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Zoe e la cagnolina Kia: l’amicizia nata in ospedale raccontata dai disegni dei compagni di classe

Grazie alla scuola ospedaliera del Meyer di Firenze, una bimba di 8 anni ha potuto continuare a frequentare a distanza i suoi compagni di classi coinvolgendoli nell’amicizia con una cagnolina per la pet-therapy che è diventata la protagonista di disegni e racconti.
Intervista a Susy Mariniello
Maestra della Scuola in Ospedale del Meyer di Firenze
A cura di Niccolò De Rosa
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Zoe e la cagnolina Kia: l'amicizia nata in ospedale raccontata dai disegni dei compagni di classe

È una storia di amicizia e solidarietà quella di Zoe, una bambina di 8 anni, e di Kia, un cane della squadra di Pet Therapy dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Qualche settimana fa Zoe è stata ricoverata all’Ospedale Pediatrico Meyer con un quadro neurologico complesso che le aveva temporaneamente ridotto la capacità visiva.

Durante questo difficile periodo però, la bimba ha potuto conoscere l'affettuosa Kia, che veniva a farle compagnia ogni giorno. Da più di vent'anni infatti il Meyer dispone di un'attività di pet-therapy per supportare i piccoli pazienti durante la loro permanenza nella struttura.

Oltre alle giocose attenzioni di Kia però, Zoe ha potuto contare anche sul sostegno a distanza dei propri compagni di classe. Grazie al progetto Scuola in Ospedale del Meyer infatti, le maestre della scuola Don Milani di Casinalbo (Modena) hanno potuto stabilire collegamento virtuale con la bambina, rendendola partecipe alla vita di classe anche a distanza.

Attraverso le videochiamate e i racconti di Zoe, i compagni di classe della Don Milani hanno così imparato a conoscere la simpatica Kia, la quale è presto diventata la protagonista di temi, disegni e persino un libro digitale scritto insieme ad un'altra bambina ricoverata nel reparto.

"La presenza Kia ha sortito un grande effetto non solo per il conforto immediato fornito all’interno dell’ambiente ospedaliero, ma perché è diventata l’occasione per narrazione condivisa con la sua classe" racconta a Fanpage.it Susy Mariniello, una delle maestre della Scuola in Ospedale.

Tale approccio ha infatti permesso ai compagni di partecipare al vissuto della bimba durante la sua assenza e alla stessa Zoe di continuare a sentirsi parte del gruppo classe, iniziando già a proiettarsi verso il momento del ritorno a scuola e alla normale quotidianità.

"Il fatto che i compagni potessero vedere Zoe attraverso lo schermo ha poi rappresentato un ulteriore occasione per arricchire l'occasione e l'esperienza di Zoe" continua l'insegnante.

"Il percorso di cura è complesso e richiede la sinergia di tutte le componenti, non solo quelle medico-sanitarie, per riuscire a sentirsi meglio. Un impianto terapeutico che viene arricchito con esperienze simili dunque non può che amplificare il benessere dei piccoli pazienti ".

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