Un genitore su cinque teme che il figlio non abbia abbastanza amici
Stringere amicizie e intessere relazioni social al di fuori del nucleo familiare è sempre stata una parte importante del percorso di crescita di qualsiasi bambino. Secondo un recente studio condotto dall'University of Michigan Health C.S. Mott Children’s Hospital però, molti genitori sono convinti che oggigiorno i loro figli facciano molta più fatica a fare amicizia rispetto al passato.
Un genitore su cinque si è infatti detto convinto che il proprio figlio stia incontrando notevoli difficoltà nel frequentare altri coetanei, indicando tra le possibili cause il carattere molto introverso del bambino, la mancanza di luoghi d'incontro o l'esistenza di gruppetti di amici già consolidati nei quali è complicato inserirsi.
Proprio questa preoccupazione starebbe spingendo sempre più madri e padri ad attivarsi in prima persona per aiutare i bambini a frequentare nuove persone, anche se gli esperti non mettono i guardia sull'effettiva efficacia di simili intromissioni: intervenire troppo nelle dinamiche sociali dei figli potrebbe infatti ostacolare la loro crescita.
Il sondaggio
Lo studio ha coinvolto 1.031 genitori di bambini di età compresa tra i sei e i dodici anni sparsi per tutti gli Stati Uniti, sondando le loro esperienze e preoccupazioni riguardo alle amicizie dei figli.
Stando alle risposte ottenute, un genitore su cinque pensa che il proprio figlio non abbia amici o non ne abbia abbastanza. E non perché i giovani siano di colpo diventati dei lupi solitari: il 90% dei genitori intervistati, crede infatti che il loro bambino desideri stringere nuove amicizie, ma più della metà segnala difficoltà per i figli nel farlo, attribuendole a fattori come timidezza, ansia sociale, condizioni mediche o scarse opportunità di socializzazione.
Adulti sempre più attivi nel cercare di favorire le amicizie dei figli
Il questionario, sottoposto ai partecipanti nell’agosto 2024, ha quindi indagato sulle difficoltà che i bambini incontrano nel socializzare e, soprattutto, ha analizzato le strategie adottate dai genitori per favorire la nascita di nuove amicizie.
Tra i metodi più comuni pensati dai genitori per aiutare i figli a fare nuove conoscenze, il 75% ha dichiarato di aver organizzato incontri o attività per incentivare la socializzazione. Altri hanno incoraggiato i bambini a partecipare ad attività che li mettessero in contatto con coetanei che condividono interessi comuni o hanno dato consigli su come approcciarsi agli altri.
Un ulteriore 25% dei genitori ha invece cercato di stringere amicizia con altri genitori con figli coetanei, così da facilitare l’incontro tra i bambini. L’approccio però sembra cambiare a seconda dell’età e delle esigenze sociali del bambino.
"Aiutare i bambini a fare amicizia significa trovare il giusto equilibrio tra guida, incoraggiamento e spazio per gestire le situazioni sociali in modo indipendente" ha spiegato Sarah Clark, co-direttrice del Mott Poll, suggerendo ai genitori di scegliere alcune attività gradite ai bambini e che si posano svolgere in piccoli gruppi, lasciando loro lo spazio necessario per sentirsi a proprio agio nell'interazione con i coetanei.
Il ruolo della tecnologia
Per quanto riguarda l’uso dei social media come strumento per facilitare le amicizie, i risultati hanno mostrato che un quarto dei genitori di bambini in età da scuola media consenta ai figli di utilizzare piattaforme online per rimanere in contatto con i coetanei. Tuttavia, Clark avverte del rischio di esporre i bambini a influenze negative che potrebbero compromettere il loro benessere mentale, sottolineando l’importanza di insegnare loro un uso responsabile dei social.
I genitori cerano famiglie simili alle loro
Un aspetto sorprendente del sondaggio riguarda il fatto che due genitori su tre ritengano importante che gli amici dei loro figli provengano da famiglie simili alla loro, soprattutto per quanto riguarda lo stile educativo.
Oltre un terzo dei genitori ha poi espresso preferenze legate a convinzioni politiche o religiose, mentre meno preoccupazioni sono state riservate a fattori come il livello di istruzione o reddito delle famiglie degli amici.
Clark ha però tenuto a sottolineare che limitare le amiciziea famiglie con background simili potrebbe ostacolare lo sviluppo di una mentalità aperta nei bambini. Le scuole, infatti, sono luoghi dove i ragazzi possono entrare in contatto con persone di diverse estrazioni e acquisire una maggiore flessibilità e apertura mentale, capacità essenziali per il futuro.