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Yoga e skincare per i piccoli pazienti oncologici del Meyer: “Una terapia calda che riporta luce nelle loro vite”

La dott.ssa Annalisa Tondo ha spiegato a Fanpage.it come, presso l’Ospedale Meyer, grazie a yoga e terapia estetica i piccoli pazienti affetti da un tumore possano ritrovare una parvenza di normalità e ritornare a sperare nel futuro.
Intervista a dott.ssa Annalisa Tondo
Responsabile del reparto di Oncologia dell'Ospedale AOU Meyer Irccs di Firenze
A cura di Sophia Crotti
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Credits: AOU Meyer Irccs
Credits: AOU Meyer Irccs

Riscoprire la bellezza per la cura di sé, pensare a come acconciare i capelli, quando ricresceranno dopo le cure oncologiche, imparare a respirare con il diaframma quando il respiro a causa del tumore si spezza, sono tutte attività che l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer Irccs permette ai piccoli degenti grazie al lavoro di esperti come la dottoressa Giada Baldini, specializzata in armoestetica e l’insegnante di yoga Jessica Paganelli.

A Fanpage.it la dottoressa Annalisa Tondo, responsabile del reparto di oncologia del’ AOU Meyer Irccs, ha spiegato l’importanza di attività che riportino speranza e normalità nella vita dei pazienti e delle loro famiglie. "Mi piace chiamarle terapie calde, perché è come se scegliendo di farle i bimbi, nel buio della malattia, spalanchino una finestra su una giornata di sole".

dott.ssa Annalisa Tondo (Responsabile del reparto di Oncologia dell'Ospedale AOU Meyer Irccs di Firenze)
dott.ssa Annalisa Tondo (Responsabile del reparto di Oncologia dell'Ospedale AOU Meyer Irccs di Firenze)

Disegni e skincare per non perdere l’amore per se stessi

Tra i nuovi progetti presentati dall’ospedale Meyer per i bimbi che si stanno sottoponendo a cure oncologiche vi è la terapia estetica. Una volta alla settimana la dottoressa Giada Baldini, specializzata in armoestetica, permette ai piccoli pazienti che lo desiderano di ritornare ad amare il proprio corpo, a prescindere dalla malattia. “I bimbi di almeno 6-7 anni possono vedersi in una condizione diversa, rispetto a quella in cui la malattia li ha messi, insieme all’operatrice che mostra loro delle sagome di volti sui quali possono annodare insieme un foulard o posizionare un cappello, imparando anche ad abbinare i colori” spiega la dottoressa Tondo a Fanpage.it.

Credits: AOU Meyer Irccs
Credits: AOU Meyer Irccs

All’interno dell’ospedale, però, non si trovano solo bambini così piccoli ma anche ragazzi che, per continuità delle cure, possono rimanere nella struttura fino a 25 anni. L’ospedale ha pensato anche a loro, offrendo una possibilità di terapia estetica diversa: “L’operatrice insegna alle ragazze adolescenti a prendersi cura della propria pelle, dando loro consigli su come struccarsi o massaggiare il volto” continua Tondo. Tutte queste attività, che i bambini e i ragazzi possono fare da soli o insieme alla famiglia, hanno lo scopo di permettere loro di guardare al futuro, rivalutandosi e iniziando a pensare ad una ripresa della relazione con il mondo esterno, anche dopo un percorso faticoso e impegnativo come una malattia oncologica.

Lo yoga permette di tornare a respirare anche quando la malattia lo impedisce

Due volte alla settimana, invece, ai piccoli degenti del nosocomio, insieme alla loro famiglia, è possibile fare una lezione di yoga, la responsabile del reparto spiega a Fanpage.it che si tratta di posizioni molto semplici volte a ricentrare il bambino malato e a rilassare lui e la famiglia: “L’operatrice usa anche strumenti musicali come la campagna tibetana e oggetti di gomma come i tappetini, con l’unico obiettivo di permettere al bambino di riprendere il controllo del proprio corpo e del proprio respiro”.

Credits: AOU Meyer Irccs
Credits: AOU Meyer Irccs

Proprio il respiro di questi piccoli pazienti a volte si spezza a causa della malattia, per tanto la respirazione diaframmatica che l’insegnante di yoga propone loro, può essere la soluzione. “Abbiamo avuto una bambina di 3 anni e mezzo che grazie all’insegnante di yoga ha imparato la respirazione diaframmatica, mentre faceva l’ossigeno terapia, cosa che le ha permesso di tollerare meglio la cura”.

Dall’esperienza allo studio sui benefici

Yoga e terapia estetica permettono ai ragazzi e ai bambini affetti da una malattia oncologica di riprendersi un po’ di quella normalità che la diagnosi ha tolto loro: “Io le chiamo terapie calde, perché i piccoli, decidendo se farle o meno, hanno la possibilità di spezzare la routine ospedaliera fatta di visite e prelievi, aprendo così nel buio e nel dolore della malattia una finestra su una giornata di sole” spiega la dottoressa Tondo. L’esperta, infatti, ritiene che riportare un po’ di normalità nelle vite di questi ragazzi e delle loro famiglie, dopo che la malattia li ha costretti ad abbandonare le loro case, i banchi di scuole e le cure li obbligano ad abbandonare la socialità, sia necessario a far vivere in loro la speranza per il futuro.

Credits: AOU Meyer Irccs
Credits: AOU Meyer Irccs

Perché le attività proposte ai ragazzi non rimangano fini a se stesse, ma possano entrare a far parte della cura globale degli individui, infermiere e operatrici del reparto di oncologia hanno pensato a dei questionari sulla percezione che i piccoli hanno delle attività: “Lo studio è ancora in una fase embrionale, ma ci siamo già accorti che nei casi specifici di quei bambini la cui frequenza cardiaca e pressione vengono monitorate costantemente, che durante lo yoga o le attività di arte ed estetica il loro battito si abbassa e la pressione si normalizza” conclude la dottoressa Tondo, augurandosi che sempre più piccoli pazienti possano sperimentarle.

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