Sviluppare l’indipendenza dei bambini: i 5 consigli dell’esperta da adottare tutti i giorni
Accompagnare i figli verso l’indipendenza è un obiettivo fondamentale per ogni genitore. Tuttavia, se da un lato può essere difficile per una mamma o un papà accettare l’idea di lasciare andare il proprio bambino, dall’altro c’è il rischio di concedere troppe autonomie, le quali devono invece essere sempre proporzionate all’età e al livello di consapevolezza dei piccoli.
Per mediare tra tali aspetti, la terapeuta familiare e direttrice di Toronto Family Therapy Joanna Seidel ha raccolto per il sito Today's Parent tanti utili accorgimenti quotidiani per aumentare gradualmente l'autonomia dei piccoli senza il pericolo di fare il passo più lungo della gamba.
Primo passo: imparare a cavarsela da soli
L’istinto di proteggere i propri figli da delusioni, fallimenti e difficoltà è naturale, tuttavia è proprio uno dei compiti più importanti di un genitore quello di preparare i bambini alle piccole e grandi sfide della vita.
Per Seidel, un ottimo punto di partenza è dunque quello di insegnare ai bambini a prendersi cura di sé stessi. Seidel suggerisce di iniziare con semplici attività come lavarsi i denti o scegliere e indossare da soli i vestiti per andare a scuola. Una volta valutata la buona risposta dei piccoli, i genitori potrebbero quindi iniziare a coinvolgerli in semplici compiti domestici – aiutare ad apparecchiare la tavola, togliere i panni dalla lavatrice, rimettere i vestiti puliti nel proprio cassetto – per infondere in loro un certo senso di responsabilità. In più, impratichendosi con simili faccende, i bambini iniziano ad acquisire anche qualche competenza pratica, il che non fa mai male.
Piccoli e graduali assaggi di libertà
I bambini desiderano prendere decisioni, indipendentemente dalla loro età. Certo, non è pensabile (né sarebbe educativo) che un bimbo possa scegliere cosa mangiare a cena o se saltare un giorno di scuola, tuttavia nella quotidianità di una famiglia c'è sempre un certo spazio di manovra per permettere ai piccoli di assumere qualche piccola decisione.
Ai più piccoli, ad esempio, il genitore potrebbe affidare la scelta sulla musica da ascoltare durante il tragitto verso l'asilo o la possibilità di decidere se lavarsi i denti prima o dopo aver indossato il pigiama. Per quanto possa sembrare banale, simili strategie non mettono in discussione l'obiettivo principale (il bimbo andrà comunque all'asilo e i denti dovranno essere lavati), ma lasciano ai figli l'impressione di poter influenzare alcuni aspetti della propria routine. E non è affatto un aspetto di poco conto.
Consentire loro di scegliere restando all'interno di confini sicuri, sottolinea Seidel, rimane infatti un modo efficace per accrescere fiducia e senso di responsabilità in una fase della crescita durante la quale i bambini ambiscono a una sempre maggiore autonomia. Con il crescere dell'età poi, simili "concessioni di potere" possono via via diventare più frequenti e importanti, permettendo ad esempio ai figli di tornare a scuola da soli.
Imparare dagli errori
Con il passare del tempo, è fondamentale permettere ai bambini di sperimentare situazioni con rischi più significativi, sapendo che potrebbero fallire. Questi momenti di ansia e stress sono importanti per imparare ad affrontare emozioni complesse. Per esempio, se un bambino rovescia il latte, brucia dei biscotti o prende un brutto voto perché non ha studiato, è fondamentale non intervenire subito per risolvere il problema.
"Gli errori sono lezioni di vita" spiega Seidel, la quale evidenzia l’importanza di creare un ambiente non giudicante, dove i bambini possano riflettere sui propri sbagli e trovare soluzioni da soli senza il timore di deludere qualcuno o sentirsi inadeguati. Simili capacità di problem solving, spiega l'esperta, rappresentano una delle competenze trasversali più importanti per sviluppare l’indipendenza e la fiducia in sé stessi.
Al bando la ricerca della perfezione
Un errore comune tra i genitori è quello di intervenire eccessivamente nei compiti che i bimbi potrebbero svolgere da soli, o perché mossi dalla paura che i figli commettano qualche sbaglio (è il caso dei cosiddetti "genitori elicottero") o per evitare perdite di tempo (Seidel pone l'esempio della mamma che allaccia le scarpe al bimbo prima di uscire per non fare ritardi). Tuttavia, è proprio questo approccio che rischia di privare i bambini della possibilità di fare esperienza: molto meglio offrire ai piccoli il tempo e lo spazio per sbagliare e migliorare.
Coltivare una mentalità di crescita
Seidel pone infine l'accento sulla "mentalità di crescita", un concetto sviluppato dalla psicologa americana Carol Dweck per promuovere l'idea che ogni competenza possa essere migliorata con sforzi e pratica nel tempo. Ciò significa che di fromte a un ostacolo difficile da superare un genitore dovrebbe insegnare al proprio figlio a pensare in termini di "non ci riesco ancora", e non di "ora non posso farlo". In questo modo il bambino si abituerà a pensare che ogni sfida, anche la più complessa, può essere superata (o quantomeno affrontata) attraverso l'impegno e la voglia di riuscire.