Quanto dormono i neonati e cosa sono le finestre di veglia? Il parere del neuropsichiatra
È molto comune pensare che quando un neonato risulta molto nervoso, sia solo molto stanco e abbia bisogno di dormire, ma in realtà il dottor Oliviero Bruni, esperto in medicina del sonno e neuropsichiatra infantile azienda Ospedaliera Sant’Andrea all'Università Sapienza di Roma ha spiegato a Fanpage.it che le finestre di veglia dei bambini si regolano autonomamente.
Questi momenti in cui il piccolo, a seconda dell'età, ha bisogno di rimanere sveglio e non dormire, se non si interviene modificando il suo sonno, aumenteranno durante il giorno, raggruppando così le ore di riposo, prima nel pomeriggio, poi nella sera.
"Alla nascita il bambino ha ancora il ritmo fetale, dorme a lungo, già a tre mesi avrà nel suo corpo il livello di melatonina di un adulto".
Cosa sono le finestre di veglia?
Le finestre di veglia sono un termine che è stato coniato per definire il ritmo circadiano del bambino, che cambia con la crescita. Il bambino, soprattutto nel primo mese di vita mantiene il ritmo della vita fetale, il basic rest activity cycle. Esattamente come quando è nella pancia della mamma, per il primo mese di vita il bimbo ha 3-4 ore di immobilità che possiamo definire sonno, e un periodo che varia da 30 minuti ad un’ora di attività.
Come cambiano i ritmi del sonno del bambino?
Dal primo al terzo mese di vita cambiano i ritmi sonno-veglia del bambino, perché il suo corpo inizia a produrre autonomamente la melatonina, che poi si stabilizza, raggiungendo i livelli che ha nell’adulto.
In questo periodo si strutturano le fasi del sonno e diventano relativamente simili a quelle dell’adulto. Le finestre di veglia si allungano naturalmente, passando da trenta minuti a novanta minuti.
Ma le ore di sonno di tutti i bambini sono uguale?
No, non esistono delle regole fisse. Pensare al sonno del bimbo come strutturato e misurato da regole fisse è sbagliato, ogni bebè ha le proprie abitudini alimentari, che variano di giorno in giorno, ci sono bimbi allattati al seno, altri no, ci sono tante variabili da considerare che incidono sulle abitudini del sonno del piccolo.
Sicuramente con la crescita le finestre di veglia si allungano, ne senso che le ore di veglia aumentano nelle ore diurne e diminuiscono in quelle notturne, consentendo al bambino di avere un sonno più continuativo.
Perché è importante che i genitori conoscano le finestre di veglia dei bambini?
Perché è importante rispettare le finestre di veglia dei bambini in funzione dei sonnellini: se un bambino non dorme o salta un sonnellino, la sua finestra di veglia si allunga e saltando il sonno del pomeriggio può essere più irritabile e nervoso e di conseguenza avere un sonno instabile e alterato anche nel corso della notte.
Le finestre di veglia si allungano attorno ai sei mesi quando il sonno viene portato nelle ore notturne, diventando molto più continuativo da lì in avanti. Successivamente attorno ad un anno di età iniziano a instaurarsi i sonnellini diurni per i bambini, uno mattutino e uno pomeridiano, con la crescita si manterrà solo quello del pomeriggio.
A mio avviso un concetto che non esiste sono i power nap, far dormire i bimbi nel tardo pomeriggio, perché poi si addormentino più tardi nella notte.
Ma è corretto svegliare i bambini dal sonnellino per rispettare le loro finestre di veglia?
In linea teorica il ritmo sonno-veglia non andrebbe alterato artificialmente. È ovvio però che se un bambino tende a dormire eccessivamente si cerca di stimolarlo per svegliarlo, ma in linea di massima ogni bimbo ha un ritmo per il quale si sveglia da solo. Non andrebbe mai svegliato da un sonno continuativo perché sta solo manifestando la loro necessità di dormire di più, cosa che non altera il sonno notturno.
A modificare il sonno sono spesso le abitudini dei genitori ad indurre nel bambino il sonno ad una certa ora, cosa sbagliata perché il bimbo dovrebbe acquisire i propri ritmi in maniera naturale. C’è anche la tendenza di cercare di cullare e addormentare un bimbo che si mostra nervoso o piange, non è sempre corretto, magari il bimbo aveva bisogno di altro. Suggeriamo sempre di osservare il bambino, senza interpretare ogni lamento come necessità di dormire.
Se il bimbo invece non dorme, ha disturbi del sonno può essere la manifestazione di un disturbo che va indagato?
Sì, potrebbe essere un’alterazione dei ritmi circadiani causata da un'alterazione dei sonnellini durante il giorno o delle condizioni che coinvolgono circa il 30% dei bambini che nei primi 3 anni di vita che manifestano problemi di sonno.
Ciò accade perché alcuni piccoli sono più predisposti di altri per motivi genetici o ambientali ad avere dei risvegli notturni. Tra i motivi potrebbero esserci allergie non riconosciute, carenze di sostanze come il ferro o la vitamina D che determinano un’alterazione dei ritmi del sonno.