Qual è l’età giusta per l’uso dei social e degli smartphone: cosa dice la legge e il parere della pediatra

L’uso precoce di smartphone, tablet e social media tra bambini e adolescenti è un fenomeno sempre più diffuso, spesso al di fuori dei limiti imposti dalle normative. Mentre esperti e pediatri lanciano l’allarme sui rischi per lo sviluppo cognitivo e sociale, il dibattito si concentra su nuove restrizioni, educazione digitale e ruolo dei genitori nel monitorare l’accesso ai dispositivi. La questione non è solo legale, ma anche pedagogica: a che età è davvero sicuro entrare nel mondo digitale?
Social media e dispositivi elettronici: una distinzione fondamentale
L’uso dei social media è strettamente legato a quello dei dispositivi elettronici, come smartphone e tablet. Tuttavia, esiste una differenza fondamentale tra i due aspetti. L'accesso ai social è infatti regolato nei vari Paesi da leggi che impongono limiti d'età scritti nero su bianco (anche se in diversi Stati si discute di renderli ancora più stringenti), mentre per i dispositivi mobili non esistono norme che ne vietino l'utilizzo per i bambini troppo piccoli.
In Italia, ad esempio, il decreto legislativo 101 del 2018 ha fissato l’età minima per utilizzare i social media a 14 anni, con una deroga che abbassa la soglia a 13 anni nel caso in cui vi sia il consenso dei genitori. Inoltre, anche le stesse piattaforme social si sono ormai dotate di policy per vietare l'accesso ai propri servizi ai minori sotto la soglia d'età consentita.
Tali misure nascono con l’intento di tutelare la sicurezza dei minorenni nell’ambiente digitale, tenendo conto della loro vulnerabilità data dalla giovane età. Tuttavia, come numerosi studi e sondaggi hanno ampiamente dimostrato (l'ultimo in ordine cronologico è stato un ampio studio pubblicato dall’American Academy of Pediatrics), molti bambini e ragazzi riescono ad aggirare i limiti d'età, spesso senza che i genitori ne siano consapevoli.

Bambini e tecnologia: le raccomandazioni dei pediatri
L'assenza di una normativa vincolante non significa però che i bambini possano usare indiscriminatamente smartphone e tablet fin dai primi anni di vita. Gli effetti di un uso eccessivo dei dispositivi elettronici non sono infatti soltanto teorici: studi internazionali hanno evidenziato che una sovraesposizione agli schermi nei primi anni di vita è associata a ritardi nel linguaggio, difficoltà di concentrazione e disturbi nella socializzazione. Inoltre, una continua stimolazione visiva e cognitiva può interferire con il corretto sviluppo della coordinazione motoria, elemento essenziale nei primissimi anni di crescita.
Per questo alcuni esperti, pedagogisti e professionisti della salute hanno anche avviato petizioni per proporre un divieto di utilizzo degli smartphone prima dei 14 anni, ma al momento le indicazioni principali provengono dalla scienza e da istituzioni come la Società Italiana di Pediatria (SIP), che già nel 2018 aveva redatto alcune linee guida per aiutare i genitori a modulare il rapporto tra bimbi piccoli e tecnologia.

"I bambini sotto i 2 anni di età non dovrebbero mai utilizzare i dispositivi elettronici", ha ricordato a Fanpage.it Elena Bozzola, Presidente della Onlus "Il bambino e il suo pediatra" e tra le firme principali delle raccomandazioni SIP. "Tra i 2 e 5 anni è invece consentita massimo un’ora, tra i 5 e gli 8 anni massimo due ore e sopra gli 8 anni invece bisogna considerare la qualità oltre che la quantità di esposizione".
Ciò significa che i genitori dovrebbero comunque mantenere un rigido controllo su ciò che un bambino combina quando si trova un cellulare tra le mani: "I device non dovrebbero mai essere usati ad esempio come supporto per i compiti, né per visionare contenuti inappropriati per quell'età. Vietato poi ogni apparecchio durante i pasti e nei momenti dedicati al sonno notturno, dove basta il suono di una notifica per compromettere la qualità del riposo".
Il limite a 13 anni per l'uso dei social è sufficiente?
Interrogata sulla questione, la dottoressa Bozzola ha posto l'accento più sulla consapevolezza dei singoli ragazzi che sulla questione riguardante l'età.
Il limite fissato a 13 anni potrebbe anche essere valido, a patto però che il ragazzo sia pronto. Non tutti però maturano con gli stessi tempi e non è detto che un adolescente di 13 o 14 anni sia già preparato a gestire le proprie informazioni e la propria privacy.
In questo caso è pertanto compito del genitore valutare la situazione e decidere sul da farsi, anche perché l'approccio inconsapevole a un mondo complesso come quello digitale potrebbe rivelarsi un'esperienza potenzialmente pericolosa.
"Tutto è legato alla preparazione", conclude Bozzola. "Quando un ragazzo va a prendere la patente di guida, non può compiere 18 anni e mettersi subito al volante. Deve prima fare una scuola guida. Ecco, forse anche in questo caso andrebbe effettuata una specie di corso di preparazione ai social media per evitare conseguenze spiacevoli".