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“Vorrei trascorrere il Natale sulla Luna”: i sogni dei bambini dal 1700 ad oggi nei loro quaderni di scuola

A Milano sono in mostra i quaderni di scuola dei bambini. Pagine ingiallite divise per tematiche, tra testi sulla primavera, alcuni sulla propaganda, altri ancora che descrivono la città del passato e quelli che raccontano i sogni dei bambini della corsa allo spazio, che speravano di trascorrere Natale sulla Luna.
Intervista a Thomas Peloli
Ideatore e curatore del Museo "Museo dei quaderni di scuola"
A cura di Sophia Crotti
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museo dei quaderni di scuola

Sono i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, a fare la storia”: è questo il motto dell'Associazione "Quaderni Aperti" che dal 2004 ha collezionato più di 2500 quaderni di scuola provenienti da donatori di tutto il mondo. L'associazione ha deciso di condividere il suo patrimonio culturale, fatto di pagine ingiallite scritte con una perfetta calligrafia in corsivo e stracolme di sogni di un'infanzia lontana, attraverso il "Museo dei quaderni di scuola", che ha da poco aperto a Milano.

Il quaderno più antico arriva dalla Gran Bretagna, appartiene a William Moore, uno scolaro che si sedeva tra i banchi di scuola nel lontano 1773 e che, con una perfetta calligrafia, eseguiva una serie di esercizi di scrittura, sotto dettatura di un'insegnante. Tra le pagine si leggono testi sulla primavera, tutti identici e dai quali spesso traspare la noia dei bambini nel cimentarsi in un puro esercizio stilistico, ci sono poi quelli in cui i bimbi devono descrivere loro stessi con precisione e autoironia, e dei testi che raccontano la propaganda fascista che veniva trasmessa anche nelle scuole italiane. Le sale del museo sono divise proprio seguendo queste tematiche, a loro si aggiunge una mostra temporanea che mette in luce la città di Milano descritta dai bambini milanesi, che lamentano negli anni l'assenza di parchi e spazi verdi.

Thomas Peloli, uno degli ideatori e curatori della mostra, ci ha spiegato che la passione per i testi provenienti dalle aule scolastiche del passato deriva dalla consapevolezza che quei testi abbiano ancora un forte significato: "I quaderni del passato sono in grado di parlare ancora oggi, e alla fine è così che i pensieri dei bambini possono fare la storia, non rimanendo scartoffie di un tempo lontano fini a se stesse".

Thomas Peloli
Thomas Peloli (ideatore e curatore della mostra i Quaderni di scuola)

I testi dei bambini provengono da tutte le epoche, ma c’è qualche tema ricorrente?

Sì un tema ricorrente c'è, anche se purtroppo in negativo, ed è la descrizione, da parte dei bambini, della città di Milano. Visionando i testi e trovando non poche similitudini, tra i quaderni dei bambini che raccontavano questo tema, abbiamo deciso di dedicare una parte temporanea del museo al racconto che i piccoli hanno fatto, dagli anni del boom economico ad oggi, della metropoli meneghina.

Dai quaderni emerge che dagli anni '70 ad oggi la città di Milano ha iniziato a cambiare e non ha mai smesso, i piccoli del boom economico scrivevano di vedere cantieri in ogni dove, che andavano a sostituirsi a quelli che una volta erano i loro spazi. Nel 1998, quindi quasi trent'anni dopo, tra le righe si legge di continuo "c'è poco spazio per noi bambini".  Sappiamo bene quanto questo tema sia ancora attuale e cerchiamo proprio di far riflettere i visitatori della mostra su questo. Il nostro obiettivo è che i bambini del passato dialoghino con quelli del presente, in modo che le loro parole abbiano valore e non rimangano fini a se stesse.

I bambini del passato, senza la tecnologia che abbiamo oggi, erano meno visionari?

Assolutamente no, anzi, forse i bambini di un tempo erano anche più visionari dei bimbi di oggi. Parlo soprattutto di chi tra loro ha vissuto la cosiddetta “corsa allo spazio”. Un bimbo scrive in un testo del 1979: “Probabilmente il prossimo anno passeremo le vacanze di Natale sulla Luna”.

quaderni museo

Il piccolo, nel testo, descrive nel dettaglio le sue vacanze futuristiche nello spazio e lo fa con un entusiasmo tipico della società di allora, molto più fiduciosa nel futuro di quella di oggi.

Ci sono delle differenze tra i quaderni del passato e quelli di oggi?

Una cosa che salta all'occhio, a chiunque venga al museo, è come sia cambiato l’approccio alla scrittura manuale nel tempo, alcuni bambini affermano di fare degli esercizi di grafia a scuola, ma basta guardare un quaderno dell’Ottocento, per rendersi conto che la minuzie e la cura di un tempo erano ben diverse da quelle di oggi.

Invece, nella sezione #myself del museo i bambini come si descrivono?

Tutti i bambini rispondono perfettamente alla consegna data dagli insegnanti, parlando di sé con estrema serietà e anche tanta autoironia. In uno dei quaderni si legge: “Posso confessare di non essere molto simpatico”. Una bimba invece, nella descrizione di sé, indugia a lungo sulle sue mani, che gli adulti le criticano perché poco curate, con le pellicine e le unghie mordicchiate. Un altro bambino, in una pagina del suo diario del 1934, rivela macabri dettagli di sé mostrando un'incredibile proprietà di linguaggio: “Premetto che è assai scabroso questo diario, perché mi costringe a dire la sincera verità”. Insomma emergono delle personalità uniche, alle quali è difficile non affezionarsi.

A proposito di questo, a quale quaderno è più affezionato?

I quaderni dei bambini mi piacciono tutti moltissimo ma c’è un testo a cui sono particolarmente affezionato, perché lo ha scritto una ragazza di Milano, che ai tempi frequentava la seconda ginnasio, e che ho avuto modo di conoscere personalmente, prima che morisse, qualche mese fa.

Quaderni
Credits: Pagina Facebook "Museo dei quaderni di scuola"

Dai suoi quaderni emerge il suo carattere fortissimo e divertente, anche quando, proprio negli anni della guerra, racconta di essersi affezionata ad un pollastro donatole dai suoi genitori. La ragazza racconta di divertirsi con l'amico a due zampe, e di fare con lui anche delle cose al limite del pericolo, come farlo rotolare attorno ai cavi della corrente, fino al giorno in cui lo scopre morto. Il tema della ragazza si conclude con “e piansi ma in modo non perpetuo”. Trovo simpatica e commovente la lucidità che questa ragazza dimostra nei confronti dei suoi sentimenti, sa di soffrire ma sa anche che questa sofferenza non sarà eterna.

Con questa signora abbiamo intrattenuto un lungo rapporto, dopo aver donato i suoi quaderni alla nostra associazione è venuta a raccontare ai bambini il prosieguo del racconto del suo pollastro: l'animale non era morto ma era stato ucciso e lei lo ha ritrovato condito nel piatto. Questa immagine simpatica e forte ha permesso ai bambini di comprendere a cosa portassero la fame e il poco cibo durante la guerra.

E invece perché dedicare una sezione del museo alla primavera? 

Abbiamo scelto di aprire una sezione sulla primavera per due motivi, innanzitutto il museo sarebbe stato inaugurato in primavera, in secondo luogo perché è uno dei temi più inflazionati della scuola. Sembra sempre una forzatura dover scrivere qualcosa sulla primavera, infatti abbiamo accompagnato questi temi con un’intervista famosa a Gianni Rodari che disse che secondo lui erano inutili i temi sulla primavera e che li avrebbe volentieri aboliti.

Quaderni
Credits: pagina Facebook "Museo dei quaderni di scuola"

Parlare della primavera è quindi utile a fare luce su questo tema della scuola che a volte nelle richieste può sembrare ai bambini un po’ pesante.

Quindi almeno nei quaderni dei bambini di oggi la descrizione della primavera non risente del cambiamento climatico?

Penso proprio di no, a giudicare dalle richieste degli insegnanti del passato queste sono sempre molto specifiche e i bimbi, di conseguenza, scrivono ciò che i docenti vogliono, descrivendo una versione univoca e immaginaria della primavera, con tanto di rondini e prati in fiore, che magari non hanno mai visto.

Un bimbo di oggi cosa può imparare leggendo i quaderni del passato?

Più che il bambino secondo me è il genitore a poter imparare molto da questa mostra. Il nostro è un museo ricchissimo di materiale, tutto focalizzato sulla produzione di testi di bambini che si trovano nei quaderni che spesso vanno nel dimenticatoio.

museo quaderni

Rendere queste piccole testimonianze il centro del museo è un modo per dire agli adulti che bisogna ascoltare il bambino, mettendosi però alla sua altezza, imparando a guardare il mondo dal suo punto di vista.

I bimbi che vengono oggi a visitare la mostra possono dare un loro contributo?

Sì, la sezione dedicata ai sogni, per esempio, non è ricchissima, ma a noi piacerebbe addentrarci nel mondo onirico dei bambini, ma non è un argomento molto trattato dalle classi, quindi i bimbi che visitano la mostra possono raccontarci i loro sogni e scriverli.

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