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Yara Gambirasio, a tre anni dal suo omicidio non c’è ancora un colpevole

Era il 26 novembre 2010 quando uno sconosciuto rapì la ragazzina di Brembate Sopra, che tre mesi dopo sarebbe stata trovata senza vita in un campo di Chignolo d’Isola. Gli investigatori non si arrendono e continuano a seguire la pista del Dna.
A cura di Susanna Picone
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Tre anni senza Yara Gambirasio. Brembate Sopra, comune della provincia di Bergamo, ha ricordato ieri il terzo anniversario della scomparsa della ragazzina. Era il 26 novembre del 2010 quando Yara, una giovane di 13 anni, fu rapita da qualcuno mentre percorreva la strada tra la palestra e la sua abitazione. L’ha rapita qualcuno che oggi, a tre anni da quella scomparsa, non ha ancora un volto. Yara Gambirasio sarebbe stata trovata esattamente tre mesi dopo, ormai priva di vita, in un campo di Chignolo d’Isola. Una zona che, dopo tre anni dal terribile assassinio, è tornata a essere un “parcheggio dell’amore”, con le coppiette che si imboscano di notte. Ma nonostante sia passato del tempo e forse qualcuno inizia a dimenticare il brutto episodio di cronaca nera, gli investigatori stanno continuando a lavorare per dare un nome all’uomo che ha ucciso la ragazzina. Stanno continuando a lavorare soprattutto sulla pista del Dna, che ha consentito di accertare il legame di parentela tra un uomo morto nel 1999, l’autista di Gorno Giuseppe Guerinoni, e l’assassino di Yara. Quest’ultimo, stando al Dna, sarebbe il figlio di Guerinoni.

“Non ci fermiamo assolutamente” – Per scovare l'assassino di Yara sono stati analizzati e confrontati migliaia di profili genetici. “Non ci fermiamo assolutamente – ha detto il Procuratore Francesco Dettori a proposito dell’omicidio di Yara – anzi, posso assicurare che l’indagine andrà avanti e che su questo c’è pieno accordo fra noi, i carabinieri e la polizia. Questa – ha detto il capo della Procura di Bergamo – è un’inchiesta che non può non starci profondamente a cuore: perciò andremo avanti con l’impegno di sempre”. Intanto, una delle ultime notizie a proposito dell’assassinio di Yara è stata quella che ha portato in Procura un giovane imprenditore bergamasco che, da quanto si è appreso, ha risposto a domande su alcuni conoscenti. Inoltre recentemente sono stati individuati nuovi reperti da analizzare.

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