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“Tale padre, tale figlio” o “È tutta sua madre”: cosa dice lo studio sull’ereditarietà del carattere

Uno studio dell’Università di Edimburgo rivela che non ci sarebbe una correlazione tra il carattere dei genitori e quello dei figli, il testo deve ancora essere sottoposto ad una revisione peer to peer ma potrebbe scardinare il detto “tale padre, tale figlio”.
A cura di Sophia Crotti
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padre e figlio

I detti Tale padre, tale figlio, o "è tutta sua madre" potrebbero non essere così veritieri. A scardinare secoli di tradizioni è stato uno studio condotto dal dipartimento di neuropsichiatria dell’Università di Edimburgo, dal titolo "Tale padre, tale figlio? È da ripensare, le persone ereditano sorprendentemente poco della loro personalità dai genitori". A coordinare le ricerche è stato il docente di psicologia dell'Università Renè Mottus, il testo ora è al vaglio della scienza, in attesa di ricevere una revisione peer to peer, e parzialmente pubblicato sulle pagine del The Guardian.

Gli studiosi hanno intervistato 1000 coppie formate da un genitore e dal figlio, per cercare le correlazioni tra il temperamento del genitore e quello del bambino. Lo studio ha voluto comprendere se i bambini avessero ereditato quelli che in psicologia vengono chiamati i big five, ossia i 5 tratti della personalità più spiccati in ogni individuo: l’apertura mentale, l’affidabilità, la gradevolezza e la stabilità emotiva. Sorprendentemente lo studio ha dimostrato che la probabilità che il piccolo erediti dal genitore una di queste caratteristiche, non è tanto più alta, che quella che erediti le stesse da un amico o da un conoscente.

I risultati dello studio

I ricercatori sono arrivati a questa consapevolezza in due modi, innanzitutto suddividendo la popolazione in 3 gruppi, rispettivamente composti da persone con livelli di apertura mentale alti, bassi o medi. Da qui la consapevolezza che solo il 39% dei bambini si trovava nella stessa categoria in cui si trovava del genitore, mentre il 33% di loro finiva in una categoria in cui si trovavano solo persone a lui estranee, dimostrando che i propri tratti della personalità non c'entravano nulla con quelli dei genitori.

padre e figlio

Per comprendere i tratti della personalità degli intervistati, poi, i ricercatori hanno introdotto una pratica del tutto nuova, non si sono basati solamente sulla compilazione degli appositi test sulla personalità di ciascuno degli intervistati, ma anche sul parere esterno di un loro amico o del loro partner, che ha dovuto indicarne le caratteristiche della personalità.

Le critiche allo studio

Lo studio è stato contestato da Robert Plomin, genetista inglese, che alle pagine del The Guardian lo ha definito lungo e ricco di iperboli. Lo studioso, che in passato ha scritto un testo volto a sottolineare il ruolo cruciale dei geni ereditati dai bambini nella definizione della loro personalità, ha anche contestato la nuova tecnica introdotta dallo studio, che ha preso in considerazione il parere degli altri sulla personalità dei 1000 partecipanti, non ritenendola scientificamente corretta. A confermare quest’ultima tesi del professor Plomin è stata la psicologa Jennifer Cawley, sempre alle pagine del The Guardian, che ha spiegato quanto ognuno di noi non mostri a pieno la propria personalità agli altri, ma l’adatti ad ogni singolo contesto.

Allo stesso tempo però la psicologa non concorda nel dire che i figli erediteranno per forza il carattere dei genitori, dal momento che ad incidere sulla personalità di ognuno sono tantissimi fattori. Per esempio esistono persone che rifuggono per tutta la vita il modello genitoriale che hanno avuto, se è stato violento, autoritario o aggressivo e dunque decidono volutamente di non imitare la sua personalità, confermando anche la tesi dello studio, non è per forza vero il detto "Tale padre, tale figlio".

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