video suggerito
video suggerito

Sperimentare eventi “impossibili” aiuta l’apprendimento dei bambini: il nuovo studio

Una recente ricerca americana ha scoperto non solo che i bambini sono in grado, fin da piccolissimi, di distinguere l’impossibile dal probabile dell’improbabile, ma anche che l’esperienza di eventi inattesi può potenziarne le capacità d’apprendimento. Gli esperti: “L’imprevisto spinge a cercare risposte e informazioni”.
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Bambini imparano dall'impossibile

L’apprendimento non passa solo dai libri ma anche dalle esperienze di vita, soprattutto quelle che sfidano la logica e le aspettative. Fin da piccoli insegniamo ai nostri bambini a comportarsi in modo razionale, spronandoli a separare ciò che è il reale e realizzabile da ciò che non può accadere. Eppure anche ciò è impossibile (o altamente improbabile) cela un inaspettato valore educativo.

Un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha infatti rivelato che già a 2 e 3 anni i bambini sanno distinguere tra eventi improbabili e impossibili, tuttavia, quando si trovano di fronte a eventi che normalmente vengono ritenuti impossibili, i piccoli mostrano una capacità sorprendente di apprendimento, come se l'esperienza di un evento poco probabile li spronasse al pensiero analitico e creativo per cercare risposte.

Lisa Feigenson, co-direttrice del Laboratorio di Sviluppo Infantile della Johns Hopkins University e co-autrice dello studio, ha spiegato che persino i bambini molto piccoli ragionano sul mondo in termini di possibilità, anche prima di avere le parole per esprimere questi pensieri.  La ricercatrice ha sottolineato come questo tipo di ragionamento sia comune negli adulti, i quali prendono l’ombrello se ci si aspetta pioggia o sanno che comprare un biglietto della lotteria difficilmente porterà alla vittoria. Finora però non era chiaro se i bambini, a un’età così precoce, fossero possedessero questa stessa capacità di analisi.

L’esperimento del giocattolo "impossibile"

Per verificare la capacità dei bambini di riconoscere il concetto di probabilità fin dalla tenera età, alcuni  piccoli sono stati messi davanti a una macchina che distribuiva giocattoli, simile a quelle che si trovano nei parchi giochi o nei centri commerciali dove inserendo una moneta si può ottenere una pallina che contiene una piccola sorpresa.

Immagine

A un gruppo di bambini è stato mostrato un distributore che si mostrava pieno giocattoli di due colori, rosa e viola, mentre a un altro gruppo ne è stato presentato uno contenente solo giocattoli viola. Dopo aver ricevuto una moneta per attivare la macchina, i bambini hanno potuto vedere quale giocattolo sarebbe stato loro assegnato.

Per i bambini che avevano visto la macchina con un'offerta mista di giocattoli, ricevere un giocattolo rosa non era stato un evento sorprendente. Per coloro che avevano visto solo giocattoli viola, invece, ottenere un giocattolo rosa era visto come qualcosa di impossibile e che nonostante ciò si era realizzato. Proprio questi bambini, quando è stato loro chiesto di ricordarsi il nome (inventato) del giocattolo, hanno mostrato una maggiore capacità di apprendimento, ricordandolo molto più facilmente degli altri.

Solo l’impossibile accende l’apprendimento

Aimee Stahl, co-autrice dello studio e docente di psicologia presso il College of New Jersey, ha spiegato che i ricercatori ipotizzavano che i bambini avrebbero appreso bene dagli eventi improbabili e ancora meglio dagli eventi impossibili. Tuttavia, i risultati hanno mostrato che i bambini non imparano meglio dagli eventi improbabili, ma solo da quelli impossibili.

Stahl e il suo team sono quindi giunti alla conclusione che se gli eventi rari o insoliti possono suscitare sorpresa, è "l’impossibile" che spinge i bambini a cercare spiegazioni e a mettere in discussione ciò che credevano di sapere. Un atteggiamento che impone un certo sforzo intellettivo che poi si traduce in una maggiore capacità di apprendimento.

Immagine

Feigenson ha poi approfondito il significato dei risultati, spiegando che di fronte a eventi inspiegabili, i bambini sentono il bisogno di riconciliare la loro percezione del mondo con quanto hanno appena vissuto. Questo impulso a cercare informazioni e spiegazioni è infatti ciò che rende l’impossibile un momento formativo particolarmente intenso.

Secondo la ricercatrice, simili risultati suggeriscono che gli esseri umani hanno fin da piccoli una predisposizione a valutare se gli eventi siano possibili, improbabili o impossibili. Un’abilità che può effettivamente guidare l’apprendimento.

Applicazioni pratiche: usare il "fattore sorpresa" a scuola

I ricercatori prevedono ora di approfondire come questo stimolo a cercare spiegazioni possa essere integrato nei contesti scolastici, creando momenti di apprendimento potenziato per i bambini. Feigenson ha suggerito che sia i genitori sia gli educatori potrebbero trarre vantaggio dall’introdurre situazioni che i bambini trovano inspiegabili o misteriose per stimolare la loro curiosità e il loro desiderio di comprendere.

"Creare situazioni che portino i bambini a domandarsi come sia possibile ciò che vedono può offrire un’opportunità formativa potentissima" ha dichiarato Feigenson, sottolineando come l’incredulità e la curiosità siano leve potenti per incentivare l’apprendimento e aiutare i bambini a espandere la loro comprensione del mondo.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views