“Smettete di dire ai vostri figli di non fissare”: l’appello della mamma di una figlia con disabilità
Una madre inglese, Megan Gillett, è diventata recentemente virale dopo che alcune pagine su Instagram hanno ripreso il suo appello, postato lo scorso giugno, in cui chiedeva ai genitori di riconsidere il modo in cui insegnano ai propri figli ad affrontare la disabilità.
Nel suo messaggio, Megan aveva infatti invitato a non reprimere la curiosità dei bambini nei confronti della sua figlia, affetta da leucodistrofia metacromatica (MLD), una rara malattia neurodegenerativa: "Più insegniamo ai bambini a distogliere lo sguardo dalla disabilità, ad evitarla, più insegniamo loro che è qualcosa di cui avere paura".
"Non guardare" chiude le porte all'inclusione
Megan, 36 anni, di Eastbourne (Regno Unito), ha spiegato che durante le frequenti uscite in famiglia, molti bambini si soffermano con lo sguardo sulla loro bimba che, a causa della malattia, ha perso completamente a capacità di camminare e parlare e dunque deve essere accompagnata in ogni suo movimento.
"Oggi il parco era estremamente affollato e ho sentito cinque genitori diversi dire ‘non fissare' mentre mia figlia usava i giochi del parco, riceveva l’alimentazione tramite PEG (il sistema di nutrizione attraverso una cannuccia, ndr) o veniva semplicemente spinta in giro. Ho sentito una bambina chiedere alla madre perché la stessi tenendo sull'altalena, e la madre ha risposto non fissare" ha raccontato nella didascalia del post su Instagram.
Secondo Megan però, questo tipo "attenzione" nei confronti delle persone disabili, volto a non urtare la loro sensibilità o quella dei genitori, ottiene in realtà un effetto contrario a quello desiderato. Invece di favorire il rispetto, impedisce ogni possibilità di interazione.
La cultura che fa sentire le persone disabili separate dal mondo inizia proprio in questi parchi giochi, e anche se le persone pensano di fare la cosa giusta, finiscono solo per escludere ulteriormente una minoranza. So che c’è la paura di dire qualcosa di sbagliato, ma il peggio è non dire nulla.
Secondo la madre dire semplicemente "vai a salutare" potrebbe aprire un dialogo, promuovendo la connessione e l’accettazione della diversità.
La sua piccola – che ha ricevuto la diagnosi di MLD all'età di due anni e mezzo e ora non può più mangiare né bere in modo autonomo – adora infatti interagire con le altre persone, tuttavia l'atteggiamento eccessivamente prudente dei genitori spesso la priva di questa possibilità di contatto umano.
La curiosità dei bambini come chiave per l'accettazione
La madre, che ha anche un altro figlio di un anno è convinta che se i bambini vengono costantemente indirizzati a distogliere lo sguardo, perdono l'opportunità di comprendere la vera diversità.
"Se continuiamo a dire ai bambini di non guardare o di distogliere lo sguardo, non diamo loro la possibilità di pensare che si tratti semplicemente di un altro bambino che usa la sedia a rotelle al posto delle gambe o che mangia con la pancia anziché con la bocca" ha dichiarato Megan al sito di Newsweek.
Un dibattito aperto, ma non privo di controversie
Da quando il video è stato pubblicato il 20 giugno, ha accumulato oltre quattro milioni e mezzo di visualizzazioni, ricevendo un ampio consenso. Molti utenti dei social hanno espresso gratitudine per la riflessione che ha suscitato. Alcuni hanno ammesso di far parte della "comunità del non fissare" e di non aver compreso prima quanto questo atteggiamento potesse contribuire a mantenere il distacco nei confronti della disabilità.
Nonostante il grande apprezzamento ricevuto, non tutti però sono stati d'accordo con Megan. Alcuni genitori, in particolare quelli con figli con diagnosi di autismo, hanno controbattuto che lasciare chi bambini guardino in modo "sfacciato" potrebbe provocare disagio e, nei soggetti più sensibili, addirittura vere e proprie crisi.
La stessa Megan ha riconosciuto la validità di queste preoccupazioni, spiegando di non aver mai avuto intenzione di suggerire che i bambini con autismo dovessero essere osservati in momenti di difficoltà. "Ogni condizione è unica e si manifesta in modi diversi", ha sottolineato, evidenziando l'importanza di trovare un equilibrio tra l'accettazione e il rispetto delle situazioni più delicate.