“Togliere il cellulare ai vostri figli per punizione non serve a nulla”: il parere della psicologa infantile

Nell'era dei nativi digitali, il rimprovero "oggi a letto senza cena" ha lasciato spazio a "dammi il cellulare, non lo usi per i prossimi 3 giorni", che si può declinare per tutti i dispositivi digitali o tecnologici che i ragazzi usano ogni giorno.
La psicologa infantile Cath Knibbs ha spiegato, tramite un video postato su TikTok, perché queste punizioni non siano per nulla utili, soprattutto se sono rivolte agli adolescenti.
Vietare il cellulare è controproducente
La psicologa infantile specializzata in utilizzo di device tecnologici, Cath Knibbs, è solita smontare attraverso il suo profilo TikTok alcuni falsi miti che hanno guidato la genitorialità per troppi anni. In uno dei suoi ultimi contenuti ha spiegato perché vietare l'uso di cellulari, schermi e dispositivi digitali non sia mai la soluzione con i propri figli adolescenti. "Immaginate lo scenario, sono le 20.00 di sera e scoprite che i vostri figli non hanno ancora iniziato a fare i compiti, anche se vi avevano detto che lo avrebbero fatto" inizia la specialista, mettendo in luce una scena che si ripete spesso tra le mura di casa.
A questo punto spesso il motivo per cui i ragazzi non hanno iniziato a leggere nemmeno una pagina di storia, è che hanno giocato tutto il pomeriggio ai videogame o hanno mandato messaggi ai loro amici attraverso gli smartphone. "A questo punto sono certa che i genitori ritireranno con foga i dispositivi, ritenendoli il motivo della distrazione dei figli, peccato che i telefoni non siano solo telefoni".
L'esperta spiega quindi che dietro a quel dispositivo che ha tenuto impegnato il ragazzo, tanto da convincerlo che messaggiare fosse più importante che prepararsi per verifiche o compiti che dovrà sostenere l'indomani, vi è l'unico modo che spesso ha per connettersi ad amici o compagni di classe e di sport. "Togliere il cellulare ai vostri figli, o la playstation con la quale sfidano i compagni, essenzialmente significa scegliere per loro l'isolamento come punizione".
Cosa fare se il proprio figlio sta troppo online
L'esperta, oltre a indicare come poco efficace e anzi deleteria per i rapporti sociali dei figli, la pratica di togliere dalle loro mani lo smartphone e proibire loro di utilizzarlo per i giorni a venire, invita i genitori a provare con un altro metodo: "Chiedete ai vostri figli perché hanno ritenuto più importante stare al telefono che fare i compiti, e quando dico chiedete, intendo dire che dovete fare una domanda e poi ascoltare davvero la risposta, senza immaginare voi le motivazioni o persuaderli che ciò che hanno fatto è stato sbagliato".
Secondo la dottoressa a questo punto le risposte dei figli potrebbero essere le più disparate, la più tipica è che semplicemente ritengono le conversazioni con gli amici sul cellulare più interessanti dei compiti a casa o dello studio. Dunque, secondo la psicologa, è importante cercare di spiegare ai ragazzi perché compiti e studio siano importanti:
- "Non limitatevi a dire loro che devono fare i compiti o studiare, ma chiedete ai ragazzi perché secondo loro lo studio può essere essenziale per la crescita"
- "Chiedete ai ragazzi cosa vogliono fare da grandi, e poi domandate quale pensano sia il percorso di studi necessario per diventarlo"
- "Se al ragazzo piace molto guardare YouTube o seguire dei personaggi famosi sulle diverse piattaforme social, chiedete loro se pensano che questo lavoro sia fatto solo di divertimento o se dietro si nascondano programmazione e studio, a volte pesanti e noiosi ma necessari alla realizzazione dei loro progetti"
Secondo l'esperta, solo in questo modo si comprenderanno le vere motivazioni dei figli, necessarie a capire perché a volte mettono in atto dei comportamenti lontani dall'educazione che come genitori si è cercato di impartire loro. "Preferite ragazzi in grado di ragionare con la propria testa o automi che rispondano sempre e solo ai vostri comandi?" è l'ultima provocazione dell'esperta, prima di concludere il suo contenuto.