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Si possono davvero vietare cellulari e tablet ai bambini per legge? Il parere della giurista sul ddl siciliano

Un nuovo ddl proveniente dalla Sicilia punirà con multe salate l’utilizzo di dispositivi digitali e videogame da parte dei bambini a scuola e a casa. Abbiamo chiesto alla giurista Gioia Saitta di spiegarci se si tratta di un ddl utile a proteggere davvero bambini e ragazzi e applicabile nel quotidiano.
A cura di Sophia Crotti
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bimbi e genitori usano tablet

Sono diverse le scuole che avevano individuato un serio problema nella dipendenza dagli schermi degli alunni, puntando su divieti stringenti, a volte obbligati da teche di vetro dove, in ordine alfabetico gli alunni dovevano depositare il loro telefono. È arrivata poi la circolare del Ministro dell'Istruzione Valditara che ha vietato fin dalla scuola dell'infanzia l'utilizzo di cellulari a scuola, permettendo però l'utilizzo di pc e tablet sotto la guida degli insegnanti.

Ma le regole più stringenti arrivano dalla Sicilia, dove lo scorso 12 febbraio, l’Assemblea Regionale ha approvato il disegno di legge proposto da Carlo Gilistro, pediatra e deputato del Movimento 5 Stelle regionale, il quale prevede l'impossibilità per i bimbi siciliani di utilizzare videogame e dispositivi digitali fino ai 6 anni di vita, e di limitare le ore passate davanti ad essi fino ai 12 anni, anche tra le mura di casa.

Il contenuto della legge

Il dottor Carlo Gilistro, esponente del Movimento 5 stelle e pediatra, ha cercato di dare vita a un ddl che tutelasse, come si legge dal testo dello stesso, la salute, lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei minori e la loro capacità di socializzazione. Per farlo ha stabilito dei divieti orari chiari per quanto riguarda videogiochi e dispositivi digitali, la cui contravvenzione prevede il pagamento di multe salate da parte dei genitori:

  • entro i primi 5 anni di vita i bambini non possono utilizzare alcun dispositivo
  • utilizzo degli schermi per un’ora al giorno al massimo tra i 6 e gli 8 anni
  • tra i 9 e i 12 anni sono concesse al massimo 3 ore online ai bambini.

In ciascuna di queste fasce, tuttavia, l’utilizzo di qualsiasi dispositivo deve avvenire sotto l’occhio attento e vigile del genitore.

Il ddl parla anche di scuola, vietando l’utilizzo dei dispositivi agli alunni di qualsiasi ordine e grado, tranne che nei casi in cui l’istituto non ritenga a fini didattici che questi dispositivi possono essere utili, anche per educare i ragazzi al loro utilizzo. Promuove lezioni di sensibilizzazione sull’importanza di non fare un utilizzo distorto di tali dispositivi.

A preoccupare davvero, però, sono le sanzioni, innanzitutto se qualcuno si rende conto che un bimbo siciliano si avvicina ad un cellulare o ad un tablet e rimane per qualche attimo incantato dinanzi alle immagini deve riportarlo all’autorità giudiziaria. A questo punto il genitore che non ha curato l’utilizzo degli schermi del bambino può pagare con una multa che va da 150 a 500 euro.

Il parere della giurista: educare meglio che vietare

La giurista Gioia Saitta, specializzata in Mediazione Familiare e Criminologia Clinica ha spiegato a Fanpage.it le stranezze sottese da questo testo di legge.

"Vietare l'utilizzo degli smartphone a scuola è fattibile, come già ha fatto per esempio l'Inghilterra, diventa difficile applicare questi divieti nel quotidiano" spiega Saitta. Secondo la giurista, infatti, ci sarebbero due ordini di problemi, in primo luogo è impensabile monitorare ciò che accade tra le mura domestiche riguardo l'utilizzo del digitale da parte dei minori, situazione che anzi potrebbe scatenare lotte tra famiglie al ristorante, per chi osa mettere un tablet dinnanzi al suo bimbo per farlo mangiare.

dott.ssa Gioia Saitta
dott.ssa Gioia Saitta (giurista)

"In secondo luogo mi pare un divieto acritico che non tiene conto delle reali esigenze dei minori nell'accesso al digitale" continua Saitta. Come spiega un recente studio della London School of Economics and Political Science, vietare i dispositivi digitali ai bambini e agli adolescenti non solo è controproducente, ma li può anche indurre a frequentare spazi meno stringenti e protettivi, pur di utilizzate i dispositivi. Per tanto, la cosa migliore sarebbe ascoltare il parere dei bambini ed educarli all'utilizzo sicuro dei dispositivi.

Dello stesso parere è Saitta: "Andrebbe varata una legge che imponga una formazione corretta, anche di stampo familiare, sull'utilizzo e l'accesso ai dispositivi digitali e, quando i ragazzi raggiungeranno l'età minima per utilizzarli, sui social media. Finché l'ignoranza riguardo al digitale rimarrà quella dei genitori, avremo bambini a cui viene vietato l'accesso ai dispositivi, me che sono i soggetti prefertiti dei social dei loro genitori fin dalla nascita".

Secondo la giurista, infatti, la tutela dei minori online dovrebbe partire innanzitutto dal divieto dell'utilizzo e dello sfruttamento della loro immagine, che ad oggi avviene ancora in molti casi di sharenting.

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