Tre mesi senza scuola e centri estivi troppo costosi: siamo sicuri che per le famiglie estate significhi vacanze?
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Per chi pensa che terminata la scuola, i bambini trascorrano 3 mesi nel Paese dei Balocchi, senza fare i compiti, ad oziare sul divano si sbaglia di grosso. Le loro sveglie non smettono di suonare, spesso prestissimo.
I loro genitori non smettono di correre da una parte all’altra della casa, tutte le mattine, per infinite settimane, pur di prepararli e portarli da chi, in assenza di scuola e sport li tenga impegnati per ore.
Perché se la scuola si ferma, la vita complicata di mamme e papà, fatta di impegni, lavoro e routine, continua a scorrere. I figli, a questo punto, se i genitori hanno le risorse economiche possono essere iscritti al centro estivo altrimenti rimangono con i nonni o, se sono abbastanza grandi, anche a casa da soli.
Abbiamo chiesto al dottor Luca Frusciello, pedagogista che durante l’estate lavora anche nei centri estivi, di spiegarci cosa significa fare il genitore quando le scuole sono chiuse e il mondo si aspetta che le famiglie riposino dalla routine quotidiana.
La sveglia per le famiglie suona presto anche d'estate
“La chiusura delle scuole per tanti genitori è un disagio non sottovalutabile. Essere genitore d'estate è prima di tutto uno sforzo organizzativo, poi economico”.
Se durante l’anno, infatti, la sveglia dei piccoli suona perché siano pronti in tempo per prendere il pullman o per salire in macchina ed essere accompagnati a scuola, d’estate i loro orologi invece si sintonizzano su quelli dei genitori.
Una volta iscritti al centro estivo, o presi accordi con la babysitter o con i nonni, per i ragazzi l’estate diventa tutto fuorché un momento di ozio: “Se ci pensiamo è controintuitivo. Noi associamo all'idea di pausa dalla scuola la sveglia che suona più tardi, puro divertimento e zero impegno. Invece è proprio in estate che i bambini dipendono in toto dagli orari dei genitori per cui la sveglia, nella maggior parte dei casi, rimane uguale o viene anticipata, perché non dipende dalla scuola, ma dall’orario in cui mamme e papà devono essere al lavoro”.
Anche se, spiega Frusciello, quella sveglia pesa meno che quella scolastica, all’idea che trascorreranno una giornata a giocare con gli amici e non sui banchi.
I costi elevatissimi dei centri estivi
“Oltre che logisticamente, lavorando in un centro estivo, ti assicuro che per tanti genitori la situazione è decisamente economicamente migliore nei 9 mesi in cui per i bimbi c’è la scuola”.
I bambini durante l’anno scolastico, infatti, tra sport e scuola rimangono impegnati diverse ore durante il giorno, ore che non appena tutte le attività su misura per loro chiudono, con la promessa di rivedersi a settembre, i genitori devono sforzarsi di impegnare, mentre sono in ufficio, per esempio iscrivendoli ad un centro estivo.
Secondo l’ultima indagine svolta dal centro eu.r.e.s (centro di ricerche economiche e sociali) con ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) su 80 centri estivi, distribuiti in tutta Italia, i prezzi per l’inserimento dei propri figli in queste strutture sono in continuo aumento.
Rispetto allo scorso anno iscrivere un bambino costa il 10% in più. Il costo medio per lasciare due bambini 8 settimane, quindi giugno e luglio, al centro estivo, è di 2382 €, circa mille euro in meno se invece ai bimbi si fanno fare lì solo 5 settimane (1489 €).
I costi più alti si registrano al nord, in particolare a Milano, dove costa quasi 3500 € iscrivere due figli al centro estivo per 2 mesi e i più bassi a Bari dove invece costa poco più di 1500€.
“Se la famiglia è “fortunata” potrebbe vivere in un Comune che prevede dei fondi per aiutare economicamente chi iscrive i propri figli al centro estivo, altrimenti la spesa è tutta a carico suo”.
Cosa bisognerebbe cambiare?
“Bisognerebbe cambiare tutto – ci dice il dottor Luca Frusciello – Per esempio la scuola dura da settembre a giugno, come se ci fosse bisogno di 3 mesi di riposo dopo 9 di scuola. E come se fossero davvero 3 mesi di riposo per genitori e figli”.
Non tutti i genitori possono portare i loro figli dai nonni, alcuni nonni lavorano ancora, altri non ci sono o sono fisicamente lontani. Non tutte le famiglie possono permettersi 8 settimane di centro estivo, così alcuni genitori sono obbligati a lasciare i figli a casa da soli, per tantissime ore durante la giornata.
“Lasciare un figlio al centro estivo molte ore o a casa da sola se ha l'età per farlo, non è detto che generi un senso di colpa nel genitore, se lo fa bisogna indagarlo perché magari nasconde altro. Ciò che è certo però è che è sicuramente stressante e per nulla facile gestire i figli in estate, e che servirebbero dei grossi cambiamenti, che ad oggi siamo ancora lontani anche solo da intravedere” conclude Frusciello.