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Voti, amicizie e pressioni sociali: una ricerca rivela cosa preoccupa gli adolescenti (soprattutto maschi) di oggi

Un’indagine proveniente dagli Stati Uniti ha esplorato le sfide degli adolescenti tra scuola, amicizie e salute mentale. Ragazzi e ragazze condividono pressioni scolastiche, ma differiscono nelle esperienze sociali e nell’espressione del disagio. Gli esperti: serve un supporto più inclusivo per rispondere alle loro esigenze.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il mondo degli adolescenti, con le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni e i loro problemi, rappresenta spesso un mistero insondabile per i loro stessi genitori. Conoscere cosa pensano i giovani è pero fondamentale per capire come aiutarli a diventare adulti più sereni e consapevoli. Il compito è sempre piuttosto arduo – anche perché gli adolescenti non sempre sono dei campioni di comunicazione, soprattutto se si tratta di parlare con gli adulti – ma un recente studio del Pew Research Center sembra gettare una nuova luce su questa fase cruciale della vita.

La ricerca ha indagato le principali sfide affrontate dai ragazzi e dalle ragazze tra i 13 e i 17 anni, evidenziando diversi punti in comune ma anche inaspettate differenze di genere.  Dallo stress scolastico alle dinamiche sociali, fino al benessere mentale, il quadro che emerge offre ha offerto agli psicologi molti spunti di riflessione per supportare al meglio le nuove generazioni.

La pressione della scuola

Lo studio ha rivelato che sia i ragazzi che le ragazze avvertono una forte pressione per ottenere buoni voti. Tuttavia, esiste una percezione diffusa secondo cui le ragazze tendano a eccellere maggiormente negli studi e siano favorite dagli insegnanti. Questa convinzione sembra trovare effettivamente riscontro nei risultati accademici, che mostrano come le ragazze, in media, ottengano risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi. Alcuni esperti sottolineano però che il sistema scolastico potrebbe non essere strutturato in modo da rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti gli studenti.

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"Le scuole sono strutturate in modo che chi rimane fermo, seduto, ed è meno impulsivo avrà successo", ha spiegato alla CNN Michelle Icard, autrice ed educatrice genitoriale. "Noi però sappiamo che c'è una grande differenza nello sviluppo del cervello nella prima adolescenza, e che la parte del cervello che viene utilizzata per il controllo della salute e il pensiero critico si sviluppa più tardi nei ragazzi che nelle ragazze".

La maggiore impulsività e la necessità di apprendere attraverso attività più dinamiche potrebbero dunque l'esperienza scolastica più complessa per i ragazzi. Per questo, affermano gli  studiosi, un approccio educativo più variegato e interattivo potrebbe contribuire a ridurre questo divario.

Amicizie e relazioni sociali

Le amicizie e i rapporti interpesronali svolgono ovviamente un ruolo centrale nella vita degli adolescenti. Secondo la ricerca, solo il 2% degli intervistati ha dichiarato di non avere amici, un dato relativamente basso e considerato molto incoraggiante, soprattutto in un'epoca dove l'avvento dei social sembra paradossalmente aver reso più complicato il mantenimento di rapporti saldi e duraturi con altre persone.

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Eppure, anche in questo caso, è emersa una creta differenza tra i sessi: mentre il 95% delle ragazze ha dichiarato di poter contare su un amico fidato nei momenti di difficoltà, la percentuale scende all'85% tra i ragazzi. Questo dato riflette una tendenza culturale che spinge i ragazzi a evitare di esprimere vulnerabilità emotiva. Per gli autori dell'indagine è la prova dell'importanza di incoraggiare i ragazzi a sviluppare legami profondi e autentici, contrastando il pregiudizio secondo cui l'amicizia maschile debba essere meno emotiva e più superficiale rispetto a quella femminile.

Differenti manifestazioni del disagio mentale

Un altro aspetto fondamentale emerso dallo studio riguarda la salute mentale. Se da un lato sia i ragazzi che le ragazze riconoscono che l'ansia e la depressione colpiscano più frequentemente le ragazze, dall'altro si registra una maggiore propensione dei ragazzi a manifestare il disagio attraverso comportamenti nocivi come abuso di sostanze, risse e problemi disciplinari.

Secondo la la psicologa Lisa Damour, queste differenze non significano che un genere tende a soffrire più dell'altro, ma piuttosto che i disagi si esprimano in modi differenti. Le ragazze tendono infatti a interiorizzare il dolore emotivo, mentre i ragazzi lo esternano attraverso comportamenti rischiosi. Comprendere queste dinamiche è essenziale per intervenire in modo efficace, evitando di etichettare il comportamento maschile semplicemente come ribellione, senza riconoscerne le radici psicologiche. Riconoscere le differenze senza rafforzare stereotipi, offrire modelli educativi inclusivi e favorire il dialogo sulle emozioni appaiono dunque come passi sempre più fondamentali per aiutare le nuove generazioni a crescere con fiducia e consapevolezza.

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