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Una zucca bianca ad Halloween per sensibilizzare sul tema del lutto perinatale e infantile

Il mese di ottobre è il mese in cui si festeggia Halloween e si sensibilizza sul tema del lutto perinatale e dell’aborto spontaneo, per questo la zucca bianca diventa il simbolo di questo dolore che spesso rimane inascoltato.
A cura di Sophia Crotti
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zucca bianca

Su TikTok spopolano delle zucche bianche, dipinte con nomi di bambini sulla superficie. Non si tratta solamente di una nuova e particolare decorazione per Halloween, ma del simbolo di un dolore immenso, che spesso rimane nel silenzio dell’abitazione della donna e della famiglia che si trova a provarlo, il lutto perinatale.

La tradizione della zucca bianca

Da ottobre 2021 le zucche bianche il giorno di Halloween hanno un significato speciale per il mondo intero, poste davanti alle abitazioni con un fiocco colorato e un nome raccontano di quei bambini mai nati o morti poco dopo la nascita.

L’idea è divenuta popolare grazie  a Jennifer Stephens Giles che ha scritto una poesia dal titolo “Zucca bianca” in memoria dei bambini mai nati e dei genitori che vivono tra le mura di casa un dolore di cui si parla sempre molto poco. La festa più paurosa dell’anno cade proprio nel mese della consapevolezza del lutto perinatale o durante la gravidanza, da qui l’idea di dedicare a tutti i bambini mai nati una zucca bianca su cui scrivere il nome del piccolo.

Il mese di ottobre per la consapevolezza del lutto perinatale

Il mese di ottobre è il mese per la consapevolezza del lutto durante la gravidanza o perinatale, ed in particolare il 15 è stata la giornata che a livello globale ha fatto luce su un fatto dolorosissimo per le donne che lo sperimentano, la perdita di un bambino, prima che venga al mondo o subito dopo essere venuto alla luce. La ricorrenza è stata importata dagli Stati Uniti, dove venne scelto il mese di ottobre proprio perché coincideva con il mese della sindrome della morte in culla (SIDS). In Italia si stima, secondo gli ultimi dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che tra il 2017 e il 2019 le morti perinatali fossero circa 4 ogni 1000 nascite.

Il lutto di un bebé che si aspettava, avvenga nelle prime settimane di gravidanza, quando viene definito aborto spontaneo, nelle fasi ultime della gestazione quando si parla di morte intrauterina o a pochi istanti dalla nascita quando invece si parla sempre di lutto perinatale, colpisce duramente le famiglie, tanto da essere considerato a livello legale al pari della malattia. Il decreto legislativo 151 del 2001, infatti, definisce l’interruzione di gravidanza, comunque questa avvenga entro il 180esimo giorno di gestazione come la malattia, concedendo alla donna un periodo di astensione dal lavoro retribuito della durata variabile dai 7 ai 14 giorni. 

Se la perdita del bambino avviene invece dopo il 180esimo giorno allora la donna ha diritto al congedo di maternità e il papà ai suoi 10 giorni di congedo parentale.

Il lutto perinatale e le ripercussioni sulla psiche

Il Manuale Msd spiega nel dettaglio quali siano le ripercussioni psicologiche che la morte di un bambino in utero o appena dopo la sua nascita possono portare alla donna che le vive:

  • lutto: la morte di un bambino appena nato o che sarebbe dovuto nascere provoca in risposta un dolore che non va soppresso ma esposto ed ascoltato
  • senso di colpa: secondo il manuale Msd le donne tendono a manifestare un forte senso di colpa quando vivono un aborto spontaneo, come se la perdita del bambino fosse stata causata da una loro incapacità o da un farmaco o da una condotta che credono scorretta, anche se non è così.
  • ansia: è molto complesso gestire la possibilità di avere una seconda gravidanza dopo che si ha vissuto un lutto perinatale, per tanto è importante parlare con un terapista se se ne ha bisogno e il proprio medico curante per gestire questa situazione.
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