Scoperti nel sangue dei bimbi alcuni valori che potrebbero predire il rischio di morte in culla: lo studio sulla SIDS
Arriva dall'Università americana della Virginia, una scoperta che potrebbe essere del tutto rivoluzionaria e in grado di proteggere i bambini da una delle cause di morte meno prevedibili e più rischiose per i piccoli di età compresa tra 1 mese e 1 anno: la Sindrome della morte in culla (SIDS). I ricercatori, analizzando dei campioni di sangue dei piccoli morti a causa della SIDS, hanno rilevato la presenza di uno stesso indicatore biologico in tutti i bebé, che potrebbe dunque diventare un elemento da tenere sott'occhio per comprendere quali bimbi sono maggiormente esposti al rischio di SIDS.
La sindrome della morte in culla
La Sindrome della morte in culla, come spiega l'Istituto Superiore di Sanità è la morte improvvisa nel sonno, diagnosticata ai piccoli quando vengono escluse tutte le cause note per il suo decesso. Colpisce i bimbi soprattutto tra un mese e un anno di età, dagli anni '90, però, quando è iniziata una potente campagna di sensibilizzazione in tutti gli ospedali, i genitori hanno imparato quali raccomandazioni seguire per evitare che i piccoli ne vengano colpiti. Come specifica l'American Academy of Pediatrics (AAP) i piccoli dovrebbero dormire:
- nel loro letto, ma nella stessa stanza dei genitori per il primo anno di vita
- di schiena
- su un materasso rigido e piatto con un semplice copriletto
- in una culla con delle sbarre
- senza coperte, cuscini, giocattoli di peluche, paracolpi, altri oggetti morbidi fuori dalla zona notte
- con il ciuccio, che provoca una riduzione del rischio di SIDS del 61%
- senza mai essere esposti, anche di giorno, al fumo di sigaretta.
I risultati della nuova ricerca
I ricercatori della Università della Virginia hanno analizzato i campioni di siero sanguigno di 300 neonati del Chicago Infant Mortality Study, studiando i livelli di 828 metaboliti in azione nei processi chiave della comunicazione tra cellule nervose, della risposta allo stress o della regolazione ormonale, processi legati al rischio di SIDS. Dai dati raccolti e pubblicati sulla rivista scientifica eBioMedicine i ricercatori hanno avuto modo di identificare 35 fattori predittivi della SIDS, tra loro:
- l'ornitina: un amminoacido fondamentale per smaltire l'ammoniaca nell'urina.
- metabolita lipidico: fondamentale per cervello e polmoni, ma già identificato da altri studi come potenziale indicatore di difetti cardiaci del feto, nel primo trimestre di gravidanza.
"Le differenze che abbiamo registrato in grassi specifici, chiamati sfingomieline, responsabili dello sviluppo di cervello e polmoni, possono interrompere questi processi fondamentali e esporre i neonati al rischio di SIDS" ha spiegato Chad Aldridge, uno dei principali firmatari dello studio.
I ricercatori hanno spiegato che sono necessarie nuove e più approfondite indagini per capire se i metaboliti contribuiscono al rischio di SIDS, tuttavia, considerando che queste morti sembrano spesso avvenire senza motivo, si dicono soddisfatti del loro lavoro. "Si tratta di risultati entusiasmanti per il futuro, ci stiamo finalmente avvicinando a quella che potrebbe essere una spiegazione della morte per SIDS" ha concluso lo studioso.