Uno studio rivela che non tutti gli schermi sono dannosi per i bambini: “Basta sensi di colpa per i genitori”
Si intitola "oltre al tempo trascorso davanti agli schermi" la nuova ricerca condotta dalla Curtin University che ha indagato in profondità quanto effettivamente il tempo trascorso sugli schermi incida sulla psiche e sullo sviluppo dei bambini.
I ricercatori hanno scoperto che a seconda del tipo di schermo utilizzato dai bimbi e dello stato della salute mentale dei loro genitori, non tutti gli schermi sono allo stesso modo nocivi per i più piccoli.
"Speriamo di vedere meno pressione e sensi di colpa nei genitori riguardo all'uso degli schermi. Spesso passa il messaggio che gli schermi dovrebbero essere banditi ai bambini ma non é così semplice, tutto di pende da come si usa il tempo davanti alla tv e come avviene quotidianamente l'interazione con i genitori", conclude la dottoressa Beynon.
Lo studio sui bambini di un anno
I ricercatori, consapevoli del fatto che, a discapito delle norme suggerite dai pediatri, molti genitori trovino pace nel lasciare i loro bimbi per qualche tempo davanti agli schermi, hanno cercato di capire se ad essere dannosi per i bimbi siano tutti gli schermi o solo alcuni e in specifici contesti familiari.
Sono state dunque scelte 3708 famiglie americane con bambini di età compresa tra 1 e 12 mesi. Al compimento di un anno del piccolo è stato chiesto ai genitori di compilare un questionario online riguardo alle abitudini con gli schermi del bambino. Hanno dovuto specificare quanto tempo e su quali schermi i loro bambini trascorrevano i pomeriggi, e, le mamme in particolare, hanno dovuto specificare il loro utilizzo dei dispositivi. Oltre a questo sono stati presi in esame dal test i progressi dei bambini per quanto riguarda la motricità fine, la situazione culturale, socio-economica e di salute mentale della famiglia in generale.
Meno sensi di colpa per i genitori
Dai risultati è emerso che l'utilizzo di dispositivi touch screen, come tablet o cellulari, da parte di bambini fino ad un anno di vita, anche per soli 5 minuti ogni giorno, è associato a uno scarso sviluppo infantile della motricità grossolana, le abilità ossia che comprendono il lancio di oggetti, la corsa, e in generale il controllo dei muscoli. Ad essere meno pericolosa in questo senso sembra essere la tv, i bambini che la guardano, anche per più di una mezz'ora al giorno, infatti, non risultano avere alcun ritardo nello sviluppo. La dottoressa Amber Beynon, una delle firmatarie della ricerca afferma infatti che: "Bisogna sempre verificare se i bimbi siano soli a guardare i contenuti davanti agli schermi o con i genitori, se mentre guardano la tv sono passivi o se interagiscono con essi, per comprendere in che modo questi incidano sul loro sviluppo". Attività interattive davanti agli schermi infatti non sono per nulla associate a ritardi nello sviluppo dei bimbi anzi.
Altri fattori sembrano avere invece una presa più forte sulle abilità apprese dai bambini nel corso del loro primo anno di vita, la salute mentale dei loro genitori, più questa è compromessa più i bambini si sviluppano lentamente. I ricercatori hanno scoperto che l'utilizzo degli schermi da parte dei bambini in questi casi è solo una conseguenza dello stato di salute mentale dei loro genitori. "La salute mentale della mamma compromessa è correlata alla quantità di tempo che il bambino trascorre davanti a schermi o tv". Mamme con ansia o depressione dunque trascorrono più tempo al cellulare o davanti al televisore, insieme al loro neonato, senza però riuscire ad interagire con lui, dando vita così ad un circolo vizioso che porta i piccoli a risultare meno capaci di autoregolarsi, meno abili nel linguaggio, nelle competenze sociali e in seria difficoltà a prendere sonno o a riposare a sufficienza.
I ricercatori hanno ultimato il loro lavoro spiegando che ritengono semplicistico accusare i genitori per il tempo che i loro bimbi trascorrono davanti agli schermi, per questo hanno deciso di indagare quali fattori correlati facciano la differenza per i bambini. "Un bimbo che sta troppo davanti agli schermi, un genitore che glielo permette, nascondono sempre altro – spiega la professoressa Beynon – Gli schermi sono ovunque ed è normale che i bimbi vi interagiscano fin da piccoli, dal momento che non spariranno cerchiamo di supportare i genitori piuttosto che riempirli di pressioni e sensi di colpa" ha concluso.