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Una mamma ha raccontato la difficile decisione di sospendere le cure del figlio: “Conta solo la sua felicità”

Levi Wright, un bimbo di 3 anni dello Utah, è precipitato in fiume mentre giocava con il suo trattore giocattolo. A causa di una grave lesione cerebrale il bimbo non si è mai ripreso, rimanendo in vita solo grazie alle macchine. La mamma ha condiviso su Facebook la difficile decisione di sospendere le cure.
A cura di Sophia Crotti
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Kallie Wright
Credits: profilo Fb di Kallie Wright

Era il 21 maggio quando il piccolo Levi Wright, un bimbo di soli 3 anni dello Utah, è finito in un torrente mentre guidava il suo trattore giocattolo, uno dei suoi balocchi preferiti. Il piccolo si stava spostando, come di consueto, nelle prossimità di casa sua, ed in particolare tra i prati che separano la sua abitazione da quella della nonna, quando è precipitato rovinosamente nel fiume.

I suoi genitori, famosi sui social poiché il papà del bimbo è un campione di rodeo, hanno condiviso su Facebook il decorso della degenza del piccolo in ospedale, fino a raccontare come hanno preso la decisione più complessa della loro vita.

La dinamica dell’incidente

Il 21 maggio il piccolo stava giocando nel giardino di più di 24 acri (quasi 100.000 metri quadrati) che attornia casa sua e quella di sua nonna, spiega la mamma in un post su Facebook, quando è precipitato nel fiume.

So che è complesso comprendere come sia possibile una cosa del genere, ma c’è un torrente che attraversa la nostra proprietà e che divide casa nostra da quella della nonna dei miei figli”.

bimbo in ospedale

La mamma continua nel post spiegando che a dividere la sua abitazione da quella dei nonni dei bimbi c’è una strada di cemento, che sovrasta il fiume e che lei, il compagno e i figli avevano attraversato insieme decine di volte. Quel fiume è secco per tutto l’anno ma la piena si verifica in primavera, improvvisamente, per pochi giorni.

Levi non ha fatto nulla di diverso dal solito, è passato sul quel tratto di cemento un milione di volte con i suoi fratelli, camminando, andando in bici o sui pattini, ma questa volta l’acqua era al suo livello massimo e prima che se ne accorgesse ha gettato fuori strada il suo trattore, facendolo precipitare nel torrente”.

Il piccolo dunque quel pomeriggio ha chiesto alla sua mamma di poter fare un giro attorno all’abitazione sulla sella del suo trattore giocattolo, la mamma ha acconsentito dicendogli di non andare troppo lontano, e di non attraversare il fiume dal momento che la nonna, che si trovava dalla parte opposto del corso d’acqua, quel giorno era via per delle commissioni.

Sono tornata in casa, non ricordo se per controllare l’altro bimbo che dormiva o per rassettare, e questa decisione mi perseguiterà per sempre. In quel momento il piccolo Levi era solo una mia responsabilità”.

Appena si è accorta dell’assenza del bambino, attorno alle 18.00, la giovane mamma ha allertato i soccorsi e ha iniziato a cercarlo, lo hanno trovato poco dopo a valle i soccorritori accorsi, si legge sul sito di informazione online People, privo di sensi. Al piccolo sono subito state fatte le manovre salva vita ed è poi stato trasportato con urgenza al Primary Children's Hospital di Salt Lake City.

palliative

3 giorni dopo l’incidente la mamma ha condiviso un post su Facebook pieno di speranza: “Levi si è svegliato! Quanto è tosto il mio bambino”. Il piccolo, come spiega la mamma in un post successivo, si è svegliato a più riprese mentre lei e i dottori parlavano della sua passione per i trattori e gli escavatori giocattolo, ma è sempre rimasto sotto sedativi, in attesa di un’ulteriore risonanza magnetica.

La difficile decisione della famiglia

Le condizioni del bambino sono apparse subito gravissime a causa di una brutta lesione cerebrale e per quasi due settimane è rimasto sedato, ha subito elettrocardiogrammi e risonanze magnetiche, che non hanno mai dato i risultati sperati.

A tenerlo in vita sono stati solamente dei macchinari per tutta la sua degenza e la sua mamma ha condiviso su Facebook le ipotesi che i medici hanno presentato loro prima che prendessero la più complessa decisione della loro vita.

cure palliative

La terapia in camera iperbarica non è nemmeno mai stata un’opzione perché per accedervi Levi sarebbe dovuto essere in condizioni stabili, ma non lo è mai stato. Un’altra alternativa poteva essere la tracheotomia, grazie a un tubo che passa dalla gola ai polmoni avrebbe potuto respirare, grazie ad un sondino poi si sarebbe potuto alimentare dal naso e grazie ad un buco nel fianco avrebbe potuto andare in bagno”.

Dopo aver sentito tantissimi neurologi, aver confrontato possibili terapie, e aver compreso che il bimbo avrebbe vissuto, per non si sa quanto, nella sofferenza, in un letto d’ospedale, attaccato alle macchine, i due genitori hanno preso la decisione più straziante di sempre.

Io e mio marito Spencer abbiamo trascorso l'ultima settimana a esplorare tutte le terapie e abbiamo capito che nessuna cura avrebbe riportato Levi ad essere felice. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma poi abbiamo capito che LA SUA felicità viene prima della nostra, punto”.

hospice pediatrico

Dopo questa ultima comunicazione della mamma ai suoi followers, avvenuta il 31 maggio 2024, il piccolo è venuto a mancate il 2 giugno scorso.

La mamma del bimbo ha condiviso un ultimo messaggio, indirizzato soprattutto a chi ha commentato i suoi post incolpandola dell’accaduto e giudicando lei e il marito per la scelta:

"1. Non sono una mamma perfetta ma sono una brava mamma. 2. Il mio bambino mi amava tantissimo.  3. Bastano pochi secondi di distrazione e può succedere a chiunque. Ma io prego affinché chiunque mi sta giudicando o ha parole offensive da dire non si trovi mai a vivere un incubo come questo”.

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