Wimbledon 2011: finale Nadal – Djokovic
Nel tennis non ‘esiste’ l’Inghilterra, ma la Gran Bretagna. Giocano tutti sotto l’Union Jack. Così lo scozzese Andy Murray, numero quattro del mondo, è sinonimo di speranza per i milioni di appassionati di tennis inglese. E’ lui quello che deve riportare a casa il torneo di Wimbledon, che non viene vinto da un britannico dal 1936! Ogni anno risuona il nome di Fred Perry, vincitore dal ’34 al ’36. In questi giorni con Murray in grande spolvero risuonava forte anche il nome di Bunny Austin, l’ultimo inglese che ha giocato la finale, nel 1938.
Come al solito gli inglesi devono rimandare il trionfo. Anche se hanno sperato, e con buona ragione, perché dopo un’ora, c’era solo un giocatore in campo, Andy Murray, che all’improvviso, forse attanagliato dalla troppa pressione è crollato. Capite le difficoltà dell’avversario, a metà del quarto set, Nadal ha preso il comando delle operazioni ed in meno di tre ore ha conquistato la tredicesima finale in un torneo dello Slam.
Il primo set, diversamente da quello che si pensava è stato veloce. Dopo trentadue minuti Murray e Nadal erano già sul quattro pari. Lo scozzese, con un problema all’adduttore, sul cinque pari rischia. Con un lob delizioso Nadal arriva per la prima volta sul quaranta pari. Un errore banale dell’isolano consegna l’undicesimo gioco ad Andy, che baldanzoso andava a rispondere, certo di avere a disposizione almeno il tie-break. Rafa, ormai ex numero del mondo, cede, per la prima volta, il servizio nel dodicesimo gioco e perde il primo set.
L’andamento del match non cambia in avvio di secondo set. Murray serve benissimo, il dritto è infallibile. Mentre la palla di Nadal non sembra viaggiare come sempre. Il pallino del gioco, così, è nelle mani dello scozzese, che nel quarto gioco sembra vicino al break. All’improvviso Murray cala. La Sindrome di Henman (sempre perdente in semifinale) si addensa sul centrale. Un doppio fallo ed uno smash sbagliato danno il break, nel quinto gioco, all’isolano, che si scuote e da grande campione qual è tiene il servizio a zero, ribrekka il padrone di casa e dopo novanta minuti mette in parità l’incontro chiudendo, 6 – 2, il secondo set.
Per mettere le cose in chiaro, il detentore del torneo strappa il servizio a Murray in apertura di set. Lo scozzese dopo aver subito sette giochi consecutivi, ferma l’emorragia. Ma nel quarto gioco si capisce che la partita è chiusa. Nadal martella da fondo, Andy fa il tergicristallo, ma non basta. Con uno splendido passante di rovescio lo spagnolo toglie il servizio a Murray e vince, sempre per 6 – 2, il terzo set.
Il pubblico si spegne. Non bastano i c’mon di mamma Judy, gli sguardi della sua (bella) Kim ed il supporto di un invecchiato Paul Young (noto cantante anni '80) per Andy, che perde, ancora, il servizio, in apertura di set. La possibilità di rimettere in parità il quarto set ci sono, nel quarto gioco, ma il break non arriva.
Per la terza volta consecutiva Murray cade in semifinale. Per la quinta volta Nadal giocherà la finale del torneo di Wimbledon. In finale, però, non sarà favorito perché con Novak Djokovic ha perso gli ultimi quattro match.