“Un neonato con la camicia molti medici lo vedono solo sui libri”: il direttore del reparto dove é nato Alexander
Alexander è nato da pochi giorni e già tutti parlano di lui. Con grande stupore dei suoi genitori, che come ci dice il dottor Rulli non conoscevano questa possibilità e del team medico presente, che un bimbo nato nel sacco amniotico intatto lo avevano visto solo sui libri di testo, perché il piccolo è nato con la camicia.
Il dottor Roberto Rulli, direttore di unità operativa complessa di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale di Bassano del Grappa, proprio dove è nato il piccolo Alexander ha spiegato a Fanpage.it la nascita con la camicia del bambino.
Dottor Rulli, Alexander è nato nel vostro ospedale con la camicia, cosa significa?
Alexander è nato con la camicia, poiché è venuto al mondo coperto dalle membrane amniotiche, rimaste integre con ancora il liquido amniotico all'interno.
Si tratta di una situazione medica pericolosa per mamma e bambino?
No, non è una condizione clinica di pericolo, perché il bambino è attaccato al cordone ombelicale che continua a fornirgli sangue e ossigeno. So che sentir parlare di nascita con la camicia stranisce ma a dire il vero il meccanismo con il quale il bimbo viene al mondo è molto simile a quello che si cerca di ricreare con il parto in acqua. Anche in quella situazione la donna è immersa nella vasca e da alla luce il bambino che passa da un ambiente liquido ad un altro ambiente liquido, senza bere acqua o morire soffocato, proprio perché come fosse un palombaro, il cordone gli fornisce tutto ciò di cui ha bisogno.
In tanti hanno commentato la notizia dicendo “ma anche il mio bambino è nato con la camicia”, dunque non è una condizione poi tanto rara?
È una condizione assolutamente infrequente, poi sicuramente viene descritta dalla letteratura. Ma dipende tutto da cosa si intende, un conto è quando si ha un bambino che nasce con le membrane, un conto è se nasce con il sacco integro e dunque ancora avvolto dal liquido amniotico. A questo punto le membrane vengono rotte con una forbice o una pinza, esce il liquido amniotico e la situazione è quella di un palloncino che si sgonfia. Le membrane scivolano via.
In gergo popolare nascere con la camicia significa essere fortunati, un bambino che nasce in questa maniera “più dolce” è effettivamente fortunato?
Io penso che questi siano meccanismi che vengono studiati da tanti anni, noi possiamo pensare ai segnali indiretti di adattamento alla vita, sicuramente il passaggio è molto graduale perché il bimbo, ancora avvolto nel liquido amniotico, inizia a vedere la luce, gradualmente con un passaggio progressivo.
È esattamente ciò che artificialmente noi cerchiamo di ricreare con il parto in acqua, pensato sia per l’effetto positivo dell’acqua calda sulla madre, sia per dare al bambino un trapasso dolce e graduato.
Lei era presente quando è nato Alexander nel vostro ospedale?
Non ero lì, perché non era il mio turno, ma posso dire che i medici che hanno assistito a questa nascita con la camicia erano tutti molto contenti, perché la maggior parte di loro conosceva questa eventualità ma solo dai libri, dunque è stata vissuta con molta sorpresa ma anche con allegria. Poi hanno spiegato alla coppia cosa stava succedendo, dal momento che durante il corso pre-parto non si parla di questa evenienza, data la rarità.
Il taglio del cordone poi avviene allo stesso modo? È sempre il partner a poterlo fare?
Sì, noi poi lo facciamo con particolare attenzione perché il nostro ospedale di Bassano del Grappa è uno degli ospedali riconosciuti come ospedali amici del bambino, perché pratichiamo il clampaggio ombelicale, il cordone viene tagliato in ritardo, il piccolo viene un po’ asciugato, messo sul grembo materno, attaccato al seno, coperto con un lenzuolino e si lascia attaccato al cordone finché smette di pulsare, a volte di più.
Il parto in acqua quindi è consigliabile per le donne che hanno la possibilità di farlo in una struttura vicina a loro?
Il parto in acqua non è per tutte le donne, l’essere umano non è un mammifero acquatico ma terrestre, per tanto ci sono persone che ne traggono giovamento e persone che non ne traggono. Capita che le pazienti dicano che preferiscono uscire dopo ore di immersione ma quando il bimbo ancora non è nato, e noi medici assecondiamo le loro esigenze. Sicuramente il vantaggio della vasca con l’acqua calda è anche il potere antidolorifico e rilassante del liquido caldo e la nascita del bambino meno traumatica, dal momento che passa da un ambiente in cui è immerso nel liquido ad un altro ambiente simile.