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Tuo figlio non si trova bene a scuola? I 4 segnali per capirlo secondo l’esperta

Per un bambino la scuola dovrebbe essere sempre un luogo accogliente, e riconoscere e affrontare tempestivamente i segnali di disagio può fare la differenza per il benessere mentale dei piccoli. Una psicologa americana ha pertanto indicato quattro indizi che possono far intuire un problema tra i banchi.
A cura di Niccolò De Rosa
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Bambina a disagio a scuola

La scuola è uno degli ambienti in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo, imparando, stringendo amicizie e vivendo le prime esperienze autonome, lontano dal nido familiare. Per questo quando un ragazzo non si trova bene a scuola, ciò non influisce solamente sul suo rendimento scolastico, ma può incidere anche sullo sviluppo, le relazioni sociali e la sua salute mentale.

I segnali di un simile turbamento possono manifestarsi in modi sottili e riconoscerli può consentire ai genitori di intervenire tempestivamente, individuando le cause di disagio e provando a trovare una soluzione al problema.

Per facilitare il compito a mamme e papà la psicologa clinica newyorkese Allison Taylor ha dunque individuato per il sito Parents alcuni comportamento rivelatori che potrebbero tradire un malessere profondo nel rapporto tra i giovani e l'ambiente scolastico.

Le possibili cause

Il disagio di un bambino che non riesce stare bene in classe può avere diverse cause.

Talvolta la ragione risiede da una mancata connessione (deteriorata o mai sbocciata) con i compagni. Ciò può accadere per mancanza di simpatia reciproca, differenze caratteriali ma anche distinzioni sociali che, benché condizionati da fattori esterni (nella maggior parte dei casi, le famiglie d'appartenenza), possono farsi sentire anche nei primi anni di scuola.

Bambina non si trova a scuola

Altre volte, invece, è un rapporto difficile con uno o più insegnanti a rendere invivibile l'ambiente scolastico. Altre volte ancora il problema può essere dato da dal cambio di scuola, soprattutto se prima il bambino si trovava bene: quando non si sentono accolti, molti studenti tendono infatti a ritirarsi, evitano di intervenire in classe, preferiscono sedersi in fondo e mostrano minore partecipazione, un atteggiamento che spesso si ripercuote negativamente sul loro percorso scolastico.

Come capire se il bambino non si trova bene a scuola?

Per i genitori, scoprire che il proprio figlio non riesce a integrarsi a scuola può essere un’esperienza angosciante. Tuttavia è bene saper cogliere alcuni segnali da non sottovalutare in modo da poter adottare le eventuali contromisure.

L'esperta Allison Taylor ha dunque identificato quattro particolari indizi:

  • Il bambino non è entusiasta: non è detto che un ragazzo sano debba fare i salti di gioia prima di andare a scuola, tuttavia uno studente che vive positivamente l'ambiente classe di solito mostra interesse e trasporto quando partecipa ad attività con i compagni o parla di ciò che accade a lezione (fosse anche solo uno scherzo o un episodio divertent). La mancanza d'entusiasmo a volte degenera nella riluttanza o nel vero e proprio rifiuto di andare a scuola
  • Non parlare apertamente della scuola:  moltissimi bambini e ragazzi non raccontano molto della loro giornata quando tornano a casa. Se però il silenzio è totale e non trapela nulla nemmeno durante le conversazioni in famiglia o al tavolo della cena, potrebbe significare che il ragazzo non ha piacere a parlare di scuola. E questo non è un buon segno.
  • Sintomi somatici: molto spesso il malessere psicologico è accompagnato da segnali fisici che possono includere dolori di stomaco inspiegabili e/o visite frequenti all'infermiera a scuola.
  • Cambiamenti di umore: chi non si trova bene in classe spesso si adombra quando si parla di questioni scolastiche o manifesta segni di ansia e/o tristezza.

Come supportare i figli: domande, condivisone… e libri

Oltre al contributo fondamentale degli insegnanti, esistono varie strategie che i genitori possono adottare per aiutare i propri figli a superare il senso di esclusione.

Per iniziare, è utile porre domande aperte per capire meglio come si sentano a scuola. Chiedere chi frequentano durante l'intervallo o la pausa pranzo, o se partecipano alle lezioni può offrire indizi sulla loro integrazione nell’ambiente scolastico.

Genitore parla con figlio

Un altro strumento utile indicato dalla dottoressa Taylor può essere la lettura. Fornire ai bambini libri con cui possano identificarsi permette loro di esplorare temi e situazioni simili a quelle che stanno vivendo, trovando conforto e comprensione nelle storie dei personaggi.

I genitori potrebbe anche condividere le proprie esperienze di difficoltà vissute in passato, per dimostrare empatia e comprensione. Per Taylor sostiene il racconto di esperienze personali simili, purché fatto in modo validante e sincero, può aiutare davvero i ragazzi a sentirsi meno soli e a riconoscere che i loro sentimenti sono legittimi e compresi.

Coinvolgere la scuola e cercare supporto professionale

Quando un bambino esprime (o fa intuire) un malessere a scuola, è sempre bene anche provare a parlare con gli insegnanti per comprendere meglio la dinamica della classe e individuare eventuali difficoltà sociali.

Inoltre, può essere utile esplorare attività extracurricolari o sperimentare nuovi momenti di aggregazione (dall'oratorio al parchetto sotto casa, passando per i gruppi sportivi) in cui il bambino potrebbe ampliare le sue conoscenze e sviluppare nuove relazioni basate su interessi condivisi

Tuttavia, se le difficoltà persistono e il bambino mostra segni di disagio emotivo o sofferenza prolungata, Taylor suggerisce di consultare un professionista della salute mentale per fornire un supporto adeguato. Sia i genitori che i bambini desiderano che la scuola sia un luogo accogliente, e riconoscere e affrontare tempestivamente i segnali di disagio può fare la differenza nell’esperienza scolastica.

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