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“Se non studiamo i rischi dell’IA per i bimbi, ci ritroveremo impotenti come davanti ai social network”: la ricerca

Un nuovo appello arriva dai ricercatori dell’Università di Oxford che chiedono ai ricercatori e ai genitori di impegnarsi in una ricerca costante sui possibili risvolti positivi e negativi che l’IA ha e avrà sulla mente di bambini e adolescenti.
A cura di Sophia Crotti
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Bimbo intelligenza artificiale

La generazione Beta, quella dei piccoli nati dall'inizio dell'anno, come spiegato in un'intervista per Fanpage.it sul tema, sarà quella dei nativi artificiali.

Già da piccoli, al pari dei loro predecessori, i membri della Gen Alpha, vivranno in case in cui l'intelligenza artificiale (IA) farà da padrona, per tanto i ricercatori dell'Università di Oxford in una ricerca pubblicata su "The Lancet Child & Adolescent" hanno stilato in un recente studio, le raccomandazioni necessarie a caregiver, genitori e studiosi, affinché approfondiscano la ricerca per un utilizzo sicuro di tali realtà da parte di bambini e adolescenti.

Sempre più bambini usano l'IA

Lo studio si intitola: "Dai social media all'intelligenza artificiale: migliorare la ricerca sui danni digitali tra i giovani" e si pone l'obiettivo, rivedendo una serie di ricerche sui danni che le tecnologie, dalla tv agli smartphone, possono causare in bambini e adolescenti, di portare all'attenzione di genitori e studiosi la pericolosità di strumenti sempre nuovi, che permeano già la vita dei giovanissimi, e lo faranno sempre di più, come l'Intelligenza Artificiale.

I ricercatori sono partiti dai dati di un rapporto condotto nel 2023 dall'ente britannico Ofcom che ha rilevato come 2 bambini su 5 di età compresa tra i 7 e i 12 anni e 4 adolescenti su 5 di età compresa tra i 13 e i 17 anni utilizzassero quotidianamente strumenti dotati di intelligenza artificiale. Da ciò hanno compreso che urge che i ragazzi e i bambini che utilizzano l'IA e i loro genitori conoscano i rischi che sottostanno a tale utilizzo, grazie all'intervento di ricercatori specializzati sul tema.

L'appello ai ricercatori: "Agiamo o saremo impotenti come davanti ai social network"

Dallo studio emergono dunque una serie di considerazioni e appelli che i ricercatori hanno fatto affinché ci si possa approcciare all'Intelligenza Artificiale senza che questa sia percepita rischiosa dalle famiglie, ma utile, proprio perché individuati i suoi rischi:

  • Basarsi sui risultati del passato per pensare al futuro: secondo i ricercatori di Oxford è necessario imparare da quanto negli anni imparato sul rapporto tra i bambini e l'utilizzo di internet, "I modi in cui i giovani interagiscono con l'IA cambiano continuamente, ma riflettere sugli effetti che i social media hanno fino ad oggi avuto sulla salute mentale di bambini e adolescenti può aiutare genitori, ricercatori e caregiver ad essere cauti anche nell'utilizzo che i piccoli fanno di questa nuova realtà" spiega la dottoressa Karen Mansfield, nello studio.
  • Non credere al panico mediatico: secondo i ricercatori, ogni volta che in passato si sono analizzati i rischi per la salute mentale di bambini legati ai social network, la stampa e spesso anche i ricercatori, hanno visto nel semplice utilizzo dello strumento tecnologico la causa dei problemi della salute mentale dei piccoli. "Non vanno sottovalutati, anche quando si parla di IA, tutti i fattori contestuali che contribuiscono, oltre alla tecnologia, ad intaccare la psiche dei bambini, altrimenti l'IA finirà per rimanere intrappolata nel semplice panico mediatico". 
  • Porre ai ragazzi domande che non demonizzino l'IA: un suggerimento per le prossime ricerche che arriva dallo studio, è quello di non sottoporre i ragazzi e i bambini a questionari che implicitamente attacchino l'Intelligenza Artificiale, se si vuole davvero capire quale effetto abbia per loro.
  • Fare indagini continue: l'intelligenza artificiale muta ogni giorno, migliorando, per tanto i ricercatori invitano a rimanere sempre aggiornati e al passo con i tempi anche per quanto riguarda gli studi.

"Se non apprendiamo dalle ricerche del passato, tra dieci anni ci ritroveremo al punto di partenza, e ci saremo davanti all'IA impotenti come lo siamo stati davanti a social e smartphone" spiega la dottoressa Mansfield, che invita dunque genitori, ricercatori e caregiver a studiare e adottare delle misure che rendano l'Intelligenza Artificiale sicura e utile per bambini e adolescenti.

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