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Svapare in gravidanza: uno studio rivela i rischi per mamma e feto

Una recente ricerca canadese smentisce la convinzione che l’uso di riscaldatori di tabacco e sigarette elettroniche sia meno nocivo in gravidanza rispetto al fumo tradizionale. Secondo lo studio, il vaping aumenta di oltre il 50% il rischio di complicazioni durante la gestazione ed espone il feto a possibili problemi di crescita, sia prima che dopo il parto.
A cura di Niccolò De Rosa
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Negli ultimi anni, il vaping con sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco si è diffuso come alternativa al fumo tradizionale, spesso considerato meno dannoso per l'assenza di combustione delle sostanze più nocive. Questa convinzione spinge non di rado le donne incinte a ricorrere a tali prodotti durante la gravidanza per non rinunciare al piacere del fumo. Tuttavia, un nuovo studio dell'Università dell'Alberta (Canada) mette in guardia sui rischi associati all'uso delle e-cig in questo periodo.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of Hazardous Materials, ha analizzato dati provenienti da diversi studi globali, rivelando effetti negativi sia per le madri che per i neonati. Gli autori dello studio sottolineano che non esiste un'opzione sicura: chi aspetta un bambino dovrebbe evitare sia il fumo tradizionale che quello generato dallo "svapo".

Uno studio su quasi un milione di persone

L'analisi si è basata su 23 studi che hanno coinvolto complessivamente 924.376 partecipanti, di cui 7.552 hanno dichiarato di aver utilizzato esclusivamente sigarette elettroniche durante la gravidanza. Comparando i risultati ottenuti, i ricercatori hanno quindi scoperto come il vaping in gravidanza si associato a un aumento del 53% del rischio di complicazioni per la madre, tra cui una significativa riduzione di latte materno per l'allattamento al seno e una minore attenzione alle cure prenatali.

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Anche i neonati sembrano però esposti a rischi significativi. Secondo l'indagine, il tasso di basso peso alla nascita, nascita pretermine e crescita ridotta è risultato superiore del 53% rispetto a quello di bimbi nati le cui madre non hanno né fumato né svapato durante la gestazione.

Gli effetti delle sostanze chimiche sul feto

Secondo Paige Lacy, professoressa di medicina coinvolta nello studio, il feto si è dimostrato particolarmente sensibile alle sostanze chimiche presenti nel sangue materno. Alcuni composti presenti nei liquidi per le sigarette elettroniche, come metalli pesanti (piombo, cadmio e nichel) e additivi come il glicole polietilenico e il diacetile, possono interferire con il delicato processo di divisione cellulare, aumentando il rischio di anomalie dello sviluppo. Alcune di queste sostanze sono note per i loro effetti tossici negli adulti, ma risultano ancora più pericolose per un organismo in formazione.

Una percezione errata di sicurezza

In molti Paesi, il fumo tradizionale è in calo, ma il numero di giovani che fanno uso di sigarette elettroniche è in aumento. In più molte donne credono erroneamente che il vaping possa essere un'alternativa sicura al fumo in gravidanza, anche grazie alla sua promozione come strumento per smettere di fumare.

Tuttavia, tanto i ricercatori dell'Università dell'Alberta quanto buona parte della comunità medico-scientifica smentiscono questa narrazione e sottolineano la necessità di campagne di sensibilizzazione per informare le future madri e i professionisti sanitari.

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