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Yara, avvocato Bossetti: “Dubbi sul dna sufficienti per scarcerarlo”

Lunedì prossimo sarà depositata la nuova istanza di scarcerazione di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore detenuto per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il gip ha già respinto la precedente richiesta avanzata dagli avvocati dell’indagato.
A cura di Susanna Picone
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La difesa di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello arrestato lo scorso 16 giugno con l’accusa di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, chiede nuovamente la sua scarcerazione. L’avvocato Claudio Salvagni ci riprova dopo che il gip ha già respinto una prima istanza di scarcerazione per il presunto assassino della ginnasta di Brembate Sopra. Lunedì la nuova richiesta di rimettere in libertà l'indagato sarà consegnata al gip Vincenza Maccora che poi avrà cinque giorni di tempo per prendere una decisione. L’avvocato ha fatto sapere che la nuova richiesta non sarà incentrata sulle esigenze di custodia cautelare ma entra nel merito dei dubbi che il legale ha sulla prova del Dna che è quella principale contro il muratore di Mapello. Si tratta di una nuova istanza che, da quanto è emerso, è incentrata appunto sugli “acclarati dubbi scientifici” relativi alla traccia mista trovata sugli slip di Yara Gambirasio, quindi sulla non corrispondenza tra il Dna mitocondriale e quello nucleare attribuito a Massimo Giuseppe Bossetti.

I dubbi sul dna nel caso Yara Gambirasio

Nell'istanza la difesa ripercorre le tappe di questa vicenda giudiziaria – dal no del gip e dei giudici del Riesame di Brescia alla scarcerazione – fino al ricorso in Cassazione (l'udienza è il programma il prossimo 25 febbraio) focalizzando in particolare l'attenzione sulle nuove perizie dell'accusa. Perizie in cui, secondo la difesa, si evidenziano dubbi sul Dna e anche l'assenza di peli e capelli di Bossetti sul corpo della vittima; così come sugli abiti, gli attrezzi e il furgone sequestrati all'indagato. La difesa di Bossetti fa dunque riferimento a “fatti nuovi sopravvenuti” che consentono di potersi rivolgere di nuovo al gip per chiedere che l’indagato sia scarcerato o in subordine una misura meno restrittiva.

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