Schermi e bambini: i rischi per il benessere dei figli e i consigli degli esperti per un uso più sano

Un tempo i bambini si contendevano il telecomando del televisore di famiglia. Oggi, lo scenario è profondamente cambiato: smartphone, tablet, computer e console offrono un accesso praticamente illimitato a contenuti digitali, spesso fin dai primi anni di vita. Anche la scuola contribuisce a questa esposizione: in Australia, ad esempio, la competenza digitale è parte integrante del curriculum fin dall’ingresso nella scuola primaria e anche i Paesi meno aperti sotto questo punto di vista – come l'Italia – devono fare i conti con un modo di vivere e imparare sempre più influenzato dalla tecnologia.
Di fronte a un’evoluzione tanto rapida e radicale, genitori, ricercatori e decisori politici faticano a tenere il passo. Non stupisce, dunque, che si moltiplichino le preoccupazioni e le linee guida volte a contenere i potenziali effetti negativi dell’uso degli schermi. A questo proposito, uno studio recente condotto da qiuattro accademiche dell'australiana Deakin University – Jacquelyn Harverson, Louise Paatsch, Jeromy Anglim e Sharon Horwood – ha cercato di fare chiarezza sui rischi legati all’utilizzo della tecnologia nei bambini tra i quattro e i sei anni.
Lo studio: oltre 83.000 genitori coinvolti
La ricerca è una revisione sistematica della letteratura scientifica prodotta dal 2011 in poi e prende in considerazione tutti i tipi di dispositivi digitali: dalla televisione agli smartphone, fino ai videogiochi. Il campione analizzato ha incluso più di 83.000 genitori provenienti da venti Paesi, tra cui Australia, Stati Uniti, Germania, Turchia e Cina.

L’età considerata – dai quattro ai sei anni – non è casuale: si tratta di una fase cruciale nello sviluppo dei bambini, in cui si affacciano alla scuola e iniziano a costruire le prime relazioni sociali più complesse. Lo studio si è concentrato su quattro aree fondamentali per il benessere infantile: la salute psicosociale, le abilità sociali sviluppate dai bimbi, la qualità del rapporto genitori-figli e il comportamento, valutando in particolare l’assenza di difficoltà come iperattività, ansia o crisi legate alla tecnologia.
Effetti negativi, ma con riserve
I risultati, pubblicati su Computers in Human Behavior hanno mostrato che un uso prolungato dei dispositivi digitali viene effettivamente associato a un peggioramento del benessere nei bambini, in tutte e quattro le aree prese in esame. In particolare, è emerso un legame tra la maggiore esposizione agli schermi e difficoltà comportamentali, relazionali e emotive. Insomma, sembra proprio che i bambini abituati fin da piccoli ad avere in mano un device corrono un rischio maggiore di avere meno amici, andare incontro a problemi nell'apprendimento (complice anche una minore capacità di concentrazione) e perfino di sviluppare disturbi di ansia e depressione.

Tuttavia, le ricercatrici avvertono che si tratta di una correlazione, non di una causa certa: "Non possiamo dire a quale età o livello di utilizzo questi effetti negativi inizino a manifestarsi", hanno scritto le autrici dello studio in un recente articolo sul sito The Conversation. Il quadro, insomma, è complesso e non può essere ridotto a una semplice questione di "tempo davanti allo schermo".
Non conta solo quanto, ma anche come
Lo studio sottolinea infatti che la qualità dei contenuti e il contesto in cui vengono fruiti giocano un ruolo fondamentale nel determinare l’impatto della tecnologia sui più piccoli. È in questa prospettiva che emergono anche possibili strategie per un uso più sano degli schermi. Come spiegano le autrici, "ci sono diverse modalità con cui i genitori possono accompagnare i propri figli nell’uso della tecnologia, contribuendo a ridurre i possibili effetti negativi sul piano sociale, emotivo e comportamental"”.
Tre strategie per genitori consapevoli
Dalle informazioni ricavate nel corso dell'indagine, le esperte hanno identificato in particolare tre indicazioni pratiche che possono risultare molto utili a quei genitori che si confrontano quotidianamente con bambini piccoli e dispositivi digitali.
- Prestare attenzione al tempo: Non esiste una soglia universale di tempo da non superare. Tuttavia, è importante monitorare la durata dell’esposizione agli schermi, specialmente considerando che molti bambini usano la tecnologia anche a scuola. L’invito è a favorire un equilibrio tra attività digitali e altre esperienze, come il gioco all’aria aperta, la lettura o la socializzazione con coetanei e familiari.
- Scegliere contenuti di qualità: Non tutti i contenuti digitali sono uguali. Incentivare l’uso di programmi educativi e interattivi può ridurre i potenziali effetti negativi. Meglio preferire app e video che stimolino la creatività e la riflessione, evitando prodotti eccessivamente frenetici o frammentati.
- Usare la tecnologia insieme: La fruizione condivisa può trasformare il tempo davanti allo schermo in un’opportunità relazionale. Guardare un film, giocare o esplorare una nuova app insieme ai propri figli apre spazi di dialogo e apprendimento condiviso. Come osservano le studiose, "l’uso solitario della tecnologia può ridurre le occasioni di interazione sociale positiva".
In un mondo sempre più pervaso dalla tecnologia, non è infatti realistico pensare di tenere i bambini del tutto lontani dagli schermi. La presenza di madri e padri consapevoli può però fare tutta la differenza del mondo per consentire ai più piccoli di non atrofizzare le proprie abilità davanti a un tablet o uno smartphone. Perché dopotutto, il mondo reale e che vale la pena di vivere è sempre quello al di fuori di uno schermo.