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Se il bambino è schizzinoso potrebbe essere colpa dei suoi geni: la rivelazione in uno studio sui gemelli

Secondo una recente ricerca inglese sono i fattori genetici a determinare la maggiore selettività dei bambini in fatto di cibo. Sempre stando agli esperti però abitudini alimentari ed educazione impartita dai genitori possono però contribuire a migliorare la situazione.
A cura di Niccolò De Rosa
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Bambino schizzinoso

L'eccessiva selettività dei bambini nel mangiare, spesso fonte di ansia per i genitori, potrebbe essere largamente dovuto a fattori genetici. Questo è quanto emerge da uno studio condotto in Inghilterra, in cui i ricercatori hanno esaminato le abitudini alimentari di oltre 2400 coppie di gemelli.

La ricerca, pubblicata da un team dell'University College di Londra, ha indagato la tendenza dei bambini a essere schizzinosi nel cibo e il loro patrimonio genetico, cercando di fornire una spiegazione a un fenomeno comune, che però spesso provoca non solo preoccupazioni dal punto di vista della salute e della nutrizione del piccolo, ma anche pressioni sociali per le famiglie, mal giudicate per cresciuto figli troppo viziati e capricciosi.

"I capricci alimentari sono frequenti tra i bambini e possono essere una fonte importante di ansia per genitori e tutori, che spesso si incolpano per questo comportamento o vengono incolpati da altri" ha spiegato il dottor Zeynep Nas, uno degli autori principali dello studio.

Secondo gli autori dello studio però, la responsabilità principale non sarebbe da attribuire ai metodi educativi dei genitori, ma piuttosto a fattori innati – come la genetica, appunto – liberando così madri e padri dal peso della responsabilità per i comportamenti alimentari dei loro bambini.

Bambino schizzinoso

Il confronto tra gemelli identici e non

Per indagare l'origine del comportamento schizzinoso verso il cibo, il team di scienziati ha scelto di studiare un ampio campione di gemelli nati nel 2007, con un’età compresa tra i 16 mesi e i 13 anni.

L’elemento chiave dello studio è stato il confronto tra gemelli identici, che condividono il 100% del patrimonio genetico, e gemelli eterozigoti (diversi tra loro), che ne condividono solo la metà. Grazie a questo approccio, gli esperti hanno potuto isolare il peso della componente genetica rispetto a quella ambientale, valutando le abitudini alimentari e le tendenze selettive dei bambini nel corso del tempo.

Lo studio ha preso in considerazione diversi fattori, tra cui l'ambiente condiviso dai gemelli (i rituali dei pasti, le persone presenti a tavola etc…), e gli stimoli esterni, come l’influenza dei coetanei e del gruppo sociale. Da questa analisi è emerso che il mondo circostante tende a influenzare i bambini soprattutto nei primi anni di vita, quando i piccolo tendono a rispecchiare le abitudini familiari, mentre il ruolo dei fattori esterni, come le amicizie, aumenta con l'età.

Il ruolo preponderante della genetica

Dai risultati ottenuti, la tendenza a essere schizzinosi verso il cibo è risultata essere per il 60% influenzata dalla genetica nei bambini più piccoli e addirittura per il 74% tra i 3 e i 13 anni. Ciò suggerisce che comportamento  preferenze alimentari difficilmente tendono a rimanere stabili durante la crescita.

Come spiegato dal dottor Nas, non si tratta però di una semplice fase passeggera, ma di una traiettoria che può durare nel tempo.

bambina schizzinosa

Lo studio ha anche evidenziato che i bambini non mantengono lo stesso grado di selettività nel corso degli anni: sebbene i bambini schizzinosi tendano a restare tali, l’intensità di questo comportamento può variare, raggiungendo un picco intorno ai sette anni per poi attenuarsi leggermente con l'adolescenza.

L'educazione alimentare rimane fondamentale

Anche se la genetica gioca un ruolo predominante, l’ambiente resta sempre una componente da non sottovalutare, soprattutto nei primi anni di vita. Come sottolineato dalla professoressa Clare Llewellyn, co-firmataria della ricerca, l’esposizione ripetuta ai cibi (anche quelli sgraditi) e l’offerta di una varietà di frutta e verdura da parte dei genitori possono aiutare i bambini a sviluppare abitudini alimentari più sane e ad accettare gli ingredienti che istintivamente risultano meno appetibili.

Queste pratiche sono più efficaci durante la prima infanzia, quando l’influenza dell’ambiente familiare è più forte. Con il passare degli anni, invece, saranno i coetanei e i contesti sociali a diventare fattori decisivi nel modellare le preferenze alimentari dei giovani.

Questo passaggio resta cruciale, poiché le scelte alimentari possono avere ripercussioni sul benessere psicologico e fisico, come lo sviluppo di disturbi alimentari quali il disturbo evitante/restrittivo dell'assunzione di cibo (ARFID).

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