Traumi infantili, il segnale cui prestare attenzione: “Molti hanno una ferita, ma non lo sanno”
Un recente video diventato virale sui social media ha riportato l'attenzione su un tema delicato e spesso sottovalutato: i traumi infantili e il loro impatto sulla vita adulta. In un’intervista pubblicata ad agosto, Patrick Teahan, terapista specializzato in traumi infantili, ha discusso con la psicologa clinica Ramani Durvasula di quello che considera il sintomo più evidente e importante di questi traumi.
Il video ha quasi raggiunto i cinque milioni di visualizzazioni su TikTok, toccando corde profonde in molte persone che si sono riconosciute nei comportamenti descritti dal terapista.
L'indizio numero uno di un trauma sopito
Secondo Teahan, il sintomo principale che segna gli adulti sopravvissuti a traumi infantili è la tendenza a cercare di far sì che le persone "difficili" siano buone con loro. Questo comportamento, ha poi chiarito il terpista, può manifestarsi in relazioni romantiche, rapporti lavorativi o amicizie, dove il soggetto si impegna costantemente per ottenere l’approvazione e la benevolenza di un individuo problematico o dal carattere particolarmente spigoloso.
Questo bisogno di compiacere gli altri, anche a costo della propria serenità, deriva spesso da dinamiche familiari tossiche vissute durante l’infanzia, come crescere con un genitore emotivamente instabile o un alcolista.
L'influenza dei traumi infantili
Secondo Teahan, simili traumi spingono le persone a ripetere inconsciamente gli stessi schemi relazionali vissuti da piccoli. Molti sopravvissuti a traumi infantili, infatti, credono inconsciamente di poter guarire le proprie ferite interiori riuscendo a "sistemare" una persona difficile nelle loro vite.
Una specie di "sindrome da crocerossin"a che si manifesta spesso in relazioni di co-dipendenza, dove un soggetto sacrifica i propri bisogni per soddisfare quelli della controparte, o cerca di evitare ogni conflitto per non creare tensioni.
Teahan spiega che questo meccanismo di sopravvivenza è spesso associato alla bassa autostima, alla ricerca di approvazione e alla paura del rifiuto. Gli individui traumatizzati da bambini tendono infatti a sviluppare una personalità accomodante, incapace di mettere limiti sani per paura di ritorsioni.
"Camminare sulle uova", come lo descrive Teahan, è una strategia per evitare problemi con persone difficili, un modo per prevenire conflitti che si temono ingestibili.
Uno scherma ha osservato Teahan, che si ripete con molta frequenza, sia nei racconti dei suoi pazienti, sia nella propria esperienza personale. E in effetti il concetto sembra aver colpito nel segno per molti spettatori.
Perché il video ha avuto tanto successo
Il dialogo tra Teahan e la dott.saa Durvasula è stato oggetti di centinaia di commenti che hanno evidenziato come le parole del terapeuta abbiano effettivamente portato alla luce verità mai espresse prima.
Una persona ha scritto: "Mi sento chiamato in causa, ma ha anche confermato ciò che provo".
Molte persone infatti non si rendono conto di essere vittime di traumi infantili fino a quando non si trovano a riconoscere i loro stessi comportamenti in descrizioni come quelle fornite da Teahan.
"Non importa l'età o la generazione. Ci sono troppi esseri umani che sono stati cresciuti da un genitore ferito e immaturo. È da lì che penso che provengano molte di queste cose" ha spiegato l'esperto, il quale si è detto molto colpito dal fatto che il trauma infantile sia davvero molto comune – frutto di dinamiche familiari malsane, trasmesse da genitori emotivamente immaturi o feriti – ma che spesso non venga riconosciuto.
Come guarire dai traumi infantili
Il percorso di guarigione da un trauma infantile è unico per ogni individuo. Nel video Teahan ha incoraggiato le persone a esplorare le proprie esperienze passate per comprendere l'origine dei loro problemi attuali. Un percorso che però spesso non può essere affrontato da soli, ma necessita dell'aiuto di uno specialista o di un gruppo di supporto.
Il primo passo verso la guarigione, ha spiegato infine Teahan, è riconoscere i "segnali di allarme" nelle relazioni e nelle situazioni quotidiane. Quando una persona inizia a capire che non potrà mai "vincere" con un individuo difficile, smette di cercare la sua approvazione e inizia a proteggere se stessa.
"Il cambiamento arriva quando ci rendiamo conto che non vale la pena continuare a fare lo stesso ‘balletto’ con qualcuno che ci fa sentire sempre inadeguati", ha concluso il terapeuta.