Un bambino delle elementari su tre usa il cellulare ogni giorno senza avere le competenze digitali minime per farlo

Nel Bel Paese non solo gli adulti hanno sempre la testa china sugli schermi di tablet e cellulari, ma anche i bambini delle elementari. Sono i dati allarmanti raccolti da Save The Children in occasione della nuova campagna volta a promuovere l'educazione digitale.
Quanti bambini usano cellulari e social
Secondo i dati raccolti se fossimo in un parco giochi, davanti a una scuola elementare, potremmo vedere un bambino ogni 3 di età compresa tra i 6 e i 10 anni, intento a fissare lo schermo di un cellulare. Basta spostarci alle scuole medie, invece, per scoprire che il 62.3% dei pre adolescenti, ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, ha un account social attivo, nonostante la legge preveda che questi possano attivarlo compiuti i 14 anni o i 13 con l'autorizzazione di un genitore.
L'82.2% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 13 anni utilizza il proprio smartphone soprattutto per messaggiare ed entrare in contatto con il gruppo dei pari, nel 30.2% dei casi tuti i giorni, nel 31.3% più volte al giorno. E se qualcuno dirà che i ragazzi hanno bisogno di internet per informarsi e trovare materiale per le ricerche scolastiche dovrà tristemente prendere consapevolezza del fatto che solo 1 su 5 legge i giornali online o accede al web per raggiungere siti di informazione, solo il 9.6% segue corsi online.
Un altro contesto nel quale soprattutto i ragazzi fanno un uso smodato di cellulari o schermi è quello del videogaming, a riscontrare problematicità è il 30.9% dei ragazzi e il 19.8% delle ragazze a soli 11 anni.
Le conseguenze di un uso precoce delle piattaforme
I ragazzi dunque contravvenendo ad ogni regola imposta dalla legge o raccomandata dalla società italiana di pediatria, usano i cellulari molto prima e molto più di quanto dovrebbero. Chiusi nelle loro camerette danno dunque l'illusione ai loro genitori di essere al sicuro, ma ce lo ha insegnato la serie TV Adolescence, che dietro a quelle porte si nasconde un mondo preoccupante e spaventoso del quale i genitori non conoscono nemmeno i linguaggi. Secondo i dati trasmessi da Save The Children, ma raccolti dalla Polizia Postale, i casi di cyberbullismo sono aumentati del 12% tra il 2023 e il 2024, coinvolgendo soprattuto i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Sono aumentati anche i casi di pedopornografia, del 6% e di adescamento di minori, intercettati dai malintenzionati soprattutto nella fascia d'età compresa tra i 10 e i 13 anni.
Oltre a queste spaventose conseguenze di un accesso alla rete precoce e non preceduto da una corretta educazione all'utilizzo dei dispositivi, i ragazzi rischiano anche di incorrere in dipendenze e altri disturbi:
- incapacità di controllare il tempo trascorso online
- ansia all'idea di non poter accedere ai social
- attacchi di rabbia
Questi sentimenti interessano, a seconda dell'età, con percentuali differenti ragazzi e ragazze. A fare un uso problematico dei loro cellulari, a 11 anni è il 15.6% delle ragazze, contro il 14.1% dei ragazzi, a 13 anni diminuiscono i maschi ma aumentano le femmine con una percentuale del 20.5%, a 15 anni per i maschi scende arrivando all'8.8% mentre quella delle ragazze rimane circa stabile.
Ma i ragazzi sanno davvero usare le loro piattaforme preferite?
Bambini e ragazzi iniziano ad usare smartphone e schermi quando sono ancora analfabeti dal punto di vista digitale, proprio per questo rischiano di incappare, con maggior frequenza, nelle insidie del web. Smanettano online ma non sanno:
- condividere lo schermo durante una chiamata
- nel 46.1% dei casi, distinguere una fakenews da una notizia corretta
- quale sia l'età minima concessa dalla legge per l'accesso ai social
- rendere il proprio profilo privato sui social
- nel 56.8% dei casi, quali siano le ripercussioni legali di quanto accade online
Queste competenze di base digitali sarebbero invece essenziali per fare un uso corretto e funzionale della rete. In Italia, secondo i dati ICILS, tra preadolescenti e adolescenti queste competenze stanno migliorando, con un immenso divario, però, tra le varie aree del Bel Paese. Nel Nord Italia solo l'8% dei piccoli non raggiunge le competenze minime digitali, nel Sud la percentuale sale del 17%. Solo tra i 16 e i 19 anni la metà dei ragazzi acquisisce le competenze minime digitali, dato preoccupante dal momento che inizia a navigare, seppur non dovrebbe, molto prima.