Yara Gambirasio, Bossetti di nuovo interrogato ribadisce: “Sono innocente”
Da ormai quasi due mesi Massimo Giuseppe Bossetti non fa che ribadire la sua innocenza. L’uomo arrestato il 16 giugno con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio – la tredicenne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo – dice di essere estraneo al brutale omicidio. Dice di essere innocente e lo fa, appunto, da cinquanta giorni. Bossetti lo ha ripetuto anche ieri, nel corso dell’ultimo interrogatorio davanti al pubblico ministero Letizia Ruggeri. Il pm ha interrogato Bossetti per tre ore e lui ha risposto a tutte le domande. “Sulle domande degli inquirenti non entriamo nel merito, ma possiamo dire che Massimo Bossetti ha risposto a tutti i quesiti: la sua vita è stata scandagliata in ogni suo angolo più recondito”, hanno dichiarato gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti al termine dell’interrogatorio nel carcere di via Gleno a Bergamo. Sono stati gli stessi avvocati a spiegare che Massimo Giuseppe Bossetti – che lo ricordiamo, è stato fermato perché “incastrato” dal dna – si proclama innocente. “Quindi la linea della difesa non cambia di una virgola – hanno continuato i due avvocati -. Il nostro assistito ha risposto a tutte le domande, cercando di fornire ogni chiarimento possibile agli inquirenti”.
Caso Yara, nel mirino la vita privata di Bossetti
Come ha spiegato uno dei suoi avvocati, nel corso dell’interrogatorio la vita di Massimo Giuseppe Bossetti è stata “vivisezionata” in ogni angolo più recondito. Si è parlato ad esempio di sua moglie, Marita Comi, che gli ha dato tre figli. E Bossetti avrebbe parlato dell’amore che lo lega a lei: i rapporti con la moglie sarebbero sempre stati ottimi, con gli alti e bassi di tutte le coppie. “A volte c’erano screzi per motivi economici, per esempio quando i datori di lavoro non mi pagavano”, così – stando alle indiscrezioni trapelate dalla stampa – avrebbe risposto il muratore di Mapello. Al carpentiere – ricostruisce il Corriere – avrebbero chiesto anche di quel bigliettino che Marita gli aveva scritto per San Valentino e che gli è stato sequestrato in casa. Inoltre il magistrato avrebbe insistito anche sul tragitto tra cantiere e casa che il muratore faceva all’epoca della scomparsa di Yara Gambirasio. Già nell’interrogatorio di convalida del fermo lui aveva spiegato che, per tornare a Mapello, passava per Brembate Sopra. Faceva quella strada per evitare il traffico.