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Sempre meno donne vogliono diventare madri: uno studio svedese prova a capire perché

Anche in un Paese come la Svezia, noto per le sue politiche illuminate in materia di natalità e welfare a sostegno delle famiglie, le nuove generazioni di donne sembrano sempre meno disposte a fare figli. Secondo una nuova ricerca, tra le principali cause del fenomeno vi sono le crescenti preoccupazioni per il futuro e un generico desiderio di mantenere la propria indipendenza.
A cura di Niccolò De Rosa
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I giovani si trovano a fare i conti con un futuro sempre più incerto e anche nei Paesi con un welfare efficiente e un tasso di natalità ancora abbastanza alto (almeno per gli standard europei), questa imprevedibilità sembra condizionare pesantemente le scelte delle nuove generazioni in fatto di genitorialità.

Un recente studio condotto dall’Università di Uppsala, in Svezia, ha infatti evidenziato un cambiamento significativo nelle prospettive delle giovani donne svedesi riguardo alla maternità. Mentre nel 2014 solamente una donna su dieci si diceva indecisa o non voleva avere figli, oggi una su quattro sembra trovarsi nella medesima condizione. Un dato sorprendente – anche perché la Svezia è notoriamente uno dei Paesi europei maggiormente "a misura di famiglia" –  ha spinto i ricercatori ad analizzare non solo le motivazioni dietro questa tendenza, ma anche l’evoluzione dei comportamenti sessuali tra i giovani adulti.

Un calo nella volontà di avere figli

Il cambiamento nelle intenzioni di maternità emerge chiaramente dallo studio svedese. Circa il 75% delle partecipanti ha dichiarato di volere dei figli in futuro, ma questo dato segna un abbassamento significativo rispetto al 91% del 2014. Tra le ragioni principali per cui alcune donne non desiderano diventare madri, molte hanno evidenziato un generico disinteresse verso la genitorialità. Altre hanno invece sollevato preoccupazioni legate alla salute, come la possibilità di trasmettere malattie ereditarie ai figli, mentre una parte consistente ha sottolineato l'importanza della libertà personale e le crescenti difficoltà di tipo economico e lavorativo nel crescere una famiglia.

Anche il futuro del pianeta sembra però influenzare il generale calo nel desiderio a diventare genitori: le preoccupazioni relative alla sostenibilità, le conseguenze legate a fenomeni come il cambiamento climatico e il sovrappopolamento, sono infatti state citate da un gruppo di donne come importanti motivi per non intraprendere il percorso della maternità.

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Per le ricercatrici questo fenomeno è indicativo di un radicale cambiamento culturale e sociale, dove la poca fiducia nel futuro porta le donne a non voler mettere al mondo figli che avranno a che fare con un mondo sempre più complicato.

"È positivo avere un'idea un po' più chiara di come la pensano. Ed è anche positivo che i politici lo sappiano, in modo che possano rispondere a queste preoccupazioni" ha commentato la dottoressa Cerisa Obern, autrice principale dello studio. "Ad esempio, aumentare l'assegno per i figli potrebbe rendere più facile per coloro che si sentono sotto stress finanziario. Ciò renderebbe anche più facile per coloro che hanno intrapreso un lungo programma di studi avere figli, poiché ci vogliono molti anni prima che queste donne ricevano il loro primo stipendio".

Sessualità e uso di protezioni

Lo studio ha anche messo in evidenza un cambiamento nei comportamenti sessuali e nei valori delle giovani donne svedesi. Il numero medio di partner sessuali è aumentato rispetto agli anni precedenti, e l'età del primo rapporto sessuale è scesa da 17,6 anni nel 1989 a 16,8 anni nel 2023. Questi cambiamenti possono essere interpretati come il riflesso di un contesto sociale e culturale che sta rapidamente evolvendo.

Un altro aspetto interessante emerso dalla ricerca è poi la diminuzione dell’uso del preservativo, in particolare durante il primo rapporto sessuale. Mentre nel 2014 il 71% delle giovani donne dichiarava di aver usato il preservativo nel primo incontro sessuale, nel 2023 questa cifra è scesa al 60%. Questo calo è stato interpretato dalle ricercatrici come una conseguenza della minore attenzione e delle scarse informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili come l'HIV.

Alla luce di simili risultati, le esperte coinvolte nello studio hanno ribadito l'importanza di intensificare le campagne educative nelle scuole e incoraggiare un uso congiunto di preservativi e metodi contraccettivi ormonali per prevenire malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate.

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