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“Quando mio figlio è nato ho pianto perché era brutto”: il racconto di una madre e la lezione sul trauma del parto

Ancora scombussolata dalla faticosa esperienza del travaglio, una neo-mamma inglese era scoppiata a piangere di fronte all’aspetto del bebè, giudicato poco piacevole. Pur consapevole di attirare critiche e insulti, la donna ha deciso di condividere sui social la sua reazione per far luce sulle implicazioni psicologiche del parto. Il suo shock, infatti, non era stato realmente provocato dal volto del figlio, ma dagli sbalzi ormonali conseguenti al travaglio. L’esperta: “Non entrare subito in sintonia con il bimbo non significa non amarlo”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il parto è un evento che trasforma la vita di ogni genitore, ma è anche un'esperienza fisicamente e mentalmente estremamente intensa. Nonostante la gioia che accompagna la nascita di un figlio, esistono anche momenti di disagio, shock e confusione, che spesso non sono discussi apertamente. Recentemente, una storia che ha fatto il giro dei social media ha suscitato un acceso dibattito sull’esperienza emotiva del parto e sulla normalizzazione di reazioni apparentemente inusuali o scomode, come quelle di una neo-mamma che ha accolto con una reazione scomposta l’aspetto del suo bambino appena nato.

Distaccandosi dalla narrazione idilliaca dei primi momenti successivi alla nascita del bebè, infatti, Jess, una giovane madre britannica, non solo non ha provato quella sensazione di meraviglia raccontata da molte madri "("Sono gli ormoni o ho avuto il bambino più bello di tutti", è la frase ricorrente e citata con una buona dose d'ironia nel video postato su TikTok), ma anzi ha candidamente ammesso di aver trovato il proprio bimbo così brutto da essersi messa a piangere.

Una reazione di shock: quando il parto mette alla prova le emozioni

Dopo aver incontrato per la prima volta il suo bambino, Jess ha raccontato di aver pronunciato una frase tipo: "Ha il naso più brutto che abbia mai visto". Una frase che, dopo la condivisione sui social, ha immancabilmente suscitato reazioni di indignazione da parte degli utenti, ma Jess non si è fatta grandi problemi a riguardo, anche perché l'intenzione era proprio quella di innescare una seria riflessione sugli strascichi psicologici che un'esperienza come il parto può comportare.

La stessa Jess ha infatti cercato di spiegare che quel commento non rappresentava ovviamente un'analisi razionale sull'aspetto estetico del pargolo, ma era una reazione istintiva alla condizione di shock che seguiva il parto. "L’ho guardato e ho pianto, pensavo fosse davvero brutto", ha confessato la giovane madre. Tuttavia, ha aggiunto che nel giro di poche ore si è affezionata al suo bambino, ritrovandosi di colpo completamente innamorata del suo visino.

La realtà del parto e il bisogno di una maggiore comprensione emotiva

Quello che Jess ha vissuto è un esempio di una reazione comune, seppur difficile da ammettere. Il parto, infatti, è un evento che comporta una miscela di emozioni complesse, tra cui ansia, sorpresa, estremo affaticamento e, talvolta, una sensazione di distacco iniziale dal bambino. Secondo la dottoressa Miki Rai, infermiera specializzata in ostetricia citata dal New York Post, questi episodi sono infatti del tutto normali e dovrebbero essere compresi con maggiore empatia.

"Non tutti hanno una reazione immediata di amore folle verso il proprio bambino. Le emozioni possono essere contrastanti e la fatica fisica del parto può influenzare la percezione di un neonato", ha spiegato Rai in un video divulgativo.

Immagine di repertorio
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Questa riflessione è importante perché spesso la pressione sociale alimenta il senso di colpa di quei genitori che non provano immediatamente un legame perfetto con il neonato. La realtà è che, in molti casi, è proprio il traumatico impatto fisico ed emotivo del parto a influenzare temporaneamente il legame iniziale, e non è raro che una reazione istintiva, come quella di Jess, sia legata a questo stato di shock.

Normalizzare le emozioni post-parto: un passo verso una genitorialità più consapevole

Nonostante la reazione iniziale di Jess sia stata fraintesa e criticata, il suo gesto ha aperto uno spazio importante per una riflessione più ampia sul fatto che i genitori, e in particolare le madri, dovrebbero essere liberi di esprimere i loro sentimenti senza subire giudizi. Come ricordato anche dalla dottoressa Rai, quando si parla di post partum tutti i genitori dovrebbero poter disporre di uno spazio di comprensione, dove le emozioni di shock e smarrimento possano essere riconosciute e normalizzate. "Non bisogna avere paura di ammettere che, a volte, il parto può essere traumatico e confuso”, afferma Rai, “e che questo può influenzare la percezione di un neonato, ma non significa che non si provi amore".

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