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Tutti i benefici del contatto pelle a pelle: per la scienza è una pratica che fa bene sia al bebè che al genitore

Il contatto pelle a pelle non è solo un gesto affettuoso, ma una vera e propria necessità per lo sviluppo fisico, emotivo e psicologico del bambino. Un ricercatore dell’Anglia Ruskin University ha recentemente condiviso un articolo nel quale ha riassunto l’ormai imponente letteratura scientifica che conferma i vantaggi dello “skin to skin” per la salute fisica ed emotiva dei neonati e dei loro genitori.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il contatto pelle a pelle skin to skin secondo la dicitura anglosassone – è uno degli strumenti più potenti e naturali che i genitori hanno a disposizione per rafforzare il legame con i loro figli durante le prime settimane di vita dei neonati, tuttavia gli effetti di questa pratica sembrano estendersi ben oltre la primissima infanzia.

In un recente articolo comparso sul sito d'informazione accademica The Conversation, il professor Viren Swami, psicologo sociale presso l’Anglia Ruskin University, ha esplorato in modo approfondito i benefici di questa pratica fondamentale, sottolineando come il semplice gesto di tenere il bambino a contatto diretto con il corpo del genitore possa influenzare positivamente lo sviluppo fisico ed emotivo del neonato. Secondo una nutrita letteratura scientifica, infatti, il tocco genitoriale – sia esso una carezza, un abbraccio o un semplice gesto di affetto – risulta essenziale per crescere bambini sereni e sicuri all'interno del proprio ambiente familiare.

Il contatto pelle a pelle: la prima forma di comunicazione

Nel corso degli anni, gli studi sullo sviluppo infantile hanno evidenziato la rilevanza del contatto fisico a partire dalle prime settimane di vita.  Secondo Swami, la Psicologia ha molto da imparare da esperimenti come quello condotto negli anni ‘50 dallo psicologo americano Harry Harlow, che mise in luce l’importanza del contatto materno partendo dal comportamento dei cuccioli dei macachi rhesus, i quali preferivano aggrapparsi a una madre surrogata di stoffa piuttosto che a una realizzata in filo metallico, che, pur offrendo il latte, non forniva alcun conforto fisico.

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Per Harlow, tale scoperta sollevava un tema cruciale: il tocco, il contatto, è un bisogno fondamentale per i mammiferi appena nati, che va ben oltre la semplice necessità fisiologica di alimentarsi.

Il tatto "che nutre"

Il contatto fisico inizia a svolgere un ruolo cruciale ancor prima che il bambino nasca. Studi come quelli citati da Swami (tra cui il lavoro di un team tutto italiano pubblicato su Plos One) hanno ampiamente dimostrato come già a otto settimane di gestazione il feto reagisca al contatto, mentre a 14 settimane i gemelli comincino a succhiarsi le dita e ad esplorarsi reciprocamente, in una continua "danza" di interazioni e scoperta dell'ambiente circostante. A 20 settimane, inoltre, il feto reagisce in modo percepibile ai tocchi della madre, dando il via a un legame di stimoli e risposte che poi proseguirà fuori dal pancione.

Non sorprende quindi che il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita sia raccomandato dalle principali istituzioni sanitarie, come l'UNICEF e i servizi nazionali sanitari dei singoli Paesi, per favorire il legame tra genitori e neonati. Questo tipo di contatto non solo facilita l’allattamento, ma contribuisce anche alla regolazione della temperatura corporea, della respirazione e del battito cardiaco nei neonati.

I benefici del contatto: dalla salute fisica al benessere emotivo

Proseguendo nella sua rassegna, il dottor Swami ricorda come siano ormai decine e decine le ricerche che hanno evidenziato gli effetti positivi del contatto pelle a pelle, anche a lungo termine. Un'analisi del 2024 che ha esaminato 52 studi con oltre 4.000 neonati ha ad esempio confermato che pratiche come il massaggio neonatale o il contatto pelle a pelle migliorano la salute del neonato. Questi benefici sono ancora più marcati quando il tocco proviene dal genitore, rispetto al personale medico. Infatti, il contatto fisico favorisce non solo la salute fisica, ma anche lo sviluppo emotivo del bambino, migliorando il sonno, la tolleranza al dolore e il guadagno ponderale.

Inoltre, il contatto pelle a pelle stimola il rilascio dell’ossitocina, il cosiddetto "ormone dell’amore" che rafforza il legame tra genitore e figlio, e al contempo riduce i livelli di cortisolo, un ormone legato allo stress, migliorando così la gestione della tensione nei neonati.

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Gli effetti positivi del contatto pelle a pelle sembrano poi ancora più evidenti nei neonati prematuri. La pratica del "kangaroo care" (cura da canguro) – una tecnica identificata dall'OMS come "salvavita" che implica il contatto diretto pelle a pelle tra il genitore e il neonato prematuro – ha dimostrato di ridurre il rischio di infezioni, il deperimento del corpo e le complicazioni respiratorie. Inoltre, i bambini sottoposti a questo approccio fisico mostrano anche un miglioramento nelle capacità di allattamento e un maggiore guadagno di peso durante il percorso di crescita.

I benefici sul lungo periodo

Non sono solo i neonati a trarre vantaggio dal contatto pelle a pelle. Gli effetti positivi di questo tipo di interazione si estendono fino all’infanzia e all’adolescenza. Studi su bambini e adolescenti hanno dimostrato che il tocco affettuoso da parte dei genitori o di altre figure di supporto, come gli insegnanti, gioca un ruolo cruciale nello sviluppo psicologico e nel benessere dei bimbi. In particolare, il contatto affettuoso aiuta i bambini a sviluppare un senso di sicurezza emotiva che culla e conforta il piccolo, un elemento fondamentale per gestire i momenti di stress durante la crescita. Le ricerche hanno infine dimostrato che un contatto affettuoso regolare riduce anche i. comportamenti aggressivi durante l’adolescenza e promuove la capacità di interagire empaticamente con gli altri.

Insomma, come Swami ha voluto sottolineare, un gesto tanto semplice come un abbraccio può infatti sostenere lo sviluppo di competenze sociali importanti per una vita adulta sana. Per questo lo studioso si augura che famiglie e istituzioni abbandonino definitivamente alcune vecchie convinzioni – Swami ha ricordato come ancora oggi qualcuno creda che dimostrare troppo affetto al bambino contribuisca a renderlo fragile e insicuro) – e promuovano sempre lo skin to skin per iniziare fin dai primi istanti di vita il cammino condiviso tra genitori e figli.

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