dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'omicidio di Yara Gambirasio. Sulla scorta di questa rilettura, per gli avvocati, “non vi sono gravi indizi di colpevolezza”. La difesa di Bossetti ha inoltre chiesto che sia nuovamente prelevato il Dna trovato sul corpo della 13enne di Brembate di Sopra e che le analisi attribuiscono al muratore di Mapello.