Uno studio spiega perché i pediatri devono usare un linguaggio chiaro: “I bambini fraintendono le indicazioni mediche”
La capacità di comunicare è un'abilità molto importante per un medico. Per un pediatra poi, instaurare un dialogo e riuscire a far capire ai piccoli pazienti cosa stia accadendo al loro corpo e quali siano i corretti trattamenti per avviare un percorso di guarigione risulta fondamentale. Non sempre però questo canale comunicativo risulta efficiente come dovrebbe.
A dirlo è uno studio condotto dal Clear Clinical Communication Research Group dell’Università del Minnesota Medical School e pubblicato su Pediatrics, il quale ha analizzato le modalità con cui bambini interpretano le frasi più comuni utilizzate in contesti medici, rivelando come le parole dei medici portino a frequenti incomprensioni che, talvolta, possono comportare a conseguenze preoccupanti. La ricerca, svolta durante la Minnesota State Fair 2023, si è concentrata su bambini di età compresa tra i 4 e i 12 anni per identificare le lacune nella comprensione che possono generare paura o confusione.
Gli equivoci spaventano e provocano incertezza
L’indagine ha mostrato come, in base alla frase formulata, la comprensione dei piccoli poteva variare enormemente. Ad Espressioni come "responsi negativi ai test" (come nei casi di COVID-19 o si streptococco) erano ad esempio ben comprese, mentre frasi relativi alla necessità di predisporre un trasferimento di reparto o di chiedere un ulteriore consulto chirurgico, venivano spesso male interpretate. Alcuni bambini credevano che queste frasi significassero dover dormire sul pavimento o essere sottoposti a un intervento chirurgico senza scelta.
I fraintendimenti derivavano spesso da interpretazioni letterali di alcune espressioni che gli adulti tendono a dare per scontato: Ad esempio, alcuni pensavano che una TAC, che in inglese si dice CAT (Computerized Axial Tomography) coinvolgesse effettivamente dei gatti (cat, in inglese). Alcune interpretazioni, sebbene innocue, risultavano comunque fonte di ansia: molti bambini associavano l’espressione "essere messi a dormire" prima di un intervento chirurgico all’eutanasia di un animale domestico, temendo di non risvegliarsi mai più.
Raccomandazioni per i professionisti sanitari
Alla luce di simili risultati, il team di ricerca ha raccomandato ai professionisti della salute di evitare il gergo medico, utilizzare un linguaggio adeguato all’età e verificare frequentemente la comprensione dei piccoli pazienti. Secondo il dottor Michael Pitt, professore presso la University of Minnesota Medical School, "i bambini, a differenza degli adulti, potrebbero essere meno propensi a chiedere chiarimenti, rendendo queste incomprensioni la loro realtà". Per questo, ha continuato l'esperto è fondamentale che i clinici utilizzino un linguaggio chiaro, anche per termini apparentemente semplici, per ridurre le paure e migliorare l’esperienza medica dei bambini.