“Vomitare 20 volte al giorno in gravidanza non è normale, è una malattia” l’iperemesi gravidica raccontata da una mamma
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Giulia Guastadini aveva appena 21 anni quando ha scoperto, con immensa gioia, di aspettare la sua bambina. Aveva a lungo desiderato quella gravidanza, mossa anche dai racconti di parenti e amici che dipingevano quei 9 mesi di attesa, come un periodo meraviglioso.
Poi sono iniziate le nausee, che inizialmente Giulia pensava fossero un normale sintomo della gravidanza, fino a che si sono trasformate in episodi ripetuti di vomito, così frequenti da impedirle di mangiare, bere e assumere farmaci. Giulia a poche settimane dall'inizio della gestazione è arrivata a vomitare anche 20 volte al giorno, rovinando per sempre i suoi reni, il suo intestino e il suo stomaco. Era affetta da iperemesi gravidica, una malattia invalidante, che l'ha portata a perdere molti chili e a temere il peggio per la sua bambina.
Nonostante la piccola sia nata in salute, tenerla in braccio e amarla profondamente non sono stati per Giulia l'antidoto contro una profonda ferita che secoli di narrazione della maternità come un periodo di sacrifici fatti per il bene del proprio figlio, il ritardo da parte dei medici a dare una diagnosi e l'aver a lungo sminuito il suo stato di salute hanno causato in lei. Giulia ha deciso che mamma lei non lo diventerà mai più, ma che deve, con il suo racconto, aiutare le donne a non sentirsi sole, come si è sentita lei.
«Vomitare 20 volte al giorno, arrivando a sputare sangue, non è normale. L'iperemesi gravidica è una malattia e bisogna dirlo, perché non succeda ad altre donne che sentir sminuire il proprio stato di salute le porti a non riuscire nemmeno a pensare alla propria gravidanza, senza provare immediatamente un fortissimo dolore»
Ci racconti come hai scoperto di essere incinta e come hai vissuto la gravidanza?
Io ho scoperto di essere incinta il 31 ottobre del 2019 quando avevo 21 anni. È stata una gravidanza cercata e voluta tantissimo, ma purtroppo posso dire di averla vissuta bene solo per i primi 6 giorni. Dopo di che sono iniziate le nausee, che in un primo momento credevo fossero del tutto normali, anzi, mi aiutavano a pensare tra me e me "finalmente sento questo bambino". Le avevo soprattutto al mattino, e non erano invalidanti inizialmente, quindi non mi sono preoccupata fin da subito, ne ho parlato con il mio ginecologo per il quale la situazione iniziale era infatti del tutto normale.
Poi come sei stata, il tuo malessere è peggiorato?
Sì, dopo circa 2 settimane di gravidanza la situazione è peggiorata drasticamente: avevo la nausea dal risveglio a quando riuscivo a prendere sonno e vomitavo inizialmente 10 volte al giorno. Non prendevo ancora nessun tipo di farmaco anche perché lo avrei rimesso e alla quinta settimana di gravidanza ho deciso di recarmi in ospedale per capire cosa mi stesse succedendo.
Come ti hanno trattata in ospedale?
Arrivata al triage non mi volevano neanche accettare, anzi l'infermiera mi ha detto "Hai voluto la bicicletta, adesso pedala". Io ho cercato di spiegarle che volevo solo capire se fosse normale alla quinta settimana di gravidanza vomitare dalle 15 alle 20 volte al giorno. Dopo 3 ore di attesa sono stata mandata in ginecologia. Qui mi hanno fatto capire che mi avrebbero tenuta lì una notte giusto per darmi il contentino, io continuavo a vomitare e a un certo punto, mi hanno fatto una flebo di antiemetico dopo che li ho pregati per ore e così la mattina dopo sono stata dimessa e sono tornata a casa, anche se non era cambiato nulla e la bilancia segnava chiaramente che avevo perso 3 kg dall'inizio della gravidanza.
Ho passato una settimana a casa e poi sono tornata in ospedale perché stavo troppo male, qui ancora una volta ho incontrato persone che hanno profondamente segnato la mia psiche, una ginecologa mi ha lasciata in attesa fuori dal reparto 2 ore, ha avvicinato alla sedia dove stavo un cestino dell'immondizia dicendomi "vomita qui che non ho tempo". Trascorsa un'altra ora mi ha fatta entrare dicendomi che avevo una gastrite, la cosa mi ha molto stupita, non era possibile che avessi la gastrite se non riuscivo a mangiare niente da settimane. Ho cercato di spiegarle come stavo e lei si è arrabbiata tantissimo, chiedendomi di andarmene dopo avermi lasciato un pacco di medicinali per curare la gastrite in mano, che comunque non avrei potuto assumere dal momento che vomitavo ogni cosa che entrasse nella mia bocca.
Una volta tornata a casa con questa prima diagnosi come è andata?
Io sono tornata a casa e la situazione è peggiorata, continuavo a vomitare, a perdere peso, fino a che all'inizio di dicembre io pesavo già 6 kg in meno di quando era iniziata la mia gravidanza. A questo punto il mio ginecologo, spaventato per il mio stato di salute, mi suggerisce di provare a farmi visitare all'Ospedale Sant'Anna di Torino.
Quando sono arrivata già solo al triage si sono accorti che il mio stato di salute era terribile, non mi dimenticherò mai il volto della tirocinante dopo aver visto i valori altissimi della mia pressione, i risultati degli esami ai miei reni che lavoravano malissimo, e la mia urina era rossa ha detto "No, non è possibile che tu sia incinta, se stai così". Quindi sono stata ricoverata lì per 3 settimane e sono rinata, mi alimentavano attraverso la flebo, mi facevano tutti i giorni delle punture e soprattutto erano umani e mi trattavano benissimo.
Hai finalmente ricevuto la diagnosi corretta?
Sì, a dicembre finalmente, dopo mesi strazianti mi è stato detto che soffrivo di iperemesi gravidica, e sono stata mandata a casa con una cura efficace, dovevo prendere tutti i giorni 4 pastiglie, non riuscivo comunque a mangiare ma stavo un po' meglio. A febbraio poi sono nuovamente tornata all'Ospedale Sant'Anna, dove sono stata altre due settimane perché si era aggravata la mia situazione al fegato, c'era un inizio di colestasi gravidica, avevo poco liquido amniotico e avevo la pressione sempre molto alta. Poi era il periodo di inizio lockdown per il Covid-19 e quindi mi hanno suggerito di tornare a casa e di recarmi in ospedale una volta a settimana per tenere i miei valori sotto controllo.
Dopo la diagnosi nausea e vomito sono scomparsi?
Assolutamente no, ho sempre vomitato con una media di 5-6 volte al giorno, anche dopo febbraio. Non ho mai preso un kg per tutto il resto della gravidanza e a causa della mia pressione molto alta mia figlia è nata con un parto indotto.
Hai avuto paura per lei?
Sì, tantissimo. Mi chiedevo come potesse crescere dal momento che io non mangiavo nulla. Mi sentivo in colpa, anche perché assumevo diversi farmaci, e chiedevo a tutti i ginecologi se la bimba nonostante le cure stesse bene e loro mi tranquillizzavano. Infatti quando poi è nata sana e di più di 3 kg per me è stato un sollievo.
L'iperemesi gravidica ha lasciato strascichi sulla tua salute?
Sì, prima della gravidanza digerivo qualsiasi cosa, oggi soffro di gastrite, reflusso, ho problemi intestinali, non posso più mangiare certi cibi, sono in cura da un gastroenterologo e da una nutrizionista, grazie ai quali riesco a vivere senza prendere tantissimi farmaci.
Ti sei mai sentita sbagliata o sola?
Mi sono sentita a lungo non capita, nessuno mi ha mai veramente detto che cosa avessi all'inizio, e io stavo malissimo. Penso che forse uno schiaffo in pieno volto mi avrebbe fatto meno male che sentirmi ripetere di continuo che stavo solo esagerando ed era del tutto normale stare così.
È capitato che anche le persone che ti volevano bene sminuissero il tuo stato di salute?
Sì, tutti, ancora adesso è complesso far capire che non è una situazione normale. Ma io a causa di questa condizione, che so di per certo che si ripresenterà se dovessi rimanere nuovamente incinta, ho deciso che non avrò altri figli. Quando lo dico le persone mi etichettano come un'egoista, non hanno idea di quanto questa situazione mi abbia segnata a livello mentale e fisico.
Come è stato il periodo post- parto?
Il post parto è stato bello perché finalmente stavo bene, potevo mangiare anche senza prendere i farmaci o senza sentirmi sempre male. Però è stato brutto poi non riuscire a parlare in quel periodo di come ero stata, per il semplice motivo che non trovavo nessuno che mi capisse davvero.
Conoscevi già l'iperemesi gravidica prima di averla?
No, nessuno me ne aveva mai parlato. Ho fatto qualche ricerca online dopo la diagnosi, scoprendo così che anche Kate Middleton l'aveva avuta. Era una condizione che non conoscevo anche perché fino a quel momento la gravidanza mi era sempre stata dipinta come un momento meraviglioso. Penso che se l'avessi conosciuta prima, avrei vissuto la gravidanza con una consapevolezza diversa, preparata a quello che sarebbe potuto accadere al mio corpo e alla mia vita.
Cosa rispondi a chi dice che la gravidanza è il momento più bello per la vita di una donna?
Ogni volta che vedo, anche attraverso i social, dipingere la gravidanza come un momento per forza meraviglioso e di felicità estrema per me è un colpo al cuore, perché la gravidanza non è solo quello o meglio, non per tutte le donne.
Io ho una repulsione per quel periodo della mia vita, non sono mai riuscita causa la mia condizione mentale e fisica a fare neanche una foto durante la gravidanza, e se anche l'avessi non vorrei vederla. A me spiace molto non essermi goduta l'attesa della mia bimba che tanto avevo desiderato ma per me la gravidanza è stata a tutti gli effetti una malattia.
C'è una narrazione della gravidanza come di un sacrificio dovuto al figlio?
Sì, c'è una narrazione della gravidanza per la quale è normale che la donna soffra. Era anche per questo che all'inizio mi fidavo delle parole dei medici, anche se sminuivano la mia condizione facendomi stare malissimo, e ho iniziato a pensare che dovevo rassegnarmi a quella condizione.
Invece l'iperemesi gravidica non è una condizione normale, è una malattia. Vomitare 25 volte al giorno non è normale, è una malattia. Vomitare sangue non è normale, è una malattia.
Come racconterai la gravidanza a tua figlia quando sarà grande?
A dire il vero ancora oggi non so come le racconterò la gravidanza, perché per me è una ferita aperta, sulla quale ho fatto un importante lavoro ma che processerò del tutto tra molto tempo. Ma ho ancora qualche anno per scegliere come fare.
Come hai fatto a continuare a lavorare in questo stato?
Quando sono rimasta incinta stavo ancora studiando, ero al terzo anno di università ed è stata durissima, ma grazie al lockdown sono riuscita a non perdere le lezioni, seguendole da casa, in differita, sdraiata nel mio letto e così sono riuscita a laurearmi in tempo. Ma se fossi stata già operativa sul lavoro o obbligata ad andare in università in presenza non so come avrei fatto, stavo troppo male per continuare le attività quotidiane.
Alcune donne dicono che il dolore e la fatica della gravidanza spariscono quando si prende in braccio il proprio bambino, è vero?
No, o almeno così non è stato per me. La gioia per la nascita di mia figlia è stata grandissima ma mi è impossibile dimenticare quello che ho vissuto, non lo posso cancellare soprattutto dal punto di vista mentale, ho una cicatrice troppo profonda fatta di ricordi terribili di quel periodo.
Io (ma anche mio marito che mi ha vista stare così male) ho deciso a causa dell’iperemesi gravidica che mia figlia non avrebbe mai avuto fratelli, sono stata troppo male per pensare a una nuova gravidanza. Quindi no, il dolore non svanisce, anche se amo mia figlia più di ogni altra cosa al mondo.