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Troppo tempo davanti agli schermi aumenta stress e rischio di depressione nei ragazzi: lo studio

Una nuova ricerca finlandese conferma il legame tra uso eccessivo di dispositivi digitali e aumento di stress e depressione. I dati hanno anche dimostrato che ridurre il tempo davanti agli schermi e praticare attività fisica può effettivamente migliorare il benessere mentale dei ragazzi, favorendo la crescita di adulti più sereni e pronti ad affrontare le sfide della vita.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'uso dei dispositivi digitali potrebbe avere conseguenze significative sulla salute mentale dei ragazzi e dei futuri adulti, anche se sport e attività fisica possono fornire un potente strumento per mitigare gli effetti negativi legati all'eccesso di tecnologia fin dai primi anni di vita.

È questa la scoperta che un team di ricercatori finlandesi ha recentemente pubblicato su JAMA Network Open, sottolineando come l'utilizzo prolungato di dispositivi mobili e il tempo trascorso davanti agli schermi siano associati a un aumento dei sintomi di stress e depressione nei ragazzi. I risultati hanno ulteriormente confermato l'importanza di un uso equilibrato della tecnologia per preservare il benessere psicologico delle nuove generazioni.

L'importanza della salute mentale negli adolescenti

I disturbi mentali rappresentano una delle principali cause di disabilità a livello globale, colpendo circa il 25-30% di adolescenti e giovani adulti. In Finlandia, questi problemi costituiscono la principale causa di assenze scolastiche e lavorative tra i più giovani.

Per questo, identificare i fattori di rischio che contribuiscono all'insorgere di ansia e depressione rimane un obiettivo fondamentale per aiutare famiglie e istituzione ad adottare misure preventive efficaci e promuovere abitudini salutari come un sonno adeguato (sia per tempo che per qualità), la riduzione della sedentarietà e un'attività fisica regolare.

Lo studio: domande, abitudini e sensori

Per ottenere un quadro esaustivo della situazione, i ricercatori hanno analizzato il comportamento di un gruppo di 504 bambini finlandesi di otto anni, monitorandoli fino all'adolescenza e raccogliendo i dati in tre momenti particolari: all'inizio della ricerca, dopo due anni e alla fine del periodo di osservazione.

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Per valutare i cambiamenti delle abitudini e le eventuali ripercussioni causate dall'utilizzo dei dispositivi digitali, i partecipanti  all'indagine dovevano compilare alcuni questionari per valutare il livello di attività fisica, il tempo trascorso davanti agli schermi e l'uso di dispositivi mobili. Inoltre, alcuni ragazzi hanno indossato dei sensori per brevi periodi della propria quotidianità in modo da misurare parametri come la durata del sonno e il tempo passato in attività sedentarie o fisiche.

Parallelamente, gli adolescenti hanno anche risposto a domande volte a valutare la presenza di sintomi depressivi e i livelli di stress percepiti. I dati sono stati quindi analizzati considerando variabili come età, sesso, livello di istruzione dei genitori e percentuale di massa grassa.

Il collegamento tra schermi e stress giovanile

Dall'analisi bambini coinvolti, è emerso che il tempo trascorso davanti agli schermi era mediamente di 4,7 ore al giorno, mentre il sonno si attestava intorno alle nove ore per notte. L'attività fisica auto-riferita dai partecipanti era di circa due ore al giorno, mentre i dati raccolti dai dispositivi indicavano un livello effettivo più basso, pari a circa 0,7 ore di esercizio moderato-intenso quotidiano. Gli adolescenti che praticavano regolarmente attività fisica, soprattutto supervisionata, riportavano però minori livelli di stress e sintomi depressivi. Al contrario, coloro che trascorrevano più tempo su dispositivi mobili o davanti agli schermi tendevano a manifestare un maggiore disagio psicologico.

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Un dato interessante riguarda però le differenze di genere: se infatti l'attività fisica non supervisionata è stata associata a una riduzione dello stress nei ragazzi, lo stesso fenomeno non è stato osservato nelle ragazze. Inoltre, i dati raccolti dai dispositivi indossabili non hanno evidenziato un legame diretto tra durata del sonno, comportamento sedentario e sintomi depressivi.

Migliorare le abitudini per un futuro più sereno

I risultati dello studio suggeriscono che il tempo trascorso sugli schermi rappresenta un fattore determinante per la salute mentale degli adolescenti. L'eccessivo uso di dispositivi mobili non solo aumenta il rischio di depressione e stress, ma può anche ridurre la qualità del sonno e abbassare l'autostima – specialmente in relazione all'uso dei social media – tutti elementi che concorrono a peggiorare ulteriormente la serenità e il benessere mentale dei giovani.

Non tutti i comportamenti sedentari hanno però lo stesso impatto sulla salute mentale e il problema non risiede tanto nel tempo passato senza muoversi, quanto nel tipo di attività svolta. Passare del tempo sui social media può, ad esempio, amplificare il disagio psicologico, mentre altre forme di svago sedentario, come la lettura, il disegno o persino l'uso (non eccessivo) di videogame o potrebbero non sortire lo stesso effetto negativo.

Alla luce di questi dati, gli autori dello studio hanno evidenziato come sia fondamentale promuovere un uso sempre più consapevole della tecnologia da parte di bambini e ragazzi. Ridurre il tempo trascorso davanti agli schermi, favorire attività fisiche e garantire un adeguato riposo notturno sono strategie essenziali per migliorare il benessere psicologico delle nuove generazioni. Politiche educative e linee guida chiare ed efficaci sull'uso della tecnologia potrebbero rappresentare strumenti chiave per affrontare una sfida che interessa tanto il presente quanto il futuro della nostra società.

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