“Rendiamo l’inizio della scuola una festa”: i consigli dell’esperto per il primo giorno in classe
Il primo giorno di scuola segna un vero e proprio rito di passaggio nella vita di un bambino, un momento carico di emozioni che mescola entusiasmo e paura.
Il passaggio dall'asilo alle elementari introduce infatti nuove sfide e responsabilità, ma che può anche suscitare ansie e incertezze, sia nei piccoli che nei genitori, i quali hanno però il compito di trasformare queste giornate di avvicinamento in un'occasione per iniziare il percorso col piede giusto. Come affrontare dunque il primo giorno si scuola?
"Dobbiamo pensare che l’inizio della scuola sia una giornata di festa" spiega Raffaele Mantegazza, pedagogista e docente presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca che ha condiviso con Fanpage.it alcuni preziosi consigli per aiutare mamme e papà ad accompagnare il primo giorno di scuola dei figli nel miglior modo possibile.
"Consiglio di andare ai genitori di andare mangiarsi una pizza o un gelato la sera prima, sottolineando come si stia celebrando proprio l’inizio della scuola. Evitiamo frasi come “è finita la pacchia”: frasi del genere trasmettono ai bambini un’idea negativa della scuola. Andare a scuola è una festa, un appuntamento “bello”, quindi dobbiamo celebrarlo con un momento di gioia e convivialità per dare sempre motivi di sfida positiva".
Quali sono le paure che i bambini affrontano in questo giorno?
Una cosa che noi adulti no pensiamo mai è che nel giro di un'estate si passa dell’essere il più grande della scuola, ad essere il più piccolo. Chi comincia le elementari si trova davanti i “giganti” di quinta e questo può essere destabilizzante. Anzi, forse incide più questo cambiamento che quello relativo ai nuovi compagni e alle nuove insegnanti. Prima il bimbi conosceva l’ambiente ed era a suo agio, ora deve prendere confidenza con nuovi spazi e nuove persone.
Come gestire il cambiamento?
In questa fase è indispensabile la pazienza del genitore e la volontà di lavorare sulla costruzione di quelle piccole certezze che possono rassicurare il bambino. Tornando all’esempio di prima, possiamo far notare ai bimbi che sì, ci sono i ‘grandi e grossi’ di quinta, ma anche quelli di seconda, che non sono poi tanto diversi da lui. In questo i bambini capiranno che si cresce un passo alla volta e che non c’è fretta di diventare grandi.
Anche l'approccio con lo studio può essere un po' spaventoso…
Un modo per confortarli è dire loro che sì hanno perso qualcosa cambiando scuola, ma ne guadagneranno tante altre. Impareranno a leggere, scrivere e far di conto, ad esempio. Ciò significa che la prossima estate potranno leggere la parola “gelato”, individuare il negozio che lo vende e contare i soldini per acquistarlo. Un bel modo per presentargli la cosa come una sfida positiva.
Qual è il modo migliore per avvicinarsi al suono della campanella?
La parola d’ordine è gradualità. Quando si pratica uno sport, alla fine dell’allenamento di solito si fanno gli esercizi di defaticamento. Ecco, anche l’estate dovrebbe finire in modo più soft e leggero. Certo, con l’inizio della scuola cambieranno molte abitudini, ma non c’è bisogno di cambiamenti drastici. Nei giorni precedenti all’ingresso in classe, lasciamo pure che i bambini ritardino di quel quarto d’ora il riposo notturno. Ci sarà poi tutto il tempo per adeguarsi ai nuovi ritmi.
Come dovrebbe iniziare una giornata di scuola?
Tutto parte dalla colazione, un momento su cui investire molto non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche sociale. Se oltre a mangiare i bambini riescono a giocare con i genitori o i fratellini e parlare del più e del meno, senza farsi risucchiare da quei maledetti schermi, allora la giornata inizia davvero nel migliore dei modi. L’ideale sarebbe inserire ogni giorno (o quasi), un piccolo elemento di novità, una battuta o un giochino da fare insieme, che possa fin dal mattino stimolare la curiosità dei piccoli.
E per la fine, invece?
Quando i bambini escono da scuola, tutti i genitori immancabilmente assillano i figli con la fatidica domanda: “Come è andata? Cosa avete fatto?”. È normale che i bambini, che hanno appena passato un sacco di ore nello stesso posto, non abbiano voglia di parlarne subito. Lasciamo loro il tempo di giocare, fare merenda liberasi la mente, poi se ne riparlerà.