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Tre figli dopo 29 tentativi di fecondazione in vitro: “Avevano detto che non sarei mai stata madre”

Beth Hobson aveva già 40 anni quando ha iniziato nel 2009 a sottoporsi a continui cicili di fecondazione in vitro per inseguire il suo sogno di maternità. I medici erano scettici, ma dopo 29 tentativi e oltre 200mila sterline spese, la donna è ora madre di tre bambini.
A cura di Niccolò De Rosa
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Tre figli dopo 29 tentativi di fecondazione in vitro

I medici le avevano pronosticato bassissime possibilità di poter concepire a causa dell'età, ormai già avanzata, ma una donna inglese ha sfidato ogni pronostico, riuscendo a concepire tre figli dopo ben 29 cicli di fecondazione in vitro (FIVET).

Mossa dall'incrollabile volontà di diventare madre, Beth Hobson, oggi 55 anni, ha infatti investito insieme al marito oltre 200.000 sterline (circa 240.000 euro) in trattamenti che, nonostante innumerevoli ostacoli e difficoltà, alla fine le hanno regalato tre bambini e la gioia della maternità.

L’inizio del percorso e le prime difficoltà

Nel 2007, Beth ha incontrato il suo futuro marito, un insegnante di sostegno, grazie a un appuntamento al buio organizzato da alcuni colleghi. Dopo il matrimonio, celebrato già l'anno successivo, la coppia ha iniziato subito a cercare di avere un bambino, ma a 40 anni Beth sapeva che il tempo non era dalla sua parte: i medici le avevano dato solo il 10% di possibilità di concepire naturalmente.

Beth però non si è mai scoraggiata e nel 2009 ha deciso di sottoporsi a un primo ciclo di fecondazione in vitro in un centro di Fecondazione Assistita in Norvegia, nota per l'alto tasso di successo dei suoi trattamenti.

Dopo cinque tentativi falliti però, la coppia ha deciso di trasferirsi in una clinica a Londra, ma anche lì i risultati non sono stati migliori e ai (tanti) dolori fisici, ogni tentativo fallito aggiungeva un ulteriore carico di delusione e sofferenza emotivo.

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"È stato brutale" ha raccontato la donna ai media inglesi. "Sentivo un dolore incredibile a ogni procedura di prelievo degli ovociti. Dovevo viaggiare da Exeter, dove vivo ora, a Londra in pullman, con un dolore lancinante".

Un viaggio in Grecia e il primo successo

L'inaspettata svolta che ha cambiato la vita di Beth e del marito è arrivata quando la donna ha ricevuto la diagnosi di immunofertilità, una condizione in cui il sistema immunitario attacca le cellule riproduttive. La notizia poteva rappresentare la pietra tombale sul desiderio di genitorilità dei due, ma dopo essersi rivolta a una clinica specializzata in Grecia, la determinata Beth si è voluta sottoporre nuovamente a ulteriori cicli di fecondazione assistita.

Così nel 2021, al settimo tentativo, Beth ha finalmente scoperto di essere incinta di un bambino, William, nato nel gennaio del 2013. Il coronamento del sogno di diventare madre non è però stato facile nemmeno dopo l'avvenuto concepimento: il piccolo William infatti era parte di una gravidanza trigemellare, ma due fratellini non sono però sopravvissuti al parto.

Due nuovi tentativi, due nuovi figli

L’anno successivo, Beth e il marito hanno deciso di provare nuovamente a dare un fratello a William. Dopo altri cicli di FIVET e due gravidanze fallite, è così nato Thomas, classe 2015.

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Eppure, nonostante i medici le avessero detto che non avrebbe potuto più proseguire i trattamenti a causa dell'età, nel 2019, a 50 anni suonati, Beth ha deciso di tentare un'ultima volta ad allargare la famiglia.

Così, dopo aver trovato a Cipro una nuova clinica specializzata in madri più mature, dopo appena due cicli di fecondazione, la famiglia ha potuto abbracciare la prima figlia di casa Hobson, Grace, nata nel 2022.

Il costo emotivo e finanziario di una scelta coraggiosa

Oggi Beth e il marito si godono finalmente la loro famiglia felice, ma il percorso per inseguire il loro sogno è stato molto dispendioso sia dal punto di vista emotivo che economico.

Negli ultimi 15 anni, la coppia ha infatti dato fondo a tutti i propri risparmi (e anche qualcosa di più, visto che negli anni sono arrivati anche i contributi di amici e parenti) per finanziare i 29 cicli di FIVET, rinunciando a qualsiasi spesa extra per mettere da parte ogni centesimo.

"Molto di ciò è stato fatto facendo sacrifici: non andare in vacanza, non avere sfizi. Ogni briciolo di denaro risparmiato è andato nel piatto. Ne è valsa la pena: ora abbiamo il nostro lieto fine".

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