Yara, Bossetti invia lettere hard ad una detenuta. Pm: “Correlazione con ricerche porno”
Al processo per l'omicidio di Yara Gambirasio nei confronti di Massimo Giuseppe Bossetti è stato sentito anche il figlio nell’unico imputato. Nicolas, 15 anni, figlio maggiore dell’uomo accusato di aver ucciso la 13enne di Brembate di Sopra ha testimoniato nel pomeriggio nell'aula del Tribunale di Bergamo perché "importante per tratteggiare la figura del padre" ha spiegato l'avvocato Claudio Salvagni, "trattata con tutte le cautele del caso”. "E' del tutto evidente che questo è un processo in cui la prova scientifica è assai importante", ha aggiunto davanti alla giuria il difensore di Bossetti.. "La prova scientifica non ha autoreferenzialità, qui abbiamo ascoltato tanti luminari che hanno cercato di giustificare macroscopiche anomalie e non hanno mai trovato la soluzione", afferma il difensore. Una su tutte: "La mancanza di dna mitrocondriale, con conseguenti articolate elucubrazioni".
Scambio di lettere hard con una detenuta
Nel frattempo è spuntato uno scambio di lettere tra Bossetti e una detenuta del carcere di Bergamo, Gina,. I testi, numerosi, sarebbero stati rintracciati dalla Procura nell’ambito di indagini integrative, quindi a processo già in corso. Il pm Letizia Ruggeri, titolare delle indagini sulla morte di Yara, ha chiesto di acquisire le missive (almeno 5 o 6 su circa una quarantina in totale) che l’imputato avrebbe inviato. Nelle lettere sarebbero contenuti dettagli "a luci rosse" sulle preferenze di Bossetti in relazione all'organo sessuale femminile. “L’imputato esprime una sorta di predilezione per la rasatura” ha sostenuto il sostituto procuratore. Il pm vuol dimostrate una sorta di correlazione con le ricerche online, trovate dai consulenti informatici, sul pc di casa Bossetti e risalenti al maggio 2014, un mese prima dell’arresto: in quel caso in Google erano state individuate parole chiave su “ragazzine depilate”.