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“Troppo caldo, la scuola riapra a ottobre”: la proposta che fa discutere insegnanti e genitori

Alcuni sindacati e associazioni di dicenti si sono rivolti al Ministero dell’Istruzione per rinviare l’inizio delle lezioni a causa del gran caldo estivo. I genitori però si oppongono: “Le vacanze estive sono già troppo lunghe”
A cura di Niccolò De Rosa
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appello scuola

Mentre gli studenti italiani si stanno godendo le ultime settimane di vacanze estive, nel mondo della scuola è già polemica. Anzi, questa volta è proprio l'inizio delle lezioni a scatenare un acceso dibattito.

Alla luce del clima torrido che da mesi sta attanagliando gran parte del Paese, alcune associazioni di docenti ed esperti di formazione hanno infatti lanciato un appello al Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara per rimandare di un mese il primo giorno di scuola, facendo suonare la campanella a inizio ottobre.

"Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre" ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente di ANIEF, Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori che dal 2009 opera per la tutela di professori, precari e ricercatori in formazione.

"Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima".

L'appello condiviso

Quella di Anief non è però una singola voce fuori dal coro. Anche il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) si è già rivolto al Ministero, alla Società Italiana di Pediatria, alla Federazione Italiana Medici Pediatri, e all'Associazione Nazionale Pedagogisti per pronunciarsi in merito alla possibilità di posticipare il rientro in aula a fronte delle temperature troppo elevate.

Secondo i promotori dell'iniziativa, gli edifici scolastici non sono infatti attrezzati per ospitare studenti, docenti e personale scolastico durante giornate così calde, con possibili conseguenze per la salute di chi si troverà a lavorare o studiare per ore in spazi chiusi, poco aerati e decisamente troppo caldi.

Il "no" dei genitori

In attesa di una risposta da parte delle istituzioni, a criticare prontamente la proposta sono state le associazioni dei genitori, decisamente contrarie all'idea di prolungare ulteriormente una pausa già troppo lunga e che grava le famiglie di ulteriori difficoltà nella conciliazione tra impegni lavorativi e compiti di cura.

Chi infatti non dispone dell'aiuto di qualcuno che possa tenere i bambini durante il giorno è costretto a rivolgersi a babysitter o centri estivi che, nella maggior parte dei casi, comportano costi non indifferenti per le economie di casa.

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