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Una matematica ha scovato un periodo in cui è più probabile concepire figli maschi

La matematica inglese Hannah Fry ha analizzato le curve demografiche successive ai periodi post-bellici, riscontrando un notevole aumento di nascite di bambini maschi. Nei decenni molte teorie hanno tentato di spiegare il trend, ma per Fry una possibile ragione potrebbe risiedere nel momento stesso del concepimento. La stessa studiosa ha però frenato gli entusiasmi: “Il fenomeno è riscontrabile solo su larga scala ed è quasi impossibile che una singola coppia possa sfruttarlo per decidere il sesso del nascituro”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Molti genitori sperano di poter influenzare il sesso del proprio bambino, ma la scienza dimostra che non esiste un metodo garantito per determinare la nascita di un maschio o di una femmina. Alcune coppie hanno provato ad aumentare le probabilità attraverso tecniche naturali, come programmare i rapporti sessuali in base all'ovulazione o modificare la dieta, ma i risultati sono spesso altalenanti e influenzati da fattori imprevedibili. Nonostante ciò, la curiosità su possibili fattori influenzanti il sesso del nascituro continua a stimolare la ricerca.

La matematica britannica Hannah Fry ha però recentemente postato un video su Instagram che ha contribuito a riportare all'attenzione un fenomeno storico curioso: un aumento delle nascite di bambini maschi in Inghilterra e Galles dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale. Questo schema non è isolato a questi due eventi, ma si è verificato anche in altri paesi in periodi post-bellici.

Il fenomeno, noto come returning soldier effect ("l'effetto ritorno del soldato"), ha stimolato diverse teorie nel tentativo di spiegarne le cause e, secondo la matematica, una delle possibile cause risiede in un preciso periodo del mese in cui è più facile che una donna concepisca un bimbo di sesso maschile.

Selezione naturale o compensazione?

Una delle spiegazioni più discusse riguarda la selezione naturale. Alcuni scienziati ipotizzano che i soldati sopravvissuti ai conflitti siano tendenzialmente più sani e robusti rispetto alla media della popolazione. Secondo l'ipotesi di Trivers-Willard, un'idea controversa avanzata negli anni'70 che ha dato risultati contrastanti in diverse specie, i genitori più sani e in condizioni favorevoli hanno maggiori probabilità di concepire figli maschi. Di conseguenza, il ritorno dei soldati "più forti" potrebbe aver influenzato l'aumento delle nascite di maschi.

Un'altra teoria suggerisce che la natura stessa possa agire per compensare le perdite subite in guerra. Poiché i conflitti tendono a ridurre il numero di uomini nella popolazione, l'aumento della nascita di maschi potrebbe essere un meccanismo evolutivo per riequilibrare il rapporto tra i sessi e garantire la sopravvivenza della specie. Questa ipotesi si basa sull'osservazione che le popolazioni tendono a mantenere un rapporto relativamente stabile tra uomini e donne nel corso del tempo.

Il fattore del concepimento precoce

Una spiegazione più diretta riguarda invece il momento del concepimento. Fry ha evidenziato come il periodo esatto in cui una donna rimane incinta possa influenzare, seppur in modo minimo, il sesso del bambino. Studi scientifici indicano che concepire leggermente prima dell'ovulazione aumenta, seppur di poco, la probabilità di avere un figlio maschio. Dopo una guerra, i soldati tornano a casa e spesso hanno rapporti sessuali più frequenti con le proprie compagne, portando a un numero maggiore di gravidanze in questa fase iniziale del ciclo. Questo potrebbe spiegare l'aumento di nascite di maschi nei periodi postbellici.

Il "trucco"o non può aiutare i genitori a scegliere il sesso del bebè

Nonostante le teorie avanzate, Fry ha tenuto a precisare come il fenomeno non sia facilmente controllabile a livello individuale. Le variazioni nelle probabilità di concepire un maschio o una femmina sono troppo ridotte per essere sfruttate da una singola coppia. Tuttavia, quando si osservano intere popolazioni, la tendenza diventa più evidente. Alla fine di una guerra, un aumento dell'attività sessuale porta a un aumento delle gravidanze nei primi giorni del ciclo mestruale, con il conseguente incremento della nascita di bambini maschi.

Probabilmente serviranno ancora numerosi approfondimenti per svelare gli aspetti più celati della questione, ma, come ricordato da Fry, il fenomeno resta un interessante esempio di come eventi storici possano avere effetti inaspettati sulla demografia e sulla biologia umana.

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