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Quando un bambino è sovrappeso e come aiutarlo senza farlo sentire sbagliato: i consigli della pediatra

Per aiutare un bambino con problemi di peso non servono diete drastiche né regole ferree. L’esperta: “Il cambiamento più efficace coinvolge tutta la famiglia”.
Intervista a Elena Bozzola
Pediatra e Consigliere SIP
A cura di Niccolò De Rosa
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Quando un bambino è sovrappeso

Affrontare il sovrappeso nei bambini è una sfida delicata per molti genitori e per evitare contraccolpi psicologici è necessario trattare il tema con tatto e sensibilità, in modo che i piccoli si abituino a mangiare meglio senza sentirsi giudicati o inadeguati.

Per raggiungere questo scopo, non occorre dunque imporre improvvisamente un regime alimentare ferreo o obbligare i figli a diventare dei maratoneti, ma è sufficiente abbracciare in modo naturale stili di vita più sani e rivedere alcuni aspetti della routine di famiglia. Ne ha parlato con Fanpage.it Elena Bozzola, pediatra e Consigliera Nazionale per la Società Italiana di Pediatria.

Quando un bambino è obeso o sovrappeso

"La definizione di obesità e sovrappeso non è una questione di valutazioni soggettive, ma si può fare calcolatrice alla mano" spiega Bozzola. "C’è una formula matematica, detta anche il Body Mass Index (BMI), che è il risultato della divisione tra il peso, espresso in chilogrammi, e l'altezza del paziente, espressa in metri quadri".

Se tale rapporto è superiore a 25, allora il soggetto è sovrappeso. Se invece il numero ottenuto è superiore a 30, allora ci si trova di fronte ad un caso di obesità. Il BMI può anche essere anche collocato nelle curve percentili, come quelle che si utilizzano per la crescita dei bambini: se questo indice si attesta tra l'85esimo e il 95esimo percentile, il bimbo è sovrappeso, sopra il 95esimio percentile è obeso.

Ci sono poi anche altre misure per vedere quanta ciccia c'è in più, come il plicometro, una specie di compasso che permette di misurare il grasso sottocutaneo.

Bambino sovrappeso
Misurazione del grasso con un plicometro

Cosa predispone a obesità e sovrappeso

"La genetica impatta pochissimo sullo sviluppo di obesità (intorno al 2% dei casi)" afferma la pediatra. Ciò che invece condiziona la stragrande maggioranza dei casi è la combinazione di tre fattori: familiarità, abitudini alimentari e sedentarietà.

"Non è un caso che Botero disegnasse famiglie intere di persone grasse: il nemico numero uno per il peso del bambino è l'alimentazione che viene fatta in casa".

Se in famiglia si consumano pasti frettolosi e poveri di elementi "sani" (fibre, frutta, verdura etc…) o si privilegia il cosiddetto junkfood ("cibo spazzatura"), allora un bambino avrà molte più probabilità di sviluppare un peso eccessivo.

Sovrappeso e cibo spazzatura

Spesso però le abitudini dei genitori iniziano a condizionare i figli ancora prima di quanto si possa pensare.

"È stato ampiamente dimostrato dagli studi come ancora prima di nascere la predisposizione del bimbo sia influenzata dall'alimentazione materna e paterna. Se una mamma in gravidanza mangia bene, ha più probabilità di dare alla luce un bimbo che avrà abitudini alimentari corrette".

Stesso discorso per la sedentarietà. Se in famiglia ci si muove poco o non si pratica sport, le chances di incappare in problemi di peso durante la crescita aumentano.

Come affrontare il problema

Per aiutare un bambino sovrappeso o obeso, bisogna innanzitutto rendersi conto del problema. E non sempre è così scontato.

"Ancora oggi in molte famiglie l'abbondanza viene intesa come un indice di salute e quasi si preferisce avere bambino cicciottello, che tanto si svilupperà nel corso degli anni, rispetto ad uno più magrolino. Invece gli errori alimentari impattano fin dai primi anni" ammonisce Bozzola.

È importante dunque parlare con un pediatra per capire se il bimbo è effettivamente sovrappeso, se ci sono delle cause specifiche (l'assunzione di alcuni tipi di farmaci può, ad esempio, contribuire all'aumento di peso), se sono necessari degli esami d'approfondimento e se ci sono degli errori d'impostazione nella routine alimentare.

Qualora fosse accertata una condizione di obesità, accanto al pediatra potrebbe poi essere utile prendere in considerazione l'aiuto di uno psicologo.

"Soprattutto negli anni della pre-adolescenza, i bambini con problemi di peso sono spesso oggetto di bullismo e difficoltà che possono sfociare in veri e propri disturbi del comportamento alimentare. Capita soprattutto quando un ragazzo o una ragazza decide autonomamente di dimagrire, spesso andando incontro ad un calo di peso troppo brusco".

Intervenire senza far sentire il bambino diverso o sbagliato

Prendere di petto la questione, giudicando la voracità dei figli o nascondendo gli snack per casa non è un buon modo per risolvere il problema. Molto meglio favorire un approccio costruttivo e rivedere alcuni aspetti della quotidianità

"Non fare colazione è, per esempio, uno degli sbagli più frequenti, così come non praticare un'adeguata attività motoria: basterebbe anche solo non prendere l'ascensore e fare le scale o uscire ogni giorno per una passeggiata" spiega la pediatra.

Una semplice passeggiata può rivelarsi un ottimo modo per fare un po' di moto durante la giornata.

"Un bambino, a meno di casi specifici e particolarmente gravi, non deve patire la fame o fare chissà quale dieta. Basta solo seguire un regime alimentare equilibrato, con cinque pasti, tante fibre, molta frutta e verdura. E muoversi un po' di più".

Per non far sentire diverso il piccolo quando si trova in mezzo agli altri, un genitore può poi offrire delle alternative healthy, come spremute o spuntini a base di frutta, al posto di dolci o snack. In questo modo anche lui avrà qualcosa con cui fare uno merenda, pur senza riempirsi di grassi e zuccheri.

"Se poi ad un compleanno o ad una festa c'è la fetta di torta con panna e cioccolato, il bambino può assolutamente concedersi lo sgarro. Non è certo quello sfizio una volta ogni tanto a compromettere la salute dei figli".

Come spiegare al bambino che deve perdere peso

Secondo Bozzola, molto dipende dall'età del bimbo o della bimba, ma sotto una certa età, il problema non si pone.

"Con i più piccoli non serve nemmeno spiegare la necessità di perdere peso. Basta iniziare a introdurre delle abitudini sane da seguire tutti insieme in famiglia. In questo modo, una dieta più sana ed equilibrata verrà percepita come la normalità, e non come una privazione".

Il ruolo dei genitori

In questa fase della vita del bambino, ancora più del singolo comportamento, è l'esempio dei genitori a fare tutta la differenza del mondo.

"Mamme e papà potrebbero scegliere un'attività motoria da fare insieme, sia essa una camminata o un giro in bicicletta, e far sì che tutta la famiglia mangi le stesse cose, ovviamente sane" conclude Bozzola. "Se un bambino viene abituato a nutrirsi in un certo modo e a fare un po' di moto ogni giorno, sarà naturalmente portato a seguire un simile stile di vita anche da adulto".

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