Quando a lasciare casa è l’ultimo figlio, i genitori soffrono molto meno rispetto al primogenito: lo studio
Fratelli e sorelle minori non la prendano sul personale, ma mentre l'addio alla casa natale da parte del primogenito viene spesso accolto dai genitori con tristezza e sconforto, quando ad andarsene sono i figli più piccoli l'impatto emotivo su mamma e papà risulta molto minore.
A dirlo è un recente studio condotto dall'Istituto per la Ricerca sull’Occupazione e dall'Università di Erlangen-Norimberga (Germania), che ha seguito le dinamiche di 5.000 famiglie tedesche per indagare l'effetto che la partenza dal "nido" d'infanzia da parte dei figli può esercitare sul benessere dei genitori.
Il primo "volo dal nido" è il più difficile
Quando il primo figlio va a vivere lontano da casa, molto spesso i genitori vivono un periodo di generale diminuzione della soddisfazione per la vita familiare. Questa fase è stata chiamata dagli autori dello studio "momento del lancio", rimanendo così fedeli alla metafora dei pulcini che piano piano spiccano il volo e lasciano il proprio nido.
Quando però a "volare via" è l'ultimo figlio di casa, gli effetti sembrano notevolmente attenuarsi: i genitori appaiono infatti più preparati ad affrontare la situazione e non riportano lo stesso calo di soddisfazione. Anzi, dal punto di vista squisitamente emotivo, quasi non si accorgono dell'ennesimo distacco.
Come riporta il quotidiano britannico Daily Mail, secondo uno dei co-autori dello studio, il professor Tobias Wolbring, la ragione di questo comportamento non risiederebbe ovviamente nel minore affetto provato da madri e padri nei confronti dei figli minori, ma dal fatto che, dopo "l'abbandono" del primogenito, i genitori inizino ad abituarsi gradualmente alla nuova realtà, imparando a gestire meglio le proprie emozioni.
Conseguenze e cambiamenti nella routine dei genitori
Lo studio ha però evidenziato anche altri aspetti piuttosto interessanti. Le madri, ad esempio, soprattutto quelle che non lavorano, sembrano subire un impatto maggiore quando il primo figlio lascia casa. La perdita del ruolo parentale, infatti, può influire notevolmente sul senso di identità sociale del genitore, soprattutto per chi non ha altre occupazioni al di fuori della famiglia. Tale fase sembra essere più pesante anche per le mamme e papà con un solo figlio, elemento che per i ricercatori dimostra ulteriormente quando un legame esclusivo possa amplificare gli effetti della cosiddetta "sindrome del nido vuoto".
L’uscita dei figli di casa modifica, ovviamente, anche la ripartizione dei compiti domestici. I padri, lo studio, iniziano a dedicare circa 15 minuti in più al giorno alle faccende domestiche, mentre le madri, sulle quali ancora oggi continua a ricadere la maggior parte del peso del carico di cura, riducono invece leggermente il proprio impegno, forti di un nuovo aiuto da parte del partner.
Come sottolineato dallo stesso Wolbring però, lo studio appena presentato ha contribuito a "fotografare" una situazione, ma non approfondisce le cause di tutti i fenomeni riscontrati. "Possiamo solo fare delle ipotesi sulle ragioni" ha spiegato il professore, fiducioso che il lavoro del suo team possa inaugurare un nuovo filone di studi riguardo un argomento – quello delle conseguenze della partenza dei figli sul nucleo familiare – finora ancora poco esplorato.