Quali sono le modalità con cui in Italia è possibile donare il sangue del cordone ombelicale? Il ginecologo
Quando si partorisce il proprio bimbo le donne possono decidere, nelle strutture ospedaliere dotate di un centro di raccolta del sangue cordonale, di donare il sangue contenuto nel proprio cordone ombelicale.
Il prelievo é indolore e non toglie nulla al proprio bambino, che rimane attaccato al cordone ombelicale il tempo standard necessario a trarne tutti i benefici.
Si dona proprio il sangue contenuto nel cordone ombelicale poiché è ricco di cellule staminali che, trapiantate in un bimbo o in un paziente bisognoso, possono essere una cura alla patologia da cui è affetto.
Sono diverse, però, in Italia, le modalità di donazione, il dottor Giuseppe Garrisi, Ginecologo e Presidente Nazionale dell'Associazione Donatrici Italiane di Sangue del Cordone Ombelicale (ADISCO), ha spiegato a Fanpage.it, le diverse modalità con le quali in Italia il sangue può essere donato e raccolto gratuitamente all’interno delle banche di sangue pubbliche presenti sul territorio nazionale o conservato a pagamento in quelle private, non presenti nel Bel Paese.
Cosa si intende per donazione allogenica?
Si tratta di una donazione altruistica e solidaristica, che prevede che il sangue del cordone ombelicale, una volta prelevato, venga destinato alle banche pubbliche che lo raccolgono e lo conservano, in modo che sia disponibile a chi ne ha bisogno. Si tratta di un atto anonimo, dal momento che sia il donatore che colui che riceve la donazione non conoscono l’uno l’identità dell’altro. Il sangue donato è infatti disponibile per chiunque sia in attesa di trapianto e non riesca a trovare la corrispondenza genetica all’interno della propria famiglia. Dal momento che le diverse banche pubbliche disposte sul territorio nazionale e mondiale sono in rete tra loro, possono ricercare la compatibilità con il soggetto ricevente in base al sistema HLA. Questo tipo di donazione è un atto solidaristico, infatti i costi per il mantenimento del sangue nelle banche sono totalmente coperti dal Sistema Sanitario Nazionale e non ricadono sul donatore. Una volta donato il sangue cordonale, chiunque ne avesse bisogno deve farne richiesta, anche lo stesso donatore se dovesse registrare una patologia curabile con le cellule staminali.
Un altro tipo di donazione possibile in Italia è quella dedicata, a chi è rivolta?
Si tratta di una donazione particolare che prevede la conservazione del sangue cordonale per un membro della stessa famiglia del donatore, se vi è un parente stretto affetto da una patologia che può essere trattata con le cellule staminali. Per esempio il sangue cordonale di un secondogenito può essere conservato per il fratello maggiore o un parente stretto, dal momento che vi è un 25% in più di probabilità di compatibilità. Anche questo tipo di donazione si concorda prima del parto, per garantire che il sangue cordonale sia disponibile per il parente malato.
C’è la possibilità nel caso in cui vi fosse una predisposizione genetica in famiglia, anche se il bambino non ha ancora sviluppato la patologia, che il sangue venga conservato nelle banche pubbliche per lui?
Sì, rientra nel concetto di donazione dedicata,se c'è familiarità documentata con alcune patologie la conservazione per il bambino o un parente stretto è permessa anche nelle banche pubbliche.
Cosa si intende invece per conservazione privata?
Si tratta di un atto egoistico che permette la conservazione del sangue cordonale per un’ipotetica, ma non comprovata, necessità del bambino o di un parente stretto. In questo caso la conservazione è a pagamento ed è permessa solo all’interno di banche private che non possono esistere sul territorio italiano. Si tratta dunque di una sorta di assicurazione biologica per eventualità future, senza alcuna necessità biologica o funzionalità secondo il Sistema Sanitario Nazionale, che dunque non la copre.