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Separazioni tra genitori, paura e bullismo ecco perché i bimbi di oggi chiamano il Telefono Azzurro

Ernesto Caffo, presidente della Fondazione Telefono Azzurro ha spiegato a Fanpage.it per quale motivo i bambini di oggi chiedono aiuto alle loro linee di assistenza e supporto.
Intervista a Ernesto Caffo
Presidente di Telefono Azzurro e Neuropsichiatra Infantile
A cura di Sophia Crotti
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telefono azzurro

Era il 1987 quando Ernesto Caffo, che allora era docente di Neuropsichiatria Infantile all'Università di Modena, promosse la nascita della Fondazione Telefono Azzurro. Questa realtà da quasi quarant'anni offre supporto telefonico, oggi anche attraverso le chat, ai minori che si trovano a vivere situazioni di emergenza o disagio.

Il dottor Caffo, che è il Presidente dell'Associazione, ha spiegato a  Fanpage.it, perché i bambini e gli adolescenti di oggi compongono il 19696.

"I picchi più alti di chiamate si registrano in estate, quando i bambini hanno bisogno dell'ascolto dei genitori, a Natale, momento molto emotivo in cui i piccoli soffrono le separazioni e l'inizio della scuola, perché è complesso per i bambini riadattarsi alla routine".

Ernesto Caffo
dottor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e Neuropsichiatra Infantile

Un bimbo contatta il telefono azzurro, cosa succede?

Sono 3 i numeri che si possono comporre per chiedere aiuto al Telefono Azzurro, ma non sono l’unica soluzione al giorno d’oggi. C’è il numero da comporre in caso di emergenza, che richiede l’intervento immediato, gestito da noi per conto della Presidenza del Consiglio, ed è legato a situazione di abuso o grave rischio in cui si trovano i minori.

Poi c’è un numero che riguarda i ragazzi che scappano dalle comunità o dalle loro famiglie, e permette a più realtà di attivarsi per la ricerca.

Poi c’è una linea d'ascolto, alla quale si arriva componendo il numero 19696, e che è nata 38 anni fa. Oggi i bambini possono chiedere aiuto lì, anche scrivendo su una chat di Whatsapp.

Una volta compreso il problema del bambino come agite?

Gli operatori iniziano cercando di comprendere il problema, se si tratta di un caso di emergenza o di disagio, in questo secondo caso intervengono degli psicologi infantili che cercano di capire cosa si nasconde dietro alla richiesta di aiuto. Spesso si tratta di episodi legati al sentimento di abbandono, alla separazione dei genitori o a conflitti con i coetanei. Sono sempre bambini che non hanno accanto delle figure adulte preparate e competenti e hanno bisogno di un punto di appoggio che noi diamo loro.

Se comprendiamo che è un emergenza, la situazione viene segnalata all’unità competente, siano carabinieri, croce rossa o servizi sociali, se il bimbo ha bisogno di ascolto, viene rafforzata in lui la capacità di trovare insieme una soluzione per affrontare insieme i problemi che magari sono in quel momento drammaticamente importanti ma che possono essere affrontati con gli adulti di riferimento.

logo-telefono-azzurro

Spesso ci sono anche segnalazioni legate a materiale che circola sulla rete, tra i ragazzi, e che noi cerchiamo di rimuovere, insieme a un’associazione americana e alle autorità, in modo che non diventi virale o fonte di ricatto. Con Meta abbiamo sviluppato un sistema per il quale se gli utenti parlano di suicidio compare un messaggio che rimanda alle nostre linee per chiedere aiuto, lo stesso vale per certi programmi su Netflix.

Noi cerchiamo poi di dare ai bimbi un aiuto consapevoli che con noi non trovano la soluzione ma il punto di accesso alle soluzioni di cui hanno bisogno.

Quali sono i motivi per i quali più spesso i bambini contattano Telefono Azzurro?

Stanno aumentando a vista d’occhio le richieste di aiuto per situazioni di disagio, legate a uno stato emotivo di ansia crescente, a un senso di inadeguatezza e paura per le cose che circondano la vita dei ragazzi. Capita che contattino Telefono Azzurro perché hanno perso un amico, perché i genitori si sono separati, e altre motivazioni legate al web, ci sono contenuti online che spaventano i minori, che a differenza degli adulti non riescono a prendere le distanze dall'evento e temono per la loro incolumità. Un’altra motivazione per cui i bambini spesso chiamano è legata al loro sentirsi discriminati o emarginati, ci sono casi in cui i bimbi rivelano di essere stati picchiati a noi, perché si vergognano a dirlo ad altri.

Poi vi sono casi di depressione, che portano i ragazzi a farsi del male, a mostrarci con delle foto i tagli che si procurano sul corpo e che spesso parlano di morte e mancanza di speranza, situazioni che hanno avuto un’impennata a seguito della pandemia.

bambini e genitori litigano

Alcuni minori invece ci chiamano per dirci che hanno agito violentemente contro i coetanei e che non sanno come uscirne. I ragazzi lamentano di avere brutti rapporti in famiglia o di non avere punti di riferimento. Noi agiamo sempre cercando di dare ai ragazzi fiducia in se stessi e la possibilità di trovare delle soluzioni che poi possono adottare nella quotidianità, rivolgendosi agli adulti di riferimento o alle autorità. È difficile ma bisogna mettersi in ascolto e accogliere anche ciò che i ragazzi hanno fatto sbagliando, per aiutarli.

In che modo le separazioni dei genitori (che nel nostro Paese sono sempre di più) influiscono negativamente sui ragazzi?

Il periodo estivo e quello natalizio sono momenti clou in cui i bambini ci chiamano perché i genitori si sono separati. Le separazioni non vanno demonizzate, se sono ben condotte i bambini stanno bene, hanno occasione di arricchire la loro esperienza di vita.

Se però si instaura una situazione di astio tra i genitori, di battaglie legali e di violenza, i bimbi la vivono male perché andando a trovare un genitore, pensano di tradire l’altro e quando tornano a casa vengono interrogati su ciò che hanno fatto nell’altra casa.

Bambini usati come oggetti o strumenti di ricatto, ne soffrono, e gli adulti a volte neanche se ne accorgono. La cosa importante è ricordare che i bambini sono soggetti che vanno rispettati e non c’entrano con i conflitti genitoriali. I genitori devono dedicare molto tempo ai figli, soprattutto in un periodo, come quello estivo, in cui i ragazzi hanno meno stimoli e bisogno che i genitori, impegnati tutto l’anno, stiano un po’ con loro. In estate è importante comprendere come sta cambiando il tempo intorno ai ragazzi di oggi, ascoltando le loro nuove esigenze oggi che possono fare anche nuove esperienze online.

Spesso sono i genitori che hanno da imparare dai loro figli, cercando di essere punti di riferimento per un cammino più difficile oggi che in passato.

Quali sono i periodi in cui i minori fanno maggiormente riferimento al vostro servizio?

Sicuramente l’estate, di giorno o di notte, anche l’inizio della scuola è un periodo molto delicato per i ragazzi, a causa della loro difficoltà a riadattarsi alla routine o a episodi di bullismo che possono vivere fin dai primi giorni. Oppure quando la società viene scossa da eventi drammatici, come le guerre che portano bambini e ragazzi ad avere molta paura, o situazioni di povertà. Il periodo in cui gli adulti sono molto tesi, i ragazzi sono altrettanto in difficoltà.

bimbi tristi

Le vacanze di Natale sono un altro momento molto emotivo per i ragazzi, per i quali le situazioni di sofferenza familiare e sociale sono ancora più sentite.

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